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POLITICA

La lettera

Forza Italia in crisi licenzia 55 dipendenti su 86

I tagli riguardano il personale impiegato a Roma, Arcore e Milano. Via anche la segreteria di Berlusconi. 'Colpa' del taglio del finanziamento pubblico

Silvio Berlusconi
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di Emilio Fuccillo "Nella mia storia di imprenditore non ho mai licenziato nessuno", amava ripetere Silvio Berlusconi ai suoi e agli elettori. Ma i tempi cambiano e oggi l'ex cavaliere, con il suo partito in crisi di consensi e ancor più di denari, licenzia e licenzia tutti.

E' datata 1° dicembre la lettera, a firma della tesoriera forzista Mariarosaria Rossi, con cui Forza Italia comunica l'intenzione di porre fine al rapporto lavorativo con 55 dei suoi 86 dipendenti. Nel lettera, di cui RaiNews è entrata in possesso, sono indicati ruoli e posizioni di quanti si troveranno senza più lavoro e, tra questi, figurano anche "segreteria, consigliere e portavoce" del presidente, cioè i diretti collaboratori di Silvio Berlusconi.

Il quasi azzeramento fa vittime illustri, e tra queste Roberto Gasparotti, ormai ex uomo immagine berlusconiano, a fianco dell'ex premier fin dai tempi del celebre collant sulla telecamera del primo video del ‘94. Ma anche i due riservatissimi addetti stampa da 15 anni in servizio ad Arcore, a conoscenza anche di ogni documento riservato transitato da Villa San Martino. 

L'
elenco dei licenziati (solo numeri, senza nomi nel documento ma con una chiara indicazione di genere) è impietoso: 6 della segreteria del Presidente a Roma e Arcore, 2 impiegati presso il consigliere politico del Presidente, 1 alle dipendenze del portavoce, 1 dell’ufficio del personale, 11 dell’amministrazione, 9 dei servizi generali, 8 dell’organizzazione e altri a seguire fino a quota 55.

Le ragioni di questo licenziamento di massa, spiega chiramente la missiva, sono da ricercare nell'abolizione del finanziamento ai partiti. "Totale abolizione - si legge nel testo - con effetto immediato per il nostro Movimento, del diretto finanziamento pubblico", e ancora, per "la forte limitazione della possibilità di raccolta dei contributi volontari" e, in ultimo, per la "mancanza di riscontri positivi all'introduzione della destinazione del 2 per mille". La conseguenza, spiega la Rossi, è che la spesa "sostenibile" per il personale è di 1 milione 600 mila euro e non più i 5 milioni 700 mila euro sborsati fino all’anno scorso. 

Ai dipendenti viene offerto un "incentivo all'uscita", accordato a chi accetterà di lasciare il posto senza nessuna vertenza, quantificato in almeno "4 mensilità nette".

Il licenziamento collettivo potrebbe però non essere privo di conseguenze per il partito di Berlusconi. Come infatti fanno notare i sindacati, nonostante il profondo rosso (oltre 25 milioni di euro), lo scorso anno il partito ha assunto 53 dipendenti ex Pdl e oggi ne licenzia 55, e tra questi figurano lavoratori con anzianità ventennale in Forza Italia. Tutti, fanno notare, con stipendi da 1400 euro.
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