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Coronavirus, Galli: "La sua 'foto' esclude che sia nato in laboratorio"
"Sarebbe completamente identico ad altri già esistenti, come quello della Sars, e avrebbe avuto una partenza più "piatta"" spiega il primario dell'Ospedale Sacco di Milano
Il virus Sars-Cov-2 non può essere stato creato in laboratorio, perché altrimenti sarebbe identico ad altri già esistenti, come per esempio quello della Sars, e avrebbe avuto una partenza più "piatta". A spiegarlo è Massimo Galli, esperto di malattie infettive e primario dell'ospedale Sacco di Milano, che ha appena pubblicato col suo gruppo di lavoro uno studio che scatta una foto precisa sul comportamento e le caratteristiche del virus nelle prime fasi dell'epidemia.
"Sulla base delle caratteristiche e comportamento - rileva -appare evidente che è un virus che si è evoluto e cresciuto in natura, non certo in laboratorio, come ipotizzato da alcuni complottisti". E questo per vari motivi. Il primo è che se fosse stato creato in laboratorio "avrebbe avuto una partenza più piatta e un'evoluzione diversa". Il secondo è che "è molto simile, ma non completamente identico, ad altri coronavirus. Uno studio pubblicato su Lancet la scorsa settimana ha mostrato che il nuovo coronavirus - continua Galli - è uguale a quello del pipistrello per l'88%, a quello della Sars per il 79% e a quello della Mers per il 50%". Se qualcuno avesse voluto mettere in giro intenzionalmente un virus "avrebbe usato quello della Sars che era già pronto. Non ha senso farne uno simile, solo in parte, a uno già esistente".
Tra l'altro un occhio esperto lo capirebbe subito che si tratta di qualcosa realizzato in laboratorio, secondo Galli. "Se io volessi fare un supervirus dell'influenza - conclude - che di per sé è costituito da 8 geni, dovrei mettere insieme 8 geni di provenienza diversa, il cui percorso potrebbe essere individuato facilmente da un esperto del campo. Quello che abbiamo è invece un virus che si è evoluto a partire da quello del pipistrello, a cui è uguale per l'88%".