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La procura aspetta test dna
Doping, indagine su Schwazer a Bolzano
La pena inflitta deriva dalla recidività di Schwazer, ma la Procura vuole capire se ci siano state irregolarità nella gestione dei prelievi sul marciatore
La pena inflitta deriva dalla recidività di Schwazer, comunicata all'atleta il 21 giugno (il controllo era del gennaio 2016). La Procura di Bolzano cerca la verità sulle urine incriminate, poi si deciderà sulla procedura da seguire (incidente probatorio o accertamento tecnico). Alla comunicazione della squalifica emessa dal Tas di Losanna, che lo accusa di aver assunto volontariamente o involontariamente sostanze vietate, il marciatore è stato iscritto nel registro degli indagati.
La Procura della Repubblica di Bolzano, però, nei giorni scorsi ha ottenuto con una rogatoria internazionale il sequestro delle urine incriminate presso il laboratorio di Colonia. Ciò servirà a conoscere, tramite il delicato esame del DNA, se le urine del primo gennaio sono realmente quelle di Alex Schwazer, oppure se all'interno vi sono presenti altri DNA. Nel frattempo il 31enne marciatore altoatesino, nel 2012 trovato positivo all'Epo, ha annunciato: "Tra otto anni non ritornerò alle gare e quando si capirà chi mi ha fatto questo mi aspetto, anche se raro in questo paese, delle scuse".