Indagata per violazione del segreto d'ufficio
Consip, Sciarelli ascoltata dai pm: "Sono tranquilla"
Ha risposto a tutte le domande e si è detta estranea alla vicenda Federica Sciarelli, al termine dell'interrogatorio di due ore davanti ai giudici di Piazzale Clodio sul caso Consip
“Sono stata sempre tranquilla”. Così la giornalista Federica Sciarelli fuori dal Tribunale di Piazzale Clodio, dove è stata ascoltata dai pm per circa due ore sul caso Consip. La conduttrice di ‘Chi l’ha Visto?’, insieme al pm di Napoli Henry John Woodcock, è indagata per concorso in violazione del segreto d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta Consip.
“Estranea ai fatti”
Ha risposto a tutte le domande, Sciarelli, “ha fornito ogni chiarimento e ha ribadito di essere estranea alla vicenda". A dirlo è la legale della giornalista, Giorgia Papiri, al termine dell'interrogatorio a Piazzale Clodio. “Alla Sciarelli non è stato ancora restituito il telefono cellulare perché il consulente tecnico nominato dai pm non ha ancora finito tutti gli accertamenti e deve completare l'analisi dei messaggi whatsapp e dei contatti”, ha spiegato la penalista.
L’anello di congiunzione tra Woodcock e Lillo
Per l’accusa, Federica Sciarelli avrebbe fatto da tramite tra il pm napoletano e il giornalista del Fatto Quotidiano, Marco Lillo, fornendo al cronista informazioni d’ufficio sull’inchiesta Consip coperte dal segreto. L’esame del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, dell'aggiunto Paolo Ielo e del pm Mario Palazzi si è incentrato sui tabulati telefonici: la procura ha, infatti, provveduto a verificare le telefonate intercorse tra il pm partenopeo, la Sciarelli, e il cronista del Fatto Quotidiano Marco Lillo. Lo scoop sul caso Consip è da attribuirsi proprio al giornalista del Fatto, che, a dicembre, pubblicò una serie di articoli relativi alle indagini a carico del ministro dello Sport Luca Lotti, del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, e il verbale del super teste ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni. Tra le contestazioni che i pm potrebbero muovere alla giornalista Rai anche la ricostruzione delle celle telefoniche del 21 dicembre e alcuni messaggi WhatsApp presenti sul cellulare della giornalista.
Il giornalista del Fatto difende Sciarelli e Woodcock
"Non sono loro le mie fonti”. Marco Lillo sul sito de Il Fatto Quotidiano si era difeso e aveva negato tutto: “Io posso testimoniare, per quello che vale la mia parola e la mia credibilità, che in questo caso la Procura di Roma ha sbagliato. Se il procuratore Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi, volessero sentire la mia versione sono pronto a testimoniare oggi stesso”.