Coronavirus
Coronavirus, focolaio in Rsa Milano: 22 positivi
Galli: negli ultimi 7-10 giorni sono diversi gli anziani positivi mandati all'ospedale Sacco di Milano
Si tratta di un nuovo focolaio in una casa di riposo, il primo nel capoluogo lombardo nel post-emergenza. Lo riporta il quotidiano 'Il Giorno' secondo il quale sono partite immediatamente le procedure previste dalla Regione a giugno per la riapertura dei ricoveri nelle Rsa: metà degli ospiti contagiati è già stata portata in ospedale; gli altri sono isolati nella struttura in attesa di esser trasferiti in un reparto Covid ospedaliero.
L'altra differenza, riporta ancora il quotidiano, rispetto al periodo clou dell'emergenza è che a ieri sera solo uno dei contagiati aveva i sintomi del Covid, mentre gli altri erano asintomatici.
Galli: in ultimi 10 giorni anziani da altre Rsa
Non c'è solo il focolaio emerso oggi all'Rsa Quarenghi di Milano. Negli ultimi 7-10 giorni sono diversi gli anziani, positivi al SarsCov2, mandati all'ospedale Sacco di Milano, la maggior parte dei quali asintomatici o con pochi sintomi. "Il problema è che se si continua così, si rischia di occupare tutti i posti letto dei reparti di malattie infettive e non avere poi disponibilità quando arriveranno i malati con sintomi o quadri più complicati" a dirlo all'ANSA è Massimo Galli, responsabile del reparto Malattie infettive dell'ospedale.
"Negli ultimi 10 giorni altre Rsa milanesi, diverse da quella del focolaio emerso oggi, ci stanno mandando anziani positivi al Coronavirus, asintomatici o con pochi sintomi, quindi con una situazione non particolarmente impegnativa a livello epidemiologico, che non richiederebbe un tipo di assistenza per malati acuti", precisa Galli. Mandando però in ospedale questo tipo di "pazienti, rischiamo poi di non avere posti letto disponibili per il ricovero quando più avanti arriveranno le persone con sintomi. Per questo motivo stiamo pensando se riattivare uno dei reparti infettivi per questo tipo di degenze lunghe che non necessita di terapie per acuti".
Indubbiamente se il virus riesce ad entrare in una Rsa, conclude Galli, "dilaga, perché gli anziani sono molto più suscettibili degli altri a rimanere contagiati e ad avere un andamento più grave. Ciò non vuol dire che se si è vecchi e si contrae il virus, si va incontro a morte certa. Ricordiamoci che nella Rsa di Castiglione d'Adda nel lodigiano, dove il 100% era risultato positivo, molti sono stati asintomatici o sono sopravvissuti".