POLITICA
Palazzo Chigi
Cdm, approvato il ddl di riforma della Rai. Ok alla riorganizzazione del ministero della Giustizia
Un Cda di 7 membri, di cui uno scelto dai dipendenti, e un amministratore delegato nominato dal ministero del Tesoro. Via libera anche ad un atto che ridisegna il dicastero di via Arenula. Orlando: "Risparmio per 64 milioni di euro"
Parole d'ordine quindi, secondo il premier, sono riduzione del Cda, una Vigilanza che controlla e un ad che gestisce la Rai senza dipendere dalla politica e dai partiti. In prospettiva Renzi ha ipotizzato che la sua idea sarebbe quella di una Rai dove il canone venga pagato dalla fiscalità generale e non dai cittadini. Un discorso però che lo stesso premier ha rinviato al futuro perché in questo caso cambierebbe anche il sistema pubblicitario. Per quanto riguarda i tempi tocca adesso al Parlamento, ha ribadito Renzi, valutare il ddl altrimenti "se non sarà possibile approvarla nomineremo il nuovo Cda con la Gasparri".
Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni, ha spiegato i nuovi meccanismi di nomina per il Cda della Rai, che eleggerà un presidente e l'ad, "sentito l'azionista", e cioè il ministero del Tesoro. Inoltre l'ad della Rai "avrà la facoltà di decidere una spesa che sale dai 2,5 milioni di oggi ai 10 milioni di euro e avrà la possibilità di decidere sulle nomine dei dirigenti apicali".
La riorganizzazione del ministero della Giustizia
Oltre alla Rai il Consiglio dei ministri ha dato l'ok anche ad un atto che riorganizza il ministero della Giustizia. Il ministro Andrea Orlando ha spiegato i punti principali del nuovo assetto, a partire da un forte dimagrimento del dicastero di via Arenula. Nel dettaglio Orlando ha parlato di un risparmio annuo di 64 milioni di euro. Con la riorganizzazione le direzioni del ministero passano da 61 a 36, e i provveditorati da 16 a 11, 1.031 persone passeranno dalla Province alle Cancellerie, i dirigenti di seconda fascia da 1.600 a 712, nei provveditorati sul territorio da 16 a 11. "Non so se sono baci, schiaffi o carezze, è sicuramente la più importante cura ricostituente della struttura giustizia che si sia realizzata negli ultimi decenni" ha concluso il ministro. Per quanto rigaurda invece la riforma delle intercettazioni il premier Renzi ha assicurato che andrà in porto "entro il 2015".