POLITICA
Business School di Bologna
Draghi ricorda Andreatta: "Riformatore paziente e lungimirante, protagonista del dibattito europeo"
"La vita di Andreatta, che è stato uno tra i più tenaci costruttori dell'integrazione europea in Italia - ha detto Draghi -, ci offre un esempio sempre attuale"
A Nino Andreatta, protagonista dell'Accademia italiana, della storia politica nazionale e dell'Università di Bologna, nonché fondatore della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna e delle Università di Trento e della Calabria, la Bologna Business School dedica la sua nuova Aula magna come riconoscimento del suo contributo alla comunità accademica e in ricordo della sua figura di economista, attento alla relazione tra economia, politica e società. L'Aula Magna di Villa Guastavillani è stata svelata oggi al pubblico. Progettata da Mario Nanni e realizzata da Viabizzuno. Contiene una raccolta di 2.500 volumi donati dalla società editrice Il Mulino in ricordo di Nino Andreatta, uomo che "amava più seminare che raccogliere", ha detto in apertura Romano Prodi, ricordandone "la straordinaria generosità, la sua capacità di dare indipendentemente dal fatto che fosse lui a raccoglierne i frutti, caso unico nell'accademia e nella politica".
Il discorso di Mario Draghi
"Sono onorato per l'invito a intitolare l’Aula Magna della Bologna Business School a Beniamino Andreatta, ma sono anche commosso perché questo incontro avviene in una sala dove vedo molti amici di una vita e mi riporta agli inizi, ai primi passi della carriera e mi ricorda anche i valori che Andreatta incarnava. Questa simpatia reciproca - almeno, da parte mia - questo fascino che ha esercitato su di me è difficile da dimenticare perché conteneva anche un appello un richiamo al rigore morale. E' stata una lezione di vita che non ho più dimenticato". Così il premier Mario Draghi nel suo intervento dedicato ad Andreatta, "riformatore paziente e lungimirante dell’economia italiana".
"Oggi celebriamo prima di tutto il valore che Andreatta dava alla vocazione dell'insegnamento. La curiosità intellettuale, coltivata durante la sua formazione italiana e internazionale, a Padova, alla Cattolica di Milano e a Cambridge. La profonda umanità e i valori morali che hanno caratterizzato la sua vita. E che si sono espressi nell'attività accademica e nel servizio alle istituzioni repubblicane.
Nell'università, Andreatta è stato un innovatore. Ha espresso la sua carica trasformatrice a Trento, la città dove era nato e cresciuto. A Bologna, con la riforma della facoltà di scienze politiche e la fondazione dell'Istituto di scienze economiche. Nel Mezzogiorno, con la fondazione dell'Università della Calabria a Arcavacata, di cui cinquant'anni fa fu eletto primo Rettore. La generosità di Andreatta ha toccato anche la mia carriera. Senza conoscermi personalmente, come era nel suo stile, prima mi segnalò per l'Università della Calabria, e poi indicò a Federico Caffè l'esistenza di una posizione di politica economica alla facoltà di Sociologia dell'Università di Trento. Fu il mio primo incarico di ritorno dal Mit.
Durante la mia esperienza a Trento, ho avuto finalmente l'occasione di conoscere Andreatta di persona, e di frequentare Bologna. La ricchezza culturale della città in quegli anni doveva molto alla sua figura. Mi colpì l'attenzione che dedicava ai giovani, alle persone che si trovavano all'inizio della carriera. Una caratteristica che lo ha accompagnato per la vita e per cui gli sono ancora molto grato. Tutti coloro che hanno studiato con Andreatta ricordano le conversazioni con lui, a Milano o a Roma, spesso dopo cena", ha ricordato Draghi sottolineando come, per Andreatta, le istituzioni "erano uno spazio aperto".
"L'originalità delle sue domande, la freschezza dei suoi ragionamenti, il rigore con cui valutava le tue risposte. Ma Andreatta nella vita pubblica italiana non è stato solo il maestro di tanti allievi. A suo avviso, lo sviluppo morale e civile del Paese doveva coinvolgere i mondi della cultura, della politica e delle professioni, in uno scambio costruttivo. Lavorò costantemente per aprire l'università al mondo esterno e colse l'importanza dei centri di ricerca.Lo ha fatto con la fondazione di Prometeia qui a Bologna, e con l'Arel, l'Agenzia per la Ricerca e la Legislazione a Roma. Nei giorni del Forum Interreligioso del G20 a Bologna, voglio ricordare anche il suo impegno come presidente della Fondazione per le scienze religiose. Alla costante vocazione di Andreatta per la ricerca si deve anche il suo timbro intellettuale", ha detto ancora Draghi.
"Da ministro, Andreatta si è mosso in modo coraggioso e onesto in anni drammatici per la Repubblica, e non ha esitato a prendere decisioni necessarie anche quando impopolari. "Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato," come sintetizzò con efficacia", ha ricordato il premier. "La politica di allora non lo ascoltò, anzi lo emarginò. I risultati di quella scelta scellerata sono davanti a noi".
Andreatta, ha aggiunto, è stato "un protagonista appassionato del dibattito europeo", e, in chiusura del suo discorso ha ricordato "come le ingenti risorse del programma Next Generation Ue debbano richiamarci al senso di responsabilità. Non solo verso l'Ue, ma verso noi stessi e le nuove generazioni. Abbiamo il dovere di spendere in maniera efficiente e onesta. E di avviare un percorso di riforme per rendere l'economia italiana più giusta e più competitiva,capace di riprendere un sentiero di crescita che abbiamo abbandonato un quarto di secolo fa. La vita di Andreatta, che è stato uno tra i più tenaci costruttori dell'integrazione europea in Italia, ci offre un esempio sempre attuale", ha concluso.
Subito dopo l'intervento alla Business School, Draghi raggiungerà il centralissimo Palazzo Re Enzo per prendere parte alla Cerimonia conclusiva del G20 Interfaith Forum 2021.