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ITALIA

La vicenda

Expo: gup accoglie patteggiamenti della "cupola"

Accolto il patteggiamento avanzato da 6 imputati nell'inchiesta sulla Cupola degli appalti che avrebbe truccato gare di Expo e della sanità lombarda. Tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta, rivelazione di segreto d'ufficio. L'unica tra le persone arrestate l'8 maggio scorso per la quale si aprirà il processo è Antonio Rognoni

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Milano Il gup di Milano ha accolto le richieste di patteggiamento avanzate da 6 imputati, e già concordate con i pm, nell'ambito dell'inchiesta sulla Cupola degli appalti, che avrebbe truccato e cercato di truccare gare di Expo e della sanità lombarda. 

Hanno scelto di patteggiare sei dei sette protagonisti della vicenda, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta, rivelazione di segreto d'ufficio. L'unica tra le persone arrestate l'8 maggio scorso per la quale si aprirà il processo è Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture lombarde, che dovrà comparire in aula il 2 dicembre prossimo.

Il giudice per l'udienza preliminare Ambrogio Moccia ha inflitto una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per l'ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, già condannato in passato ma riabilitato, definito il "capo, promotore e organizzatore dell'associazione, con funzioni direttive degli altri associati", e di 3 anni e 2 mesi della sua longa manus all'interno dell'organizzazione, l'esponente di Ncd ligure Sergio Cattozzo, che al momento dell'arresto aveva con se i documenti che riportavano la contabilità dell'organizzazione con le cifre versate dal costruttore vicentino Enrico Maltauro.

Inferiore, invece, la condanna stabilita per Primo Greganti, ex funzionario del Pci protagonista della stagione di Mani Pulite, a cui sono stati inflitti 3 anni di carcere. Lui e il senatore Pdl Luigi Grillo (la pena per lui è di 2 anni e 8 mesi), per il gup, erano "gli organizzatori incaricati dell'attività di raccordo con il mondo politico sia con finalità di copertura e protezione in favore delle imprese di riferimento sia con finalità di appoggio ai pubblici ufficiali coinvolti nelle procedure di appalto allo scopo di assicurare agli stessi sviluppi di carriera nell'ambito degli enti e delle società pubbliche quale corrispettivo del trattamento riservato alle imprese".

A cadere nella rete sarebbe stato Angelo Paris "direttore generale della divisione construction and dismantling e responsabile ufficio contratti di Expo" che ben presto diventa parte attiva dell'ingranaggio" ponendo funzione e compiti di pubblico ufficiale costantemente al servizio degli interessi delittuosi perseguiti dal sodalizio".

Paris ha patteggiato 2 anni e 6 mesi e il suo contributo è stato importante per aiutare i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio a ricostruire il contesto in cui si muoveva la cupola degli appalti.

Il ruolo chiave resta quello dell'imprenditore vicentino Enrico Maltauro che era il punto di "riferimento dell'associazione con le funzioni di tenere i contatti con i pubblici ufficiali unitamente agli altri componenti dell'associazione e di dotarla di mezzi finanziari provvedendo stabilmente alla formazione delle provviste di denaro corruttive per le turbative destinate ai pubblici ufficiali" versando dal dicembre 2012 fino agli arresti "denaro contante" o fornendo "falsi contratti di consulenza e collaborazione con gli associati" come avvenne per gli appalti di Expo e di Sogin, e infine con la sottoscrizione di abbonamenti alla rivista Il Punto, diretta dal figlio di Frigerio, Angelo. Maltauro, coinvolto anche nell'inchiesta sulle Vie d'Acqua, per questa vicenda ha patteggiato 2 anni e 10 mesi.
 
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