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POLITICA

Difficile raggiungere oggi un'intesa sulle nomine

Consiglio europeo, Conte: "I nostri conti vanno vanno meglio del previsto"

Il premier italiano: "Vogliamo competere con le sfide globali, ma le regole devono essere uguali per tutti". Moscovici: "Terremo in conto la lettera dell'Italia ma le regole si applicano". Merkel e Macron sulle nomine: "Trovare una soluzione comune prima del 2 luglio"

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La questione nomine e il confronto con l'Italia sulla possibile procedura di infrazione sono i temi principali sul tavolo del Consiglio europeo in programma oggi e domani a Bruxelles. In entrambi i casi, però, difficile che si arrivi a un accordo tra i 28 paesi in questa occasione. Il premier italiano Giuseppe Conte ieri ha inviato la lettera ai paesi membri e arrivato a Bruxelles ha ribadito l'intenzione del governo di tagliare la spesa, dicendosi ottimista sulla condizione dei conti pubblici: ""Mercoledì in Cdm faremo definitivamente l'assestamento di bilancio per certificare che i conti vanno meglio del previsto", con "un deficit al 2,1%" ha annunciato.

Poi ha sottolineato, come già fatto nella lettera, "Vogliamo competere con le sfide globali, ma all'interno dell'Europa le regole devono essere uguali per tutti, competere a parità di armi". Se ci sono Paesi che  "accumulano risparmio, anziché riversare questa ricchezza a beneficio di tutti e di se stessi, è un altro contributo a un quadro che non ci facilita" ha detto, riguardo all'elevato avanzo commerciale della Germania. E a proposito delle possibili nomine Ue ha dichiarato: "Il nostro candidato ideale alla presidenza della Commissione Ue è quello che si predispone a cambiare le regole" europee. Sull'ipotesi della cancelliera tedesca Angela Merkel ha commentato: "Non penso che Merkel sia disponibile a fare la presidente della Commissione". Sulle regole ha anche aggiunto: "La lettera contiene un messaggio politico chiaro. Non vuole dire che non rispettiamo le regole, finché non cambiano le regole sono queste". Un colloquio informale tra il premier Conte e la cancelliera Merkel si è svolto prima del Consiglio.

"Qualche giornalista oggi scrive che sarei venuto a Bruxelles con le mani vuote:  io rappresento un Paese del G7, il terzo Paese dell'Eurozona, la seconda Azienda manifatturiera d'Europa: come si può pensare che io venga a mani vuote?", ha affermato il premier.

Moscovici: terremo in conto lettera ma regole si applicano
La Commissione europea terrà in considerazione la lettera che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inviato ieri a Bruxelles, ma ribadisce che le regole esistenti "sono in favore della crescita" e "devono essere rispettate". Lo dice il commissario Ue, Pierre Moscovici, a margine del pre-vertice dei socialisti. "Terremo in considerazione la lettera di Conte di ieri - ha detto Moscovici - la procedura per deficit eccessivo può essere sostenuta e noi lavoriamo in un modo costruttivo, per evitarlo. Ma queste regole sono intelligenti e in favore della crescita", e "devono essere applicate". "La discussione tra Bruxelles e Roma sui conti pubblici è in corso per evitare la procedura - ha proseguito Moscovici - il mio compito come commissario è fare in modo che le regole vengano rispettate e l'Italia è un paese che ha usufruito molto della flessibilità negli anni, per miliardi di euro", ha aggiunto. "Abbiamo provato ad avere l'Italia nel cuore dell'Eurozona, con il rispetto delle regole, ma anche con la flessibilità, per sostenere la crescita. E' stato sempre il mio spirito e lo è ancora, ma non dobbiamo dimenticare che le regole sono lì per essere rispettate, inclusa la flessibilità ". "E' per questo che abbiamo ancora una seria discussione con il governo italiano, per fare in modo che le regole vengano rispettate pienamente", ha aggiunto.   

Tusk vede Merkel e Macron, più prudente che ottimista su nomine
Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk è "più prudente che ottimista" su un accordo al Consiglio Ue sulle nomine. Lo riferiscono fonti Ue al termine dell'incontro dello stesso Tusk con la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il presidente francese, Emmanuel Macron, a margine del vertice dei leader.

