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SPORT

Emiliani in testa alla classifica di B

Carpi, la squadra che fa paura alla serie A

Nel 2000 era in Eccellenza. La ripartenza dopo il terremoto del 2012. Adesso, nonostante la telefonata di Lotito, il Carpi si gioca la promozione

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È ancora presto per parlare di Serie A, ma a questo punto della stagione il Carpi difficilmente si aspettava di essere in testa nella serie cadetta. E di certo non pensava che sarebbe stato tirato in ballo dal presidente della Lazio e consigliere federale, Claudio Lotito, come esempio di una squadra che non attira profitti per il calcio.

Eppure il modello del Carpi potrebbe essere seguito da tante altre società in Italia. In una provincia colpita dal terremoto nel 2012, le aziende locali si sono unite. Carpi è uno dei centri con le principali maglierie e il presidente Stefano Bonacini, patron della Gaudì ha contribuito al salto di qualità del club, non senza essersi associato ad altre realtà come la Blumarine.  

Nel 2000 erano in Eccellenza, nel 2013 sono arrivati per la prima volta in serie B. Obiettivo salvezza centrato. All'inizio di questa stagione si è investito qualche euro in più, con il budget di 4,6 milioni (uno dei più bassi in B) e 3,1 milioni di stipendi.

Numeri che non hanno impedito di scalare la classifica, anche ai danni della corazzata Bologna. Il merito è del direttore sportivo Cristiano Giuntoli: talenti pescati nelle categorie inferiori e adesso anche il pensiero di uno stadio nuovo. Anche perché, in caso di promozione, si dovrà giocare a Parma o Modena. Troppo pochi i 4mila posti del Cabassi. 
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