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POLITICA

Fiducia

Governo Renzi, ora tocca alla Camera

Dopo la fiducia ottenuta nella notte al Senato, l'esecutivo è ora all'esame di Montecitorio. Iniziata la discussione il voto arriverà solo in serata. "Da domani si lavora sul serio", twitta il neopremier che prima di entrare in Aula incontra la moglie e la compagna dei due marò. E il premier britannico Cameron telefona a Renzi per fargli gli auguri

Renzi e Delrio ieri al Senato
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Ottenuta la fiducia a palazzo Madama, il governo Renzi passa ora all’esame della Camera. Il neopremier è arrivato a Montecitorio intorno alle 10, orario d’inizio della discussione, e prenderà la parola verso le 16.45. Alle 20 il via alle operazioni di voto. Forza Italia apre sulle riforme, ma con il Movimento 5 Stelle prosegue lo scontro: Roberta Lombardi avrebbe querelato la presidente della Camera, Laura Boldrini. E dal democratico Stefano Fassina (ex viceministro dell'Economia col governo Letta che si dimise proprio in contrasto con Renzi segretario Pd) arriva un intervento durissimo nei confronti del premier al quale accorderà la fiducia ma non si tratterà di una delega in bianco. Fassina, peraltro, ha già chiesto le dimissioni del ministro Guidi
 
Sarà una giornata lunga a Montecitorio dove le opposizioni hanno chiesto un allungamento dei tempi a disposizione per il dibattito in merito alla fiducia da accordare al nuovo esecutivo. Allungamento che è stato concesso dalla presidente dell’Aula Laura Boldrini e che durerà quindi 6 ore, invece delle abituali 3.
 
Nonostante il dilatarsi dei tempi il passaggio a Montecitorio è in realtà per il nuovo governo poco più che una formalità, almeno dal punto di vista dei numeri. L’esecutivo può infatti contare alla Camera su un numero di voti molto più ampio di quanto non accada in Senato. E fiducia che ieri notte, a palazzo Madama, è infatti arrivata con numeri esigui. Appena 169 sì per il governo Renzi che, rispetto alle aspettative date dall’aritmetica somma dei voti dei partiti che sostengono il governo, ha perso qualche senatore.
 
E in qualche modo lo stesso Renzi considera il passaggio di oggi a Montecitorio come una tappa da onorare, è non a caso arrivato puntualissimo all’appuntamento dopo un consiglio dei ministri lampo, ma comunque dall’esito scontato. Già il primo cinguettio del segretario del Pd, arrivato alle 7 del mattino, gettava lo sguardo sui prossimi impegno del governo.
 




Prima di entrare in Aula, il premier  ha incontrato la moglie di Salvatore Girone e la compagna di Massimiliano Latorre, i due marò italiani in India. E, in Aula, Renzi ha segnato un piccolo record presentandosi con il suo pc. E' infatti la prima volta che un presidente del consiglio italiano usa il proprio laptop seduto ai banchi del governo.

Biancofiore: "Darei la fiducia come persona, ma non come maggioranza"
Tra le curiosità dei vari interventi, molti dei quali in linea con quelli pronunciati ieri dai colleghi del Senato, va segnalata quello della deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore, che ha definito Renzi "gagliardo": "Non è radical chic - ha spiegato la fedelissima di Berlusconi -, parla alla pancia del Paese come noi, appartiene alla generazione Apple di Steve Jobs, sembra che la sua sia autentica passione per il Paese, io darei la fiducia a Matteo Renzi come persona ma non come maggioranza e poi da lei mi aspettavo di più, che andasse oltre il coraggio". Da Forza Italia arrivano due altri due no, quello di Daniele Capezzone e del capogruppo Renato Brunetta. "Voteremo no alla fiducia al governo Renzi, ma al presidente del Consiglio auguriamo buon lavoro" ha Capezzone. Mentre Brunetta afferma: "Non ho visto alcun punto del programma. Ho visto dei titoli, e sulla base dei titoli ovviamente noi non possiamo votare nessuna fiducia. La fiducia è una cosa seria, non si dá a scatola chiusa".

Malumori Pd
Tra i primi a prendere la parola a Montecitorio, Stefano Fassina, esponente della minoranza del Partito democratico. Fassina chiarisce che voterà la fiducia al governo Renzi, ma "non sarà una delega in bianco, valuterò nel merito tutti i provvedimenti e darò il mio contributo costruttivo".




E fuori dall'Aula anche Pippo Civati non ha risparmiato l'ennesima stoccata al neopremier: "Non siamo malpancisti, siamo razionali. A me sembra un pasticcio incredibile quello che stiamo facendo. Nessuno ha rvoluto prendere in considerazione il disagio al Senato, ma segnalo che se non ci fossero stati i perfidi senatori civatiani la maggioranza l'avrebbero assicurata soltanto i senatori a vita". Stoccata ribadita poi a Montecitorio da Civati che ha detto al premier: "Ciao Matteo, devo dirti in due minuti che stai sbagliando. La nostra generazione sta andando al governo non con il voto popolare ma con una manovra di palazzo che neanche Mariano Rumor avrebbe fatto". Il sì alla fiducia della minoranza Pd comunque, almeno per oggi, non è in discussione.

M5S all'attacco: "Renzi e Padoan figli di troika"
Scintille tra la presidente della Camera, Laura Boldrini, e il capogruppo di M5s, Fabio Sibilia, durante la discussione in Aula. "Lei parla di un fisco amico, un fisco diverso. Mi verrebbe da dire 'come se fosse antani'", ha detto Sibilia citando una battuta del film “Amici miei”. E ancora "A Matte’ sveglia!!". La presidente ha reagito invitando Sibilia a tenere un atteggiamento consono all’Aula e a rivolgersi in modo rispettoso al premier, seduto ai banchi del governo: "Si esprima in modo adeguato", ha affermato Boldrini scatenando le proteste del gruppo. La richiesta non ha sortito effetti. "Tu, Matteo Renzi, e il ministro Padoan siete figli di troika", ha concluso Sibilia. 

Lega: "Via il patto di stabilità"
"Non sono prevenuto rispetto al governo, lo valuto sui fatti", ha ribadito il presidente della Lombardia, il leghista Roberto Maroni. "Renzi ne ha sparate tante", ha aggiunto a margine del Consiglio regionale ricordando che la Lega voterà no alla fiducia, ma "l'unico modo perchè forse cambiamo opinione sarebbe che Renzi abolisse il Patto di Stabilità". Se il premier lo farà, ha detto Maroni, "sarà anche il mio presidente del Consiglio".

Cameron chiama Renzi
Il premier britannico David Cameron ha telefonato oggi pomeriggio al presidente del Consiglio Matteo Renzi per congratularsi per l'incarico. Lo hanno detto all'Adnkronos fonti diplomatiche, precisando che si è trattato di una "telefonata molto amichevole", durante la quale i due leader hanno condiviso la necessità di "un'Europa più efficiente, più snella e più rapida, in grado di parlare ai cittadini". Renzi e Cameron hanno poi convenuto di "vedersi al più presto".

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