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Doping, Malagò: "Italia secondo paese al mondo per positività"
"O siamo un Paese che fa largo uso di sostanze dopanti, oppure che siamo un Paese che controlla". Ha detto il presidente del Coni in occasione della relazione sullo stato di salute dello sport italiano. Malagò si è detto ottimista per la candidatura olimpica di Roma per i Giochi del 2024.
"Sulla lotta al doping - ha aggiunto Malagò - abbiamo avuto una serie di attestati impressionanti da parte del Comitato olimpico internazionale e della Wada. Su questo tema abbiamo fatto passi da gigante, grazie alla nascita della Nado-Italia, oggi organismo indipendente dal Coni e con a capo una persona di carattere e autorevole come il generale Leonardo Gallitelli".
Andando nel dettaglio della lotta al doping il numero uno dello sport italiano ha spiegato che "abbiamo raddoppiato il numero delle persone che vi lavorano e il budget sui controlli a sorpresa, oltre ad aver adottato il sistema Adams che ci consente di poter lavorare al meglio in materia di privacy". Sulla questione è intervenuta anche la senatrice ed ex olimpionica della canoa, Josefa Idem, secondo cui "l'alto numero di atleti positivi non significa per forza che ci sia
un doping di Stato ma che vengono effettuati più controlli rispetto ad altri Paesi".
Malagò: sempre stato ottimista su Roma 2024
"Fin dal primo giorno sono sempre stato ottimista, ci ho messo la faccia e continuiamo a metterla". E' quanto assicura il presidente del Coni, Giovanni Malagò, riferendo della candidatura olimpica di Roma per i Giochi del 2024. "Penso che le Olimpiadi siano un'occasione più unica che rara, non solo per la città, ma per tutto il Paese" ha aggiunto Malagò, assicurando che il dossier della candidatura è stato valutato già molto bene e c'è tutta un'attività di lobbiyng.
Malagò: inserito reato omofobia nello statuto del Coni
"Ieri abbiamo inserito il tema della lotta all'omofobia nello statuto del Coni: è stata recepita l'indicazione della Presidenza del Consiglio dei ministri", quindi "abbiamo modificato l'ordinamento inserendo oltre ai reati di discriminazione razziale anche quelli di omofobia". Ha reso noto il presidente del Coni a margine dell'audizione alla Settima commissione del Senato sullo stato di salute dello sport italiano, spiegando che in questo senso "non
abbiamo fatto altro che rispettare le indicazioni generali".