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ITALIA

I numeri e il giro d'affari

Giochi e scommesse: Italia, il Paese dei record

Oggi, in totale, i punti con licenza nei quali ci si può recare fisicamente per scommettere sono circa 9.000 e nel 2014 gli italiani hanno destinato complessivamente ai giochi, nei circuiti muniti di regolare licenza, una cifra che ha superato gli 80 miliardi di euro. Siamo il primo paese al mondo per l’acquisto dei gratta e vinci (superando Francia e Cina), ne stampiamo un quinto della produzione di tutto il mondo, abbiamo il record di apparati elettronici da gioco: circa 416.000 macchinette (una ogni 150 abitanti), circa 50.000 video lottery (un terzo di quelle presenti in tutto il mondo)

Gioco d'azzardo
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Roma "Dove ci sono interessi economici c'è la 'ndrangheta e questa operazione ne è l'ulteriore riprova". Così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha sintetizzato l'esito dell'operazione "Gambling" (gioco d’azzardo), coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta da guardia di finanza, carabinieri, squadra mobile e Dia che oggi ha portato a il sequestro di 11 società estere e 45 italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, oltre 1.500 punti commerciali per la raccolta di giocate e svariati immobili per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro. Il volume di affari di una singola agenzia, secondo gli investigatori, era di 200 mila euro realizzati in pochi giorni. Tra l'altro è emerso che in Calabria il volume delle giocate è in generale di gran lunga maggiore alla media di altre regioni italiane.

Ma quanti sono i punti commerciali che effettuano la raccolta delle scommesse in Italia?

Il Governo, nella fase di preparazione della sanatoria dello scorso anno, aveva stimato che avrebbero aderito circa 3.500 punti commerciali per regolarizzarsi e, sempre per il Governo, quella cifra verosibilmente rappresentava la metà di tutti i centri sprovvisti di concessione. L’avv. Giulio Coraggio dello studio legale internazionale DLA Piper, uno dei massimi esperti del settore dei giochi e delle scommesse, sostiene che  alla sanatoria hanno aderito in 2.194. Questi i numeri ci aiutano a capire l’importanza dell’operazione coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. “Sequestri e indagini di questa portata non ne ricordo” ha detto l’avvocato Coraggio.

Oggi, in totale, i punti con licenza nei quali ci si può recare fisicamente per scommettere sono circa 9.000 e nel 2014 gli italiani hanno destinato ai giochi, nei circuiti muniti di regolare licenza, una cifra che ha superato gli 80 miliardi di euro (totale della raccolta) e l’erario ha incassato circa 8 miliardi di euro. A queste cifre occorre aggiungere, poi, tutto il giro d’affari dei centri sprovvisti di concessione.

Alcuni dati ci aiutano a capire quanto le irregolarità riscontrate nelle attività legate alle scommesse siano estremamente diffuse: su 55.544 spazi web dedicati al gioco d'azzardo controllati nel 2014 dalla Polizia Postale, sono state effettuate circa 49.000 segnalazioni ai Monopoli, per riscontrate irregolarità. Anche nei primi quattro mesi del 2015 l'attività di polizia ha dato gli stessi risultati:su 2.227 siti monitorati ne sono stati segnalati ai Monopoli ben 2.210. La guardia di Finanza, tra gennaio e novembre 2014,  ha effettuato 9.015 controlli nei quali hanno riscontrato 3.063 violazioni a carico di un numero di persone addirittura superiore a quello degli interventi effettuati: verbalizzati 9.981 soggetti e scovati 2.646 punti clandestini di raccolta di scommesse irregolari.

L’Italia, in questo complesso mondo delle scommesse e dei giochi, è il Paese dei record a livello mondiale: siamo il primo paese al mondo per l’acquisto dei gratta e vinci (superando Francia e Cina) e ne stampiamo un quinto della produzione di tutto il mondo. Infine abbiamo il record di apparati elettronici da gioco: circa 416.000 macchinette (una ogni 150 abitanti), più circa 50.000 video lottery (un terzo di quelle presenti in tutto il mondo).

Il col. Gaetano Scillia, capocentro della Dia di Reggio Calabria, ha evidenziato come a Reggio Calabria nel 2012, a fronte di un Pil locale di 8 miliardi di euro, ci siano stati 800 milioni di euro di giocate, pari al 10%, "dati che evidenziano - ha sottolineato - la presenza di un sommerso economico".

Secondo l’avv. Coraggio “il sommerso ipotizzato è praticamente pari a quello ufficiale”. Ma a cosa va incontro chi opera senza licenza?  “Sommando i reati che possono essere contestati, le sanzioni risulteranno anche molto pesanti – ha detto l’avv. Coraggio - Perché alla sanzione principale, che va dai sei mesi ai tre anni di reclusione per il solo fatto di non avere la licenza, si vanno a sommare altre possibili contestazioni: reati fiscali, perché non si pagano le tasse su introiti illegali, il reato di autoriciclaggio, per  l’utilizzo di denaro proveniente da attività illecita e ancora si può ipotizzare anche l’associazione criminale se l’attività viene svolta insieme ad altri soggetti.

Sono previste contestazioni penali anche per i giocatori  - avverte l’avvocato - perché anch’essi, se colti a partecipare ad un gioco d'azzardo, sono passibili di pene detentive, anche se  molto più contenute, e anche per loro si possono sommare più reati: fiscali, perché non essendoci stata una trattenuta alla fonte il vincitore dovrebbe pagare le tasse sulla vincita ma si trova nella condizione di non poter denunciare quel guadagno perché frutto di un’attività illecita, e riciclaggio per l’uso di denaro proveniente da attività illegale. Insomma – conclude l’avv. Coraggio – i giocatori che scommettono con chi non ha una regolare licenza si sottopongono a rischi molto alti e di carattere penale”.
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