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Coronavirus

La polemica

Covid, Fontana annuncia ricorso al Tar contro Dpcm: Lombardia da zona arancione

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La Lombardia non riesce a digerire la zona rossa. Il governatore Attilio Fontana ha annunciato un ricorso al Tar del Lazio, che sarà presentato tra stasera e domani mattina, a cui stanno lavorando gli avvocati della Regione per impugnare il Dpcm del 14 gennaio "nella parte in cui vengono dettati i criteri per la classificazione, facendo riferimento agli scenari e al livello di rischio anziché, in prevalenza, all'incidenza".

Un'obiezione più volte sollevata in Conferenza Stato-Regioni. E, ancora, un punto "che era stato sostenuto anche dall'Istituto superiore di sanità", cioè mettere come parametro principale l'incidenza dei nuovi casi rispetto all'Rt. Sul banco degli imputati finisce proprio il famigerato Rt, tanto che lo stesso Fontana chiarisce che la Lombardia avrebbe dati da zona arancione e non da rossa, scattata invece domenica in base all'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. Il governatore non ci sta: "Ci sono Regioni che hanno un grado di incidenza di 360 e più infettati in zona arancione e altre come la nostra, che hanno 130 e sono in zona rossa". Si sale di livello, insomma: non un ricorso al Tar lombardo contro l'ultimo provvedimento del ministro, ma direttamente al Tar del Lazio sull'ultimo Dpcm. Eppure, Fontana lascia uno spiraglio aperto. Lo fa dopo la richiesta di sospensione dell'ordinanza ministeriale per 48 ore, presentata domenica dalla vicepresidente Letizia Moratti: "Nel caso in cui il governo dovesse darci una risposta, saremmo pronti anche a cambiare idea sul ricorso".

Entrando nel dettaglio, secondo Fontana, "l'Rt è un parametro che è strutturalmente in ritardo. Nel caso in questione si riferisce alla settimana dal 23 al 30 dicembre, mentre l'incidenza è un parametro molto più aggiornato e aderente alla realtà". Il presidente punta poi a stoppare le "pseudo polemiche sui dati", perché questi "vengono comunicati in maniera assoluta a
tutti. Quello che sappiamo noi lo sanno i sindaci. Noi non teniamo niente di riservato". Resta il fatto che alcuni primi cittadini della Città metropolitana di Milano lamentano di non riuscire a controllare i casi del Comune che amministrano. "I dati - ribadisce - sono a conoscenza di tutti i sindaci. Può essere stato un momento di non funzionamento per qualche ora, ma il 'cruscotto' (il portale con i numeri, ndr) funziona". La società regionale Aria parla di guasto in via di risoluzione.

A proposito di dati, nelle ultime 24 ore, a fronte di 16.338 tamponi, sono 1.189 i nuovi positivi (7,2%) in Lombardia e 45 i morti in più per un totale di 26.282. E continuano a calare i ricoveri nelle terapie intensive (-3) e nei reparti (-57). Ma la preoccupazione negli ospedali non è alle spalle, visto che sono 3.553 i pazienti in regime ordinario e 449 quelli in intensiva. Varese con 319 è la provincia con più contagi, seguita da Milano, in cui sono emersi 256 positivi, di cui 117 in città.

Intanto, la settimana è iniziata anche con un incontro di un'ora al Pirellone tra i capigruppo di maggioranza e opposizione e la Moratti, nel corso del quale la neo assessora al Welfare ha presentato il suo piano di intervento. E proprio dalla minoranza arriva una levata di scudi, invece, contro l'annunciato ricorso. "Anziché sollevare conflitti con il Governo - attaccano i  consiglieri dem Fabio Pizzul e Samuele Astuti - la Giunta dovrebbe interrogarsi su come frenare la diffusione del virus. Queste polemiche servono più a far dimenticare la drammatica gestione della Regione Lombardia che a risolvere i problemi, servono più alla Lega di Salvini che ai cittadini".
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