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ITALIA

Commissione parlamentare d'inchiesta

Regeni, la madre: "Scoperto di torture dai giornali". Il padre: "Zone grige da Egitto e Italia"

L'audizione a San Macuto dei genitori del ricercatore ucciso in Egitto nel 2016. Il padre: "Ci sono zone grigie sia dal governo egiziano, che è recalcitrante e non collabora come dovrebbe, ed anche da parte italiana"

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"La denuncia di scomparsa di Giulio fu fatta nella persona del braccio destro dell'ambasciatore Massari, 24 ore dopo perché così è la prassi. Quindi se la scomparsa è del 25 gennaio la denuncia alla polizia avviene il 26 e in tarda notte dove viene trattato in malo modo dalla polizia" egiziana. Lo hanno detto Claudio Regeni e Paola Deffendi, genitori di Giulio Regeni, sentiti in commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del giovane ricercatore ucciso in Egitto nel 2016. 

Il papà di Giulio ha infatti sottolineato che il collaboratore dell'ambasciatore "ha fatto fatica a farsi dare conferma di denuncia scritta: c'erano già dei segnali". Tra le altre anomalie, i genitori hanno aggiunto: "Fin dall'inizio avevamo chiesto all'ambasciatore sia le immagini delle telecamere sia la geolocalizzazione del telefono, secondo noi non è stato fatto nulla di tutto questo".

"L'ambasciatore non ci risponde da tempo"
L'ambasciatore italiano al Cairo Cantini da molto tempo non ci risponde, evidentemente persegue altri obiettivi rispetto a verità e giustizia, mentre porta avanti con successo iniziative su affari e scambi commerciali tra i due Paesi", hanno detto Paola Deffendi e Claudio Regeni, nel corso del loro intervento alla commissione parlamentare d'inchiesta.

Una "fuffa velenosa". Questo il commento di Paola Deffendi, mamma di Giulio Regeni, alle motivazioni date dall'allora ministro degli Esteri, Angelino Alfano, sul nuovo invio al Cairo dell'ambasciatore italiano. La donna, nel corso del suo intervento alla commissione parlamentare d'inchiesta, ha aggiunto: "Chiedo che rapporti ha ora Alfano, che ora fa l'avvocato, col suo studio legale con l'Egitto".

La madre: "Scoperto di torture dai giornali"
"Che cosa era successo nei dettagli a Giulio, che era stato torturato, l'abbiamo scoperto leggendo i quotidiani online. Forse non ci è stato detto" dalle autorità italiane "per una sorta di tutela, per non farci soffrire, ma nell'epoca dell'informazione, fake news a parte, tutto si viene a sapere", ha detto la madre di Giulio Regeni, Paola Deffendi, nel corso dell'audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del ricercatore friulano avvenuta in Egitto nel 2016.

"Dopo l'uccisione Giulio in Egitto c'è una forte dittatura, forse utile per i rapporti economici. Ma è un Paese con molte paranoie", ha detto Paola Deffendi.

"Abbiamo collaborato con quattro governi e con diverse persone. Abbiamo incontrato Renzi, l'allora ministro degli esteri Gentiloni poi divenuto premier. Poi Conte nel governo 'Conte 1' e nel governo 'Conte 2'. Poi il ministro degli Esteri Di Maio e ancora prima l'allora ministro degli Esteri Moavero. Abbiamo incontrato anche il ministro degli Interni Alfano. Queste sono le persone che ci sono state vicine", ha affermatola madre di Giulio Regeni, nel corso del suo intervento.

"Al funerale di Giulio c'erano tantissimi amici e amiche di mio figlio che hanno deciso di consegnare spontaneamente cellulari e computer agli inquirenti. C'era anche la professoressa che non ci pare però abbia dato risposte. Sembrava indispettita. Un atteggiamento che ha mantenuto sia quando siamo andati alla cerimonia del college sia con gli inquirenti ai quali ha detto di accettare solo domande scritte alle quali ha sempre risposto 'non so' e 'non ricordo'",  ha detto Paola Deffendi.

"Giulio era andato in Egitto come ricercatore, non perché gli piaceva girare al Cairo per le bancarelle", ha detto la madre. "Giulio - ha aggiunto - era andato per fare ricerca. E la ricerca non era di per se' pericolosa". 

Il padre di Giulio: "Ci sono zone grigie da Egitto e Italia". Ministro egiziano "sprezzante"
 "Ci sono delle zone grigie che con il vostro aiuto potremo scoprire. Sia dal lato del governo egiziano, che da un anno non collabora, ma anche da parte italiana. Noi chiediamo il richiamo dell'ambasciatore che non ci sta riferendo che cosa sta facendo", ha detto Claudio Regeni, papà di Giulio, nel corso del suo intervento davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta.

"Sono passati quattro anni dalla morte di Giulio, sono accaduti molti fatti e abbiamo collaborato con la procura di Roma e con il nostro avvocato alle indagini. Abbiamo fatto dei passi in avanti che sembravano impossibili. E invece abbiamo ottenuto risultati importanti. Siamo disponibili a collaborare con voi in un compito non facile", ha aggiunto Claudio Regeni, parlando alla commissione parlamentare d'inchiesta.

 "La sera del 31 gennaio 2016 l'ambasciatore Massari ci conferma di aver incontrato il ministro dell'Interno egiziano senza aver avuto informazioni utili sulla scomparsa di Giulio. Anzi, ci dice che il ministro aveva avuto nei suoi confronti un atteggiamento non collaborativo e sprezzante. Per questo era giusto dare alla stampa la notizia della scomparsa di Giulio. L'avrebbe data lui stesso, ma noi avremmo dovuto avvisare i nostri parenti", ha detto Claudio Regeni.
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