Merkel: difficile raggiungere oggi accordo su nomi
Può darsi che oggi non troveremo una soluzione" ma "non è accettabile una proposta del Consiglio europeo" sul nome del prossimo presidente della Commissione "che sia poi respinta dagli eurodeputati". Così la cancelliera tedesca Angela Merkel a Bruxelles sulle trattative in corso per le nomine delle più importanti cariche Ue. Merkel non ritiene "pericolosa" l'ipotesi che i leader europei non raggiungano un accordo oggi. "Il nostro obiettivo è quello di trovare una soluzione comune prima del 2 luglio", ha detto.

Macron: per Ue serve squadra con figure forti e credibili
"Bisogna lavorare col Parlamento europeo per trovare la squadra migliore per l'Ue, con uomini e donne che abbiano competenze, credibilità e siano figure forti. Il Parlamento stamani si è espresso su una candidatura, ora sta al presidente del Consiglio Tusk fare la sua relazione". Così il presidente francese Emmanuel Macron arrivando al vertice europeo. La nomina del nuovo presidente della Commissione europea e degli altri incarichi Ue "non è una certezza", ha detto Macron. Anche secondo il presidente francese bisogna arrivare a un accordo sulle nomine "al più tardi prima della costitutiva del Parlamento europeo (il 2 luglio), il che significa che dovremo rivederci alla fine del mese di giugno". 

Tajani: "Accordo su nomine Ue lontano, difendiamo Weber"
L'accordo sulle nomine per le principali cariche nelle istituzioni Ue "è lontano, mi pare sia difficile" raggiungere un risultato "oggi". Così il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, arrivando al pre-vertice del Ppe che anticipa il Consiglio europeo a Bruxelles.  Tajani ha confermato il suo appoggio al principio dello 'Spitzenkandidat', il sistema dei candidati di punta indicati dai gruppi politici europei. "Non è solo una questione" legata al nome di Manfred Weber, il candidato di punta dei Popolari Ue, "ma di principio, vogliamo un'Europa più democratica, dove i cittadini possano scegliere il loro presidente della Commissione europea", ha sottolineato. 

Ue proroga di 6 mesi sanzioni alla Russia per annessione Crimea
I governi dell'Unione Europea hanno prorogato di 6 mesi le misure restrittive introdotte in risposta all'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia. Le sanzioni comprendono divieti relativi alle importazioni di prodotti originari della Crimea o di Sebastopoli nell'Ue, agli investimenti nei due territori, ai servizi turistici (le navi da crociera europee non possono fare scalo nei porti della penisola di Crimea, salvo in caso di emergenza), alle esportazioni di determinati beni e tecnologie diretti a imprese della Crimea o destinati ad essere usati in Crimea nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'energia e concernenti la prospezione, l'esplorazione e la produzione di petrolio, gas e risorse minerali.  Inoltre è vietato fornire assistenza tecnica o servizi di intermediazione, di costruzione o di ingegneria relativi ad infrastrutture in detti settori. A cinque anni dall'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Russia, l'Ue mantiene dunque il suo fermo impegno a favore della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. L'Ue non riconosce l'annessione e continua a condannare tale violazione del diritto internazionale.  

Paesi Visegrad bloccano consenso Ue su emissioni zero nel 2050
Polonia, Repubblica ceca e Ungheria hanno messo il veto al Consiglio europeo alla possibilità di inserire l'obiettivo zero emissioni nell'Unione Europea entro il 2050. Lo riferiscono fonti europee. I tre paesi del gruppo di Visegrad hanno rifiutato il compromesso che era stato proposto dal presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, per inserire la neutralità climatica entro il 2050 nelle conclusioni del vertice e nell'agenda strategica 2019-2024 che dovrebbe servire da programma per la prossima legislatura. La Slovacchia, quarto paese del gruppo di Visegrad, era disponibile a sottoscrivere l'impegno ma a certe condizioni, come riconoscere le specificità nazionali e accompagnare finanziariamente la transizione ecologica nel paese. Le discussioni tra i capi di Stato e di governo sono ancora in corso. Non è escluso che la maggioranza degli Stati membri a favore della neutralità climatica entro il 2050 pubblichi una dichiarazione comune in questo senso. Alle conclusioni del vertice sarà comunque allegata una nota in cui si sottolinea che la maggior parte dei paesi erano d'accordo nell'indicare la data del 2050 come obiettivo per lo stop alle emissioni nella Ue. 
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