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POLITICA

Botta e risposta all'Europarlamento

Il Ppe risponde a Renzi: "I debiti non creano futuro, lo distruggono". Il premier: "No a lezioni"

Botta e risposta a Strasburgo tra il primo ministro italiano e il Ppe. "Mantenere il rigore" dice il capogruppo tedesco dei popolari, e Renzi gli risponde: "Fu Berlino a sforare i vincoli"

Matteo Renzi a Strasburgo
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"I debiti non creano futuro, lo distruggono". Ai popolari europei, che pur sono alleati del Pse di cui Matteo Renzi è esponente e "socio di maggioranza", non è piaciuto il discorso del premier italiano. Almeno nella sua parte dedicata alla crescita ritenuta insipensabile dall'ex sindaco di Firenze per il futuro dell'Unione. Duro il nuovo capogruppo del Ppe che ha chiamato in causa proprio l'Italia, e altrettanto dura la replica di Renzi: "Fu Berlino a violare i vincoli".

Il capogruppo del Ppe Manfred Weber, della Cdu tedesca, ha infatti replicato a Renzi con parole molto dure spiegando che "dobbiamo continuare" sulla linea del rigore. Weber ha quindi sottolineato che "l’Italia ha il 130% di debito", domandandosi "dove prende i soldi" ed aggiungendo che Renzi ha chiesto "più tempo per fare le riforme" e che "Barroso lo ha concesso alla Francia" ma "le riforme non si sono viste". Weber ha quindi insistito: "Nessuna differenza tra grandi e piccoli nella Ue", argomentando sulla linea del Ppe contro la concessione della "flessibilità" e di "più tempo" per fare le riforme, ha spiegato: "Come possiamo essere sicuri che saranno fatte? E come spieghiamo a Irlanda, Portogallo, Grecia, Cipro e Spagna che con i Paesi del G7 siamo più flessibili?". Ed in chiusura, rivolto al premier italiano: "Ha chiesto di avere fiducia, ma quello che si promette si mantiene".

Ed altrettanto dura è stata la risposta del primo ministro italiano: "Se il capogruppo del Ppe parlava per la Germania, vorrei ricordare che proprio in questa sala fu concesso al suo Paese non la flessibilità ma di violare i limiti, cosa che ha consentito alla Germania di crescere". Renzi quindi, rivolgendosi all'assente Weber "che ha sicuramente impegni più importanti", ha continuato: "Non abbiamo paura dei giudizi, ma dei pregiudizi. Il nostro Paese non solo ha una grande storia ma ha un futuro. E se qualcuno immagina di venirgli a fare le lezioni ha sbagliato posto". Rivolgendosi poi al leader dell'Ukip Nigel Farage: "Si possono voltare le spalle all'Inno  ma non ai problemi reali".
 
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