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Coronavirus

Il rebus riaperture

Fase 2. Confesercenti: solo 6 imprese su 10 intendono riaprire dal 18 maggio

Incertezza, è questa la parola d’ordine che serpeggia tra le imprese per la riapertura. Per Confesercenti il 62% aprirà, il 23% resterà chiuso. Gli  indecisi sono l’11%

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Serrande aperte per 6 imprese su 10, tra negozi, bar e ristoranti, a partire da lunedì 18 maggio. A trattenere le imprese dalla riapertura è soprattutto la paura di lavorare in perdita, ma anche il rebus delle regole di sicurezza e la paura del coronavirus.

E’ il quadro che emerge dal sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della ristorazione.

Gli imprenditori intenzionati ad aprire lunedì 18 maggio sono il 62%, contro un 27% che ha invece già deciso di rimanere chiuso. Tocca l’11% la percentuale di chi non sa cosa fare e deciderà durante il fine settimana. Tra chi rimarrà sicuramente chiuso, il 68% indica come motivazione la mancata convenienza dell'apertura.
 
L’insicurezza
Ma c'è anche un 13% che comunque continua ad avere timori legati alla sicurezza, anche per la lunga incertezza sulla normativa relativa. Un caso emblematico – si legge nel sondaggio - è quello dei mercati: ogni comune sta provvedendo al proprio protocollo, spesso contrastante con gli altri, gettando nell'incertezza gli imprenditori. La poca chiarezza incide anche per il 13% di operatori che non ha ancora adeguato il locale e/o l'organizzazione del lavoro alle nuove disposizioni.
 
Le spese da sostenere
Un compito sul quale pesano i lavori che dovranno sostenere, tra sanificazione, Dpi per i lavoratori e i clienti: 8 negozi e pubblici esercizi su 10 certificano di non essere riusciti a procurarsi le mascherine a prezzo calmierato.
 
Il futuro precario
Cresce, in generale, la paura di non riuscire a superare la fase difficile: il 36% degli imprenditori teme di chiudere l'attività, ed un ulteriore 41% ritiene di essere a rischio in caso di inattesi prolungamenti dell'emergenza. Entrambi i dati sono in crescita, rispettivamente del 4 e del 6%, in confronto alla rilevazione precedente, condotta lo scorso 14 aprile. Quasi l'82% sono comunque preoccupati per il futuro.
 
Condizioni “antieconomiche”  
"Per le imprese la riapertura è una corsa ad ostacoli e contro il tempo. L'accordo di questa notte tra Conferenza Stato-Regioni e Governo apre uno spiraglio importante, forse decisivo per uscire dall'incertezza che ha caratterizzato il tema delle riaperture fino ad oggi - scrive Confesercenti - più di tutti è pesata la previsione di essere costretti a lavorare in condizioni antieconomiche. Gli imprenditori temono l'impatto della rigidità delle linee guida sulle attività, e di rimanere schiacciati tra l'aumento dei costi di gestione e il prevedibile calo dei ricavi. Sono preoccupati, inoltre, anche dal tema delle responsabilità legali. Bisogna cambiare passo: servono linee guida applicabili e aiuti economici diretti alle imprese per sostenerle anche in questa delicata fase della ripartenza".
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