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ITALIA

La protesta

Genova, i lavoratori Ilva occupano la sala del Comune:"Staremo qui finché il governo non ci convoca"

Tutto è cominciato questa mattina, quando il corteo, che stava dirigendosi in Prefettura, ha improvvisamente deviato verso il Municipio e ha occupato il cortile. I lavoratori chiedono che vengano rispettati l'accordo di programma per l'Ilva di Cornigliano siglato in Regione Liguria nel 2005

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Nervosismo e tensione tra i lavoratori dell'Ilva davanti a una delle porte di ingresso alla sala antistante l'aula del consiglio comunale di palazzo Tursi. I lavoratori chiedevano di entrare per organizzarsi per la notte. Dopo una ventina di minuti la porta e' stata aperta a spallate e circa un centinaio di lavoratori e' entrato nella sala occupandola.

L'occupazione era iniziata questa mattina in cortile. Il corteo, aperto dallo striscione 'Pacta sunt servanda', che inizialmente doveva recarsi in Prefettura, ha fatto una improvvisa deviazione e i lavoratori sono entrati in Municipio. La Fiom ha annunciato che continuerà l'occupazione di Palazzo Tursi finché il prefetto di Genova "non ci darà una data precisa per l'incontro con il governo", ha detto il segretario generale Genova Bruno Manganaro.

Sputi e insulti contro il segretario locale Pd
Contestazioni con sputi e insulti da parte dei lavoratori dell'Ilva al segretario genovese del Pd all'uscita da palazzo Tursi. Gli operai hanno inseguito il segretario genovese del Pd all'uscita dal Comune e lo hanno fermato. "Sono preoccupato come voi - ha spiegato Terrile circondato da un gruppo di manifestanti che chiedevano il rispetto dell'Accordo di programma -. Ciò che abbiamo fatto a Roma non risolve, ma una prima risposta la dà. Oggi avere il 70% è meglio di niente". Affermazioni criticate con insulti e sputi dai dimostranti. I rapporti tra il Pd e i lavoratori dell'Ilva hanno subito un deterioramento a causa delle affermazioni fatte dal segretario del Pd che all'assemblea regionale del partito aveva detto alla platea dei delegati: "non possiamo più permetterci di pagare con i soldi della riqualificazione di Cornigliano le integrazioni degli stipendi dei lavoratori dell'Ilva. Ed è l'ora di rivedere l'accordo di programma per garantire un futuro industriale e l'occupazione in quelle aree".

3519 esuberi temporanei
Sono 3519 gli esuberi temporanei indicati dall'Ilva ai sindacati durante l'incontro odierno, che si tiene nello stabilimento di Taranto, relativo all'avvio della consultazione per la proroga dei contratti solidarietà. Nello specifico: 1713 nell'area Laminazione e tubifici, 975 nell'Area Servizi, Staff e Manutenzioni e 831 nell'area fusoria. La fermata potrà essere totale o completa, sia pure per periodi parziali, per tutti gli altri reparti alimentati dalle produzioni area a caldo dello stabilimento di Taranto. Il provvedimento farà data dal 3 marzo e avrà la durata di 12 mesi. Sarà interessata, nella ripartizione delle ore lavorative, una platea di 11.033 lavoratori. Lo scorso anno fu concordato un numero massimo di 4.074 unità.

L'azienda ha ricordato che l'assetto di marcia è dettato dalla fermata degli impianti imposta dalle prescrizioni Aia e dalla crisi di mercato. La produzione giornaliera sarà di circa 17mila tonnellate al giorno di acciaio rispetto alle 30mila tonnellate al giorno producibili in pieno assetto produttivo. "Ciò - spiega l'azienda nel documento consegnato ai sindacati - porterà inevitabilmente a una ridotta alimentazione dei reparti a monte e a valle dello stabilimento di Taranto e delle altre unità produttive"

Cosa prevedeva l'accordo del 2005
L'accordo di programma per l'Ilva di Cornigliano, siglato nel 2005 in Regione Liguria, prevedeva che a fronte della chiusura dell'attivita' a caldo dello stabilimento venisse attuato un percorso di continuita' occupazionale e del reddito. L'accordo, siglato da 5 ministeri oltre che da enti locali e Autorita' portuale, era stato sottoscritto in un momento positivo per l'azienda con la finalita' di una tutela ambientale per il territorio ed e' stato lo strumento che ha permesso, in questi anni, di mantenere i livelli occupazionali per 1.650 lavoratoti dello stabilimento genovese. A oggi sono circa 750 i lavoratori interessati dai contratti di solidarieta' ma l'azienda, dopo che e' stato bloccato un primo emendamento alla legge di stabilita' che avrebbe dovuto stanziare i fondi per integrare il reddito dei lavoratori al 70%, circa 10 milioni in due anni, ha fatto sapere che non potra' mantenere questo impegno. Attualmente all'esame del governo c'e' un secondo emendamento, presentato dal parlamentare Pd Lorenzo Basso, che prevede un milione e 700 mila euro fino a settembre di quest'anno per integrare il reddito dei lavoratori con contratto di solidarieta' dal 60% al 70%, contro i due anni inizialmente previsti ma non prevede alcun finanziamento per i lavori socialmente utili ne' definisce alcun investimento nella banda stagnata che garantirebbe il futuro dello stabilimento di Cornigliano.

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