ITALIA
Roma
Casamonica, tensione alla messa di suffragio a Roma: "Né Isis né mafiosi, vogliamo rispetto"
Attimi di tensione tra giornalisti e parenti di Vittorio Casamonica al termine della messa in suffragio del boss. Quando i cronisti si sono avvicinati per fare domande ressa e spintoni. "Non provocate, rispettateci, ormai avete visto tutto, fatela finita", hanno detto i parenti
Roma
Attimi di tensione al termine della cerimonia in suffragio di Vittorio Casamonica, che si è svolta nella chiesa di San Girolamo Emiliani a Morena (Roma).
Quando i parenti sono usciti dalla chiesa, alcuni giornalisti hanno provato ad avvicinarli per chiedere loro un commento sulla funzione. "E' stata una messa tranquilla", ha risposto uno dei parenti ma poi altri familiari hanno chiesto di non parlare. Gli animi si sono scaldati e sono volati spintoni ed insulti.
"Portate rispetto, avete già detto tutto", ha gridato una delle donne presenti alla messa. E a quel punto sono intervenute le forze dell'ordine per riportare la situazione alla calma mentre da parte dei familiari del defunto sono partiti insulti contro i cronisti, che avevano tentato di avvicinarli insistentemente. "Pezzi di m.", hanno gridato i parenti.
"Non è mafia. Noi non facciamo la guerra. Siamo pacifisti. Noi buttiamo fiori mica le bombe come l'Isis. Ci siamo rimasti male perché non ci rispettano", dice Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, che aggiunge: "Se ci sono giornalisti ci fanno diventare più importanti. Siamo famosi, più importanti dei vip".
Quando i parenti sono usciti dalla chiesa, alcuni giornalisti hanno provato ad avvicinarli per chiedere loro un commento sulla funzione. "E' stata una messa tranquilla", ha risposto uno dei parenti ma poi altri familiari hanno chiesto di non parlare. Gli animi si sono scaldati e sono volati spintoni ed insulti.
"Portate rispetto, avete già detto tutto", ha gridato una delle donne presenti alla messa. E a quel punto sono intervenute le forze dell'ordine per riportare la situazione alla calma mentre da parte dei familiari del defunto sono partiti insulti contro i cronisti, che avevano tentato di avvicinarli insistentemente. "Pezzi di m.", hanno gridato i parenti.
"Non è mafia. Noi non facciamo la guerra. Siamo pacifisti. Noi buttiamo fiori mica le bombe come l'Isis. Ci siamo rimasti male perché non ci rispettano", dice Egidia Casamonica, nipote di Vittorio, che aggiunge: "Se ci sono giornalisti ci fanno diventare più importanti. Siamo famosi, più importanti dei vip".