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ITALIA

Decisione lampo

Colosseo chiuso, il Cdm inserisce musei e luoghi di cultura tra i servizi pubblici essenziali

Ieri Anfiteatro Flavio chiuso per un'assemblea sindacale, e dopo le polemiche il Consiglio dei Ministri corre ai ripari e vara un decreto. "Le nuove regole varranno per tutti i musei ed i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e privati", dice il ministro Franceschini

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Al termine di una giornata di passione per i turisti in visita nella Capitale, giornata che si era aperta con un'amara sorpresa: Colosseo, Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica sono rimasti chiusi per assemblea sindacale, con apertura ritardata alle 11, il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto che inserice i musei ed i luoghi della cultura tra i servizi pubblici essenziali.

"Dobbiamo avere più attenzione verso chi vuole bene all'Italia", verso tutti gli italiani o i turisti "che fanno migliaia di chilometri per venire a vedere" il Colosseo o gli altri altri capolavori del nostro patrimonio artistico, ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi commentando l'importanza del decreto che equipara i servizi della cultura ai servizi essenziali. "Degli amici mi hanno raccontato di aver intercettato sul treno Roma Firenze l'amarezza di un gruppo di turisti americani, questo è senza parole".

"Le regole del decreto varranno per tutti i musei ed i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e privati", ha aggiunto il ministro dei beni culturali Dario Franceschini.

E ieri, nonostante l’assemblea fosse programmata, non sono mancati i disagi per i visitatori. Ad aumentare la confusione, l’errore su un cartello scritto in inglese dove si parla di chiusura fino alle 11 di sera. Nel mese di giugno stesso scenario si era visto a Pompei, con migliaia di turisti non avvisati dell'improvviso cambio di programma.

Renzi su Twitter
"Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #colosseo #lavoltabuona", scrive su Twitter Matteo Renzi.



 
Franceschini: "La misura è colma"
Non appena i cancelli sono stati riaperti, è arrivato il commento durissimo del ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini: "La misura è colma", ha detto, annunciando che d’accordo con il premier Matteo Renzi proporrà in Consiglio dei Ministri di inserire musei e luoghi della cultura nei servizi pubblici essenziali.

"La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici di Roma, porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali" scrive il Garante degli scioperi Roberto Alesse, in una nota. "Proprio giovedì - continua il garante in una nota - è iniziata in Senato la discussione dei disegni di legge di modifica alla legge sul diritto di sciopero, sollecitata dallo stesso Governo, ed è mio auspicio che, in quella sede, si ragioni con rigore e serietà anche di questo tema. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre Città". 
 
Le Rsu dei lavoratori avevano annunciato l’assemblea giovedì pomeriggio per parlare della "gravissima situazione dei dipendenti della Soprintendenza archeologica dovuta al mancato pagamento delle indennità di turnazione e delle prestazioni per le aperture straordinarie e la mancata apertura di una trattativa per il rinnovo del contratto". Già il 23 giugno i lavoratori si erano riuniti in assemblea e il Colosseo era rimasto chiuso, lasciando fuori migliaia di turisti.

Il sindaco Marino: schiaffo a cittadini e turisti, sfregio al Paese
Sulla vicenda del Colosseo il sindaco di Roma Ignazio Marino posta anche un video sulla sua pagina Facebook in cui dice: "Sono arrabbiato quanto il ministro Dario Franceschini. E' vero che la gestione del Colosseo dipende dallo Stato, ma il Comune di Roma ha fatto tutti gli sforzi possibili per migliorare la sua immagine, nei confronti dei romani e turisti. Lo abbiamo liberato dalle auto e da quella brutta immagine dei camion bar. Ora lo dobbiamo liberare dai ricatti". E ancora: "Il Colosseo "è il singolo monumento piu visitato di tutto il Paese- aggiunge Marino.- Il fatto che sia chiuso è uno schiaffo in faccia ai cittadini e turisti che volevano visitarlo e magari avevano solo quel giorno per farlo, e uno sfregio per il nostro Paese. Intollerabile".

Camusso: si vuole togliere la democrazia a lavoratori? 
"Stiamo diventando uno strano paese, ogni volta che c'è un'assemblea sindacale si dice che non si può fare, che è diventata una cosa che non è possibile. Capisco che si debba fare attenzione ai periodi di particolare presenza turistica, ma allora si dica chiaramente che i lavoratori non possono più avere strumenti di democrazia". Parola di Susanna Camusso. Quanto alla possibilità che il governo faccia un decreto per trasformare i monumenti e i luoghi di cultura in servizi essenziali, Camusso ha aggiunto che "questo non cancellerebbe la possibilità di fare scioperi o assemblee". 

Della Valle: "Serve riflessione"
"Le persone, che potrebbero avere anche i loro giusti motivi, quando si occupano di questioni che riguardano la reputazione del Paese dovrebbero fare una riflessione in più''. Così Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato di Tod's, gruppo che ha finanziato il restauro dell'Anfiteatro Flavio, commentando l'assemblea dei lavoratori del Colosseo che hanno tenuto fuori i turisti.

Cgil: sbloccati i fondi
 "Ieri, in singolare coincidenza con l'assemblea sindacale in alcuni siti, è arrivato lo sblocco dei fondi per pagare i salari accessori di tutti lavoratori del Mibact per il 2014 e per il 2015. Evidentemente la mobilitazione è servita, a prescindere da quanto accaduto al Colosseo". Così Claudio Meloni coordinatore Cgil per il Mibact. Tuttavia, "lo sblocco dei fondi per i salari accessori non spegne la mobilitazione perché la vertenza nazionale verte anche sulla richiesta di un piano occupazionale straordinario e sulle riforme che stanno generando caos organizzativo. Resta forte la possibilità dello sciopero che, se la situazione non si sblocca, potrebbe essere a ottobre", aggiunge. 
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