Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Ebola-il-medico-contagiato-sarebbe-dovuto-rientrare-il-28-novembre-76266c0a-c174-4b3b-a102-226c9443ad9c.html | rainews/live/ | true
SALUTE

Era la sua prima missione in Africa

Ebola, il medico catanese sarebbe dovuto rientrare il 28 novembre

"Mio marito ci ha detto di stare tranquilli, che sta bene e che tutto si risolverà per il
meglio" ha detto la moglie del medico catanese contagiato dal virus dell'Ebola

Condividi
E' siciliano, è sposato e padre di due figlie il medico di 50 anni contagiato dal virus Ebola durante la sua missione con Emergency in Sierra Leone. Un impegno umanitario che il medico racconta con accoramento sul suo profilo Facebook. Specialista in infettivologia e dirigente di un ospedale siciliano, il medico non era mai stato in Africa. Era partito un mese e mezzo fa spinto dal desiderio di assistere le popolazioni che fronteggiano l'Ebola in condizioni difficilissime. Ha chiamato la famiglia per rassicurare moglie e figlie sulle sue condizioni e dare conforto e speranza, dicendosi sicuro che supererà l'infezione. 

Volontario in Kurdistan e poi in Sierra Leone
Il medico è di Catania e presta servizio all'ospedale "Umberto I" di Enna. Qui i colleghi lo descrivono come un professionista molto esperto. A settembre aveva chiesto alla direzione l'aspettativa per potere prestare la sua opera con Emergency. Prima di lavorare in Sierra Leone, aveva per un periodo prestato la sua opera in un ospedale di Emergency nel Kurdistan. Il medico sarebbe rientrato in servizio a Enna ai primi di dicembre. La conclusione del suo periodo di volontariato in Africa era prevista per il 28 novembre.

Spallanzani, le condizioni del paziente non sono particolarmente gravi
Il direttore sanitario dell'Asp di Enna, Emanuele Cassarà, ha riferito che le condizioni del medico siciliano non sono particolarmente gravi, ma che ovviamente c'è grande apprensione per lui. Lo Spallanzani, ha ricordato Cassara', è il migliore ospedale specializzato d'Italia e lo stesso paziente è sereno e ottimista.
   
La famiglia è rimasta a Enna
La famiglia del medico non si è recata a Roma. "Sono rimasta a Enna con le mie figlie - ha dichiarato la moglie - perché non è possibile incontrarlo, e perché vogliamo rimanere lontane dal clamore della stampa". "Mio marito comunica con noi con sms, non abbiamo ancora sentito la sua voce. Speriamo di poterlo vedere al più presto" ha raccontato la moglie del medico catanese, che è un'infermiera. "Non si specula così sulle persone: basta a questo circo mediatico. A noi interessa soltanto la salute di mio marito", ha detto la donna. "Mio marito ci ha detto di stare tranquilli, che sta bene e che tutto si risolverà per il meglio". 
Condividi