Coronavirus
L'epidemia di coronavirus
Istat, Sabbadini: "L'indagine sierologica sarà fondamentale per conoscere il numero di contagiati"
"È una grande sfida. Ce la faremo, cittadini e istituzioni insieme", dice il direttore centrale dell'Istat
Come è stato strutturato il lavoro?
"È una indagine molto importante per ciascuno di noi e per il Paese, che condurremo nelle rispettive competenze con il Ministero della Salute. L'indagine è stata progettata insieme con il Comitato Tecnico Scientifico, costituito presso il Dipartimento delle Protezione Civile. Con questa rilevazione potremo sapere quante persone hanno sviluppato anticorpi al Coronavirus. Al momento questo non si sa, perché può essere successo che alcuni di noi siano entrati in contatto col virus e non se ne siano accorti in quanto asintomatici; oppure che abbiano avuto qualche colpo di tosse e qualche linea di febbre e non abbiano pensato fosse il Coronavirus. Centocinquantamila cittadini in 2000 Comuni italiani verranno estratti casualmente con l'obiettivo di avere stime sulla diffusione dell'infezione a livello regionale, per sesso, età (6 classi), e attività economica".
Quali saranno le tempistiche?
"Siamo tutti mobilitati. Si lavora instancabilmente, siamo tutti coscienti che si dovrà fare il più presto possibile. La macchina è già partita. È stato selezionato il test con 4 giorni di anticipo rispetto ai termini prefissati e attualmente si sta distribuendo nei laboratori selezionati dalle Regioni e dalle Province autonome. ora che è uscita la norma, l'Istat trasmetterà il campione estratto, il Ministero della Salute contatterà i provider telefonici per avere i numeri dei cittadini coinvolti nel campione per poi fornirli alle Regioni che contatteranno i medici di famiglia. Questi avranno un importante ruolo di sensibilizzazione dei loro pazienti chiamati a partecipare al test. La Croce Rossa una volta ricevuti dal Ministero della Salute i numeri telefonici, avvierà i contatti per organizzare gli appuntamenti nei punti prelievo. Le persone più anziane o con problemi di salute potranno fare il prelievo in casa in sicurezza. I cittadini potranno scegliere se partecipare o meno, ma devono sapere che più accetteranno di partecipare più i risultati dell'indagine saranno validi e utili per tutti.
Sarà importante la sinergia con le altre istituzioni coinvolte?
"Avrà un ruolo importantissimo. Ma la sinergia è già fortissima. Si sta lavorando insieme a tutte le ore. Ed è bellissimo vedere che siamo un'unica squadra cosciente che stiamo facendo una cosa rilevante per il nostro Paese. Vedo un senso istituzionale eccezionale tra Ministero, Istat, Regioni, Comitato Tecnico Scientifico, Croce Rossa. Il momento è difficile, questa indagine è molto complessa, e si sta facendo in corsa, perché prima finiamo e meglio è".
Qualche giorno fa i dati Istat relativi alla mortalità hanno dimostrato l'impatto dell'epidemia in particolare nelle regioni più colpite. L'indagine servirà a fotografare meglio lo stato del Paese rispetto al contagio?
"Sarà cruciale. Una cosa è sapere se il 10% ha sviluppato anticorpi contro il virus, altra cosa se la percentuale tocca il 40% di coloro che hanno partecipato al prelievo. Tanto più il numero di persone con anticorpi sarà basso , tanto più dovremo stare attenti a tutte le misure per evitare la diffusione del virus. Attenzione: non esiste un test perfetto. Non avremo la certezza individuale del risultato, non potremo avere un patentino. Ma quello selezionato ha risposto bene a sei requisiti di qualità stabiliti dagli esperti. E quindi potremo essere più coscienti sul da farsi. E anche il governo avrà la possibilità di prendere decisioni con più elementi di conoscenza. Purtroppo di questo virus si sa ancora poco. In questo senso l'indagine sarà fondamentale. E sarà importante replicarla in futuro magari su un sottocampione perché non sappiamo ancora se chi ha sviluppato gli anticorpi li mantiene nel tempo e per quanto".
Anche per l'Istat si tratta di un lavoro inedito. Come affronta l'istituto questa fase così complessa?
L'Istat sta operando una vera e propria rivoluzione al suo interno. Siamo in smart working ormai da quasi due mesi. Abbiamo dovuto rivisitare le tecniche di indagine di molte rilevazioni. Ci siamo riorganizzati su tanti fronti. La reazione è stata trasversalmente di forte senso istituzionale. Ancora di più su questo tipo di indagine cosi complessa e diversa da quelle tradizionali condotte dall'Istat. Ci siamo messi al servizio del Paese, tutti. Io ho avuto il compito di dirigere questa rilevazione così importante ma se non avessi avuto il supporto fondamentale dei diversi settori dell'Istituto non avrei potuto contribuire al progetto come sto facendo. Il Ministro della Salute ha chiesto al nostro Presidente di assumere questa responsabilità. Noi abbiamo accettato con entusiasmo perché serve al Paese. È una grande sfida. Ce la faremo, cittadini e istituzioni insieme".