Dl Genova: primi intoppi in aula, rischio rinvio voto
Manca l'ok della commissione Bilancio sulle coperture
E' arrivato in aula e rischia già di fermarsi e star fermo un giro a Montecitorio, in attesa dell'ok sulle coperture finanziarie. Il decreto che di Genova porta il nome, ma racchiude anche altre emergenze, potrebbe rallentare la sua marcia nonostante tutti chiedano uno sprint a più di due mesi dal crollo del ponte Morandi.
Cominciata al mattino la discussione generale, a sera manca il parere favorevole della commissione Bilancio che dovrà spulciare le spese previste per sfollati, imprese e lavoratori, per verificarne la copertura. E non si sa se il parere sarà domani in Aula. Né se avrà qualche riserva e richiesta di modifica. Ma senza quel via libera, non si possono votare gli emendamenti e sono oltre 300 quelli presentati da Pd, Forza Italia, LeU. A sua volta, la commissione è 'appesa' ai chiarimenti chiesti al governo su questioni specifiche di spesa. Promessi intorno alle 19, sono arrivati poco prima delle 21 ma un rinvio è all'orizzonte.
Il rebus del decretone si ingarbuglia quasi al via. Dopo l'approvazione del testo da parte delle commissioni di Ambiente e Trasporti, il provvedimento approda in Aula abbastanza blindato. Nei giorni precedenti le opposizioni hanno dato battaglia a colpi di emendamenti, quasi tutti bocciati o assorbiti. Da qui la speranza che il governo non chieda la fiducia. La esplicita uno dei relatori, il leghista Flavio Di Muro: "Speriamo di no per un motivo politico. Visto il lavoro fatto in commissione, vedo convergenze favorevoli delle opposizioni". E spera anche il leader degli alleati a 5 Stelle: "Si parla di fiducia solo se c'è ostruzionismo, ma non credo sul decreto Genova", dice Di Maio.
Aldilà dei sentimenti, domani la commissione Bilancio è convocata alle 9.30, l'Aula un'ora dopo. In mancanza dei pareri necessari, entrambe rischiano un rallentamento o direttamente il rinvio, per l'assemblea. E nonostante gli atti della ragioneria di Stato siano arrivati in serata. "Chiederemo comunque uno slittamento - spiega Luigi Marattin della commissione Bilancio e parlamentare Pd - perché si possono fare le notti in Parlamento per le leggi di bilancio, e ne ho fatte, ma è paradossale che si faccia per un decreto così importante per Genova".
In giornata, la discussione in Aula non è mancata, scaldandosi su due punti. Il primo è il condono a Ischia, introdotto da un emendamento all'articolo 25 firmato in tandem M5s-Lega. Messo alla gogna dalle opposizioni al grido 'vergognatevi', difeso e ridimensionato dal M5s. A partire dall'altro relatore del decreto, Gianluca Rospi, che ne parla a inizio seduta: "Non c'è stata nessuna sanatoria, in realtà con il nostro emendamento si velocizza l'iter delle domande di condono precedenti al 2003". L'altro bersaglio è la mole del decreto: "In realtà è un decreto omnibus", ricorda Andrea Orlando del Pd, e quindi non solo per la città ferita dal crollo del ponte. "Non avete avuto né la forza né il coraggio di fare una legge speciale per Genova", punta il dito Alessio Butti di Fratelli d'Italia.