POLITICA
Parla l'ex Governatore del Veneto
Mose, Galan si difende: "Non ci sono prove che abbia ricevuto denaro"
Il deputato di Forza Italia in conferenza stampa a Montecitorio dove ha depositato la memoria difensiva sul caso. La Procura accusa: intercettazioni che gli attribuiscono fondi all'estero
Nelle carte dell'inchiesta Mose si parla di "cospicue operazioni commerciali nel Sud Est asiatico" nell'ordine di cinquanta milioni di dollari, trovate in documenti in possesso del "prestanome" Paolo Venuti, per le quali emergerebbe "la riconducibilità alla famiglia Galan". Lo affermano i pm nella richiesta al gip degli arresti del 4 giugno scorso.
"Non ci sono prove che io abbia ricevuto denaro". La difesa di Gianfranco Galan, deputato di Forza Italia su cui pesa la richiesta di arresto della Procura di Venezia nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti truccati del Mose, parte da questa affermazione.
Nella conferenza stampa a Montecitorio per illustrare i contenuti della memoria difensiva depositata in Giunta per le autorizzazioni della Camera, l'ex governatore del Veneto parla della sua storia politica e professionale, cercando di spiegare perché alcune somme di denaro sono state trovate in suo possesso. Ma Galan racconta anche di un ciclone che lo ha investito, umano, mediatico e giudiziario e ribadisce più volte che non ha nessuna delle colpe che gli vengono attribuite.
Poi, il presidente della commissione Cultura di Montecitorio passa in rassegna la sua situazione patrimoniale, sottolineando che anche su questo aspetto sono state dette quelle che lui definisce "fesserie colossali". Una situazione che avrebbe comunque voluto illustrare ai magistrati che però, dice, "volevo fossero i primi a ascoltare. Non hanno voluto farlo e ora io sono qui".
L'elenco di Galan parte da una casa acquistata a un'asta giudiziaria nel 1999 per 300 milioni di lire da un dentista di Pantelleria, dopo che l'asta era andata deserta 15 volte. Galan afferma che il suo acquisto è del 2005 per un prezzo di poco inferiore a un milione di euro, quindi sei volte in più rispetto al primo acquisto perché era già restaurata (e Galan mostra le foto della casa prima che la comprasse). Il dentista l'avrebbe quindi restaurata prima, le cifre spese da Galan sono 400mila euro nella parte centrale e 300mila euro, in tutto 700mila euro per i quali il deputato ricorda di aver contratto un mutuo per 200mila euro, e i lavori non sono finiti nel 2011 ma nel 2007. L'unica colpa che Galan ammette è quella di aver tardato la dichiarazione di fine lavori per un motivo fiscale, per il pagamento dell'Ici.
Infine un'altra precisazione che l'ex presidente veneto tiene a fare e riguarda sua moglie. Sui giornali era stato scritto che la moglie facesse la cubista. Nulla di vero dice Galan: "Mia moglie non faceva la cubista, non ha neppure il fisico anche se è una bellissima donna a cui voglio bene. Quando mi ha conosciuto lavorava nel volontariato ed è stato licenziata. Almeno questo".
Non solo, l'ex governatore veneto smentisce anche di avere "18 conti correnti" e di avere "interessi in Indonesia sul gas". "Io ho un attivo di 702 mila e rotti euro, non sono nato entrando in politica eppure del patrimonio accumulato prima nessuno ne tiene conto, soprattutto la Guardia di Finanza"che calcola solo "l'imponibile" da quando "sono in politica, "è l'unica voce che la Finanza mette a mio carico, ma si dimentica altre voci che sono il 70-80%" del reddito. Giancarlo Galan smentisce anche che il conto corrente con 50 mila euro a San Marino sia suo. "La firma" messa per prelevare quei soldi "è falsa ed è attestata da due perizie grafiche".