POLITICA
Lo sfidante
Direzione Pd, Emiliano: mi candido alla segreteria, nessuno può cacciarmi
Il governatore della Puglia attacca Renzi: "E' il più soddisfatto per ogni possibile scissione", "vuole vincere a ogni costo", "elimina avversari e irride partito"
"Con Rossi e Speranza abbiamo condotto una riflessione comune - continua - Enrico e Roberto sono persone perbene, di grande spessore umano che sono state offese e bastonate dal cocciuto rifiuto ad ogni mediazione. Renzi è il più soddisfatto per ogni possibile scissione". "Quando mi descrivono come esitante sorrido amaramente. Sono le stesse persone che non hanno detto al segretario che dopo aver personalizzato il referendum ora vanno avanti con lui senza fare le domande che fanno a me", mentre sottolinea che la sua regola di vita è "pensare prima di decidere". "Il tentativo di Cuperlo di ridare comprensibilità a questa vicenda - prosegue il governatore - sta naufragando su tatticismi fondati sulla interpretazione delle regole. La direzione potrebbe dare un'indicazione alla commissione ma lo dico con la stanchezza di chi ha compreso come andrà questa storia", dice poi a proposito della proposta di tenere le primarie a luglio.
Renzi ha fretta per vincere a ogni costo
"Mi candido nonostante il tentativo del segretario uscente di vincere il congresso a ogni costo e con ogni mezzo, approfittando di aver gestito tutto il potere economico, politico e mediatico. Ha fretta e non concede il tempo necessario a girare nemmeno la metà delle province. Perché i suoi errori, ove discussi, porterebbero a un suo indebolimento", incalza Emiliano, aggiungendo: "Nonostante il poco tempo ci proveremo lo stesso perché per noi il congresso non sarà mai una prova muscolare". Poi riflette: "Di fronte a tanta avarizia, c'è stata tanta voglia di andare via come le migliaia di iscritti che se ne sono andati. Noi siamo qui a trasformare il fremito ad andare via nel riprendersi il diritto di cittadinanza dentro il Pd. Rappresentiamo una parte di Italia. In questa battaglia non abbiamo usato il tatticismo ma ci siamo fidati dei singoli militanti. Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso". "Renzi - dice - si è inventato un congresso con rito abbreviato da celebrare entro aprile, se facciamo i bravi entro la metà di maggio, mentre 1.500 comuni vanno alle amministrative. Ci hanno impedito di svolgere bene la conferenza programmatica. Non vuole concedere agli avversari le feste dell'Unità come luogo di dibattito". E conclude "Domenica in assemblea ho tentato, scuotendo negativamente l'animo di molti miei sostenitori, un'ultima mediazione che impedisse una scissione con l'area sinistra del partito. Sono intervenuto dopo Epifani, ho aspettato un gesto che avrebbe evitato la paventata scissione ma quel gesto non è arrivato, anzi il segretario non ha replicato in assemblea lasciando di stucco l'Italia intera. Oggi è arrivato al punto di irridere tutti noi non partecipando a questa direzione. La rottamazione di tutto ha preso il posto della leadership che unisce. Il conflitto per il conflitto, l'eliminazione dell'avversario dal campo".