POLITICA
Il caso
Il Pdl avvia la procedura di licenziamento collettivo e manda a casa 41 dipendenti su 42
Il partito ha avviato le procedure per mettere in cassa integrazione a zero ore tutti i suoi dipendenti a tempo indeterminato nelle sedi di Roma, Milano e Catanzaro. Colpa della "fine dell'attività politica" ma anche del taglio "draconiano" del finanziamento pubblico
Dopo 4 anni e mezzo di vita, lo scorso autunno, è finita l’esperienza del Pdl, il partito nato sul predellino e naufragato sulle divisioni che, via via, hanno allontanato i destini di Silvio Berlusconi e dei suoi alleati. Ultima tappa e pietra tombale della diaspora, la separazione dell’ex cavaliere dal suo delfino Angelino Alfano. Separazione frutto della diversa visione dei due, all’epoca rispettivamente numero 1 e 2 del Pdl, sulla condanna di Berlusconi e soprattutto sulle conseguenze che questa avrebbe dovuto avere sulla vita del governo Letta, nato sulle spalle di una coalizione formata dal Pd e dal Pdl. Alfano e i “governativi” erano per continuare l’esperienza della grande coalizione, e così hanno fatto. Berlusconi e i “falchi” volevano invece rompere e rottura è stata, ma non solo col governo.
Oggi, a circa 8 mesi dalla fine politica del Pdl, l’ex Popolo della Libertà ha avviato le procedure di “licenziamento collettivo” per i suoi dipendenti ancora stipendiati. E lo fa pochi giorni dopo l'allarme lanciato da Berlusconi stesso che aveva sottolineato come le casse della sua nuova creatura politica fossero drammaticamente a secco. Si tratta, come si legge nei documenti, di 41 esuberi su un totale organico di 42 persone e riguarda le sedi di Roma, Milano e Catanzaro. E non si tratta di collaboratori o lavoratori a tempo determinato cui non viene rinnovato il contratto ma, tutti e 41, sono contratti a tempo indeterminato che vengono cessati. Come si legge nei documenti “il rapporto di lavoro dei suddetti lavoratori è regolato dal vigente contratto collettivo nazionale delle Aziende del Terziario, con l’esclusione di coloro per i quali (…) il contratto di riferimento è il contratto collettivo nazionale dei giornalisti”.
Sul fronte tempi, verranno seguiti quelli stabiliti dalla legge per le procedure del licenziamento collettivo. L’unica certezza è, per ora, che verranno richiesti 12 mesi di cassa integrazione in deroga a zero ore per tutti i 41 interessati. Periodo che può essere eventualmente esteso dagli Enti competenti.
Per quanto riguarda poi la possibilità di recuperare anche solo una parte degli esuberi nella nuova creatura politica nata dalle ceneri del Pdl, Forza Italia, il partito di Berlusconi, contattato telefonicamente, non fornisce informazioni. Ma, sempre nei documenti in possesso di RaiNews, si legge che l’unica speranza risiede “nell’ipotesi della possibile ricompattazione delle forze politiche che fanno parte del centro destra presso l’associazione che unitariamente le comprenda”.