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POLITICA

Prove di maggioranza

Conte: l'esperienza politica con la Lega è chiusa, non si riaprirà

Interviene il premier dimissionario, dopo l'incontro di ieri tra Zingaretti e Di Maio

Il premier dimissionario Giuseppe Conte (Ansa)
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"Non credo che sia questione di persone ma di programmi". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, a Biarritz, in Francia, dove si trova per partecipare al G7, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla possibilità di un Conte Bis.

"Posso augurarmi per il bene del paese - ha aggiunto - che i leader delle forze politiche che stanno lavorando per dare una prospettiva all'Italia lavorino intensamente e bene".

"L'esperienza con la Lega è chiusa"
Poi l'affondo politico: "Sono stato chiaro: quella con la Lega è un'esperienza politica che io non rinnego. Mi sono impegnato intensamente perché potesse dare e offrire delle soluzioni positive per il Paese. Si è arrivati poi a un punto, e ho spiegato anche con dovizia di particolari come e perché: quella per me è una stagione politica chiusa e per quanto mi riguarda non si potrà riaprire più", ha detto il presidente del Consiglio dimissionario.

Fonti Lega: che tristezza Conte con Pd
"Lo stesso Conte che per un anno ci ha aiutato a fermare i barconi e a chiudere i porti, in una settimana passa dalla Lega al PD? Che tristezza". Lo affermano fonti della Lega.

E poi: "Dedicato a voi Amici. Mai arrendersi, mai". Lo scrive su twitter il vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, postando una foto della cupola di San Pietro al tramonto.

Marcucci: bene Conte, aiuta a fare chiarezza
"Le parole di Conte aiutano a fare chiarezza. Bene che l'esperienza con la Lega sia finita e non ripetibile. Accolgo il suo invito a lavorare ad un progetto riformatore e a non fermarsi sui nomi". Così il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci, interpellato dall'Ansa, commenta le parole di Conte da Biarritz sulla fine dell'esperienza con la Lega e la necessità di porre i programmi davanti ai nomi per un eventuale nuovo governo.

Braccio di ferro M5s-Pd
In precedenza, era giunto una sorta di ultimatum del Movimento 5 Stelle al Partito democratico. Nelle prossime ore, al massimo entro domattina, il segretario dem Nicola Zingaretti deve dare una risposta definitiva sull'ipotesi di un ritorno a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte. Questo il ragionamento fatto dal vicepremier e capo politico pentastellato Luigi Di Maio nel corso dell'incontro di ieri sera con il leader del Pd. La questione Conte bis è prioritaria per i grillini, che sul tavolo della trattativa hanno imposto anche il tema dell'immediata calendarizzazione del taglio dei parlamentari, primo dei dieci punti elencati dal vicepremier al Quirinale dopo il primo giro di consultazioni.


Ma sullo sfondo, ricordano fonti M5S, resta tutt'altro che spento il forno leghista. In una parte del gruppo parlamentare stellato si fa il seguente ragionamento: "Zingaretti vuole usarci per andare al voto, ma deve ricordare che c'è sempre la Lega, la quale ci cerca disperatamente, al punto da offrire Chigi al Movimento...". Di riaprire la parentesi Carroccio, però, gli eletti più vicini al presidente della Camera Roberto Fico non hanno alcuna voglia. Anche per questo le uscite anti-dem di alcuni big stellati (vedi Gianluigi Paragone e Max Bugani) vengono immediatamente 'zittite' dagli ortodossi: "I vari Bugani, Paragone potrebbero fare silenzio e rispettare il lavoro che sta facendo Di Maio in questa fase così delicata. Il mandato dell'assemblea è chiaro, rassegnatevi", twitta Giuseppe Brescia, incassando il placet, tra gli altri, di Luigi Gallo, Roberta Lombardi e Paolo Lattanzio.

E nel corpaccione parlamentare più di 'sinistra' non si escludono possibili addii nel caso in cui il M5S dovesse optare per un ritorno tra le braccia di Matteo Salvini chiudendo definitivamente ai dem. "E' prematuro dirlo ma probabile", ammette off the records una deputata. Nel frammentato mosaico pentastellato non manca nemmeno chi guarda alle urne come epilogo più plausibile: "Se il Pd rifiuta davvero Conte per noi è finita e si vota", la posizione di Stefano Buffagni.

Intanto, a quanto apprende l'Adnkronos da fonti vicine al mondo Rousseau, negli ultimi giorni sarebbe montato il pressing nei confronti di Davide Casaleggio, al quale alcuni degli eletti più favorevoli all'accordo col Pd avrebbero chiesto di 'scendere in campo' per interloquire direttamente con Zingaretti e ragionare su nomi 'di livello'. Alla richiesta, raccontano, non ci sarebbe stato seguito, perché superata dagli eventi (ovvero l'incontro tra i capigruppo M5S-Pd e quello tra Di Maio e Zingaretti).

E sull'ipotesi - caldeggiata da Paragone - di mettere ai voti sulla piattaforma Rousseau l'intesa col Partito democratico come accaduto l'anno scorso con la Lega, le stesse fonti spiegano che Casaleggio non si metterebbe certo di traverso: ma a indire la votazione, è il ragionamento, "deve essere il capo politico".

Zingaretti: il governo precedente ha fatto male
"Nulla di personale, ma il Governo precedente ha fatto male", ha ribadito il segretario del Pd Nicola Zingaretti, intervenuto da Amatrice dove si è recato in qualità di Presidente della Regione Lazio, per chiedere discontinuità.

Conte: fase delicate per il presente e il futuro
"In arrivo a Biarritz, in Francia, dove parteciperò al G7 con i principali leader mondiali. Sono fasi delicate per il presente e il futuro della nostra Nazione che, però, non possono farci distogliere lo sguardo dalle grandi sfide globali che inevitabilmente si riflettono anche sul nostro Paese". A scriverlo, su Facebook, è il premier Giuseppe Conte.

Domani tavoli di lavoro Pd
"Si riuniranno domani alle 15 i sei tavoli di lavoro per il programma sui dossier da portare al confronto con il M5S. Prosegue il lavoro sulla definizione degli obiettivi programmatici, dalle istituzioni all'economia, dal welfare allo sviluppo sostenibile, partendo dalle priorità fissate nel documento approvato all'unanimità dalla direzione, che ha dato mandato al segretario Zingaretti di verificare le condizioni per la nascita di un esecutivo di legislatura". Così in una nota il coordinatore della segreteria Pd Andrea Martella. Intanto, una direzione del Pd potrebbe essere convocata per martedì 27, nel pomeriggio. Secondo quanto filtra da fonti Dem, in quella sede si farà il punto definitivo sulla trattativa con M5s, in vista delle consultazioni, che dovrebbero vedere impegnato il Pd al Colle il giorno successivo.

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