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Coronavirus

Emergenza sanitaria

Coronavirus, Oms: “Il virus non è diventato meno patogeno”

L'Organizzazione Mondiale della Sanità interviene sulla polemica nata in Italia dopo le dichiarazioni del medico del San Raffaele, Alberto Zangrillo 

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di Tiziana Di Giovannandrea Michael Ryan, capo del programma per le emergenze sanitarie dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel consueto briefing in videoconferenza con la stampa da Ginevra, dopo le polemiche che si sono scatenate in Italia in seguito alle parole di Alberto Zangrillo, ha espresso cautela sulle dichiarazioni del primario di Anestesia e Rianimazione Generale dell'Ospedale San Raffaele, secondo il quale il virus "clinicamente non esiste più".

“Dobbiamo essere estremamente attenti a non dare l’impressione che d’un tratto il virus, di sua volontà, abbia deciso di diventare meno patogeno. Non è affatto il caso di dare questa impressione" ha detto Ryan. "Questo è ancora un virus killer. Ci sono migliaia di persone che ogni giorno muoiono, ma noi lo combattiamo meglio" ha sottolineato.

"Non è interesse di un virus - ha ricordato - uccidere tutti coloro che infetta, lo abbiamo visto con i bambini, ma la contagiosità e la severità non sono cambiate. Abbiamo imparato però a ridurre la trasmissione e stiamo anche studiando se l'intensità dell'esposizione al virus, come nel caso degli operatori sanitari, possa avere un ruolo nella severità della malattia". 

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha  ricordato che in totale "abbiamo adesso più di sei milioni di casi di Covid-19 nel mondo e abbiamo già perso 370mila persone".

Zangrillo: malattia provocata dal virus oggi è inesistente
"Il virus continua a circolare ma la malattia provocata dal virus è inesistente. Possono osservarlo oggi tutti i rianimatori, tutti i clinici". Lo ha ribadito alla trasmissione Quarta Repubblica su Rete4 il primario di terapia intensiva dell'Ospedale San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo. "Il virus non è  mutato né si è attutito - ha chiarito - ma osservo quello che accade. Ci limitiamo a osservare i fatti. E mentre ci infastidiva la litania dei numeri delle persone che non ce l'avevano fatta e dei contagiati, oggi i numeri sono positivi, ci danno ragione, ci dicono che stiamo vincendo la nostra battaglia".

"La paura era giustificata e deve essere giustificata, ma ora pur invitando alla cautela diamo una prospettiva positiva per il futuro", ha detto.
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