ITALIA
Patriarca di una delle famiglie più importanti della siderurgia italiana
E' morto Emilio Riva, patron del colosso siderurgico Ilva: aveva 88 anni ed era malato da tempo
Era una delle 53 persone per le quali la Procura di Taranto ha chiesto al gup il rinvio a giudizio con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Il processo comincerà il 19 giugno prossimo. Nell'ambito della stessa inchiesta, nel 2012 era finito ai domiciliari per un anno, sino al luglio scorso
Il 'ragiunatt' - come amava farsi indicare, anche se di recente aveva ricevuto una laurea ad honorem in ingegneria - aveva cominciato da raccoglitore di rottami di ferro, per poi diventare negli anni del boom economico un vero e proprio imprenditore dell'acciaio nel nord dell'Italia ed anche all'estero, con numerosi stabilimenti produttivi. Fino ad acquisire negli anni Novanta, grazie a una forte e immediata solvibilità, il controllo dell'Ilva, cioè della siderurgia di Stato.
Le principali tappe della sua carriera imprenditoriale
Nel 1954 a soli 28 anni fondò la Riva & C. insieme al fratello Adriano, commercializzando rottami ferrosi, destinati alle acciaierie del Bresciano. Tre anni dopo realizzò la prima acciaieria a Caronno Pertusella (Varese) dove, nel 1964, installò, primo al mondo, la macchina a colata continua. Fra gli anni Sessanta e Settanta Riva acquista acciaierie nel Nord Italia, in Spagna, e Francia.
Nel 1988, diventando azionista di maggioranza della società Acciaierie di Cornigliano, con quote di minoranza affidate all'Ilva (già Italsider), Riva diede vita alla prima società mista a partecipazione statale. In questo modo la produzione del Gruppo raddoppiava e la sua gamma di prodotti si estende alle bramme (semilavorati destinati alla laminazione in prodotti piatti). Nell'aprile del 1995 Riva portò a termine la seconda grande operazione rilevando dall'Ilva lo stabilimento siderurgico di Taranto, già attivo dal 1961. In un solo anno, tra il 1994 e 1995, la produzione di acciaio incrementò da 6 a 14,6 milioni di tonnellate e quella di laminati da 5 a 12,8 milioni di tonnellate.
L'inchiesta sull'Ilva
Emilio Riva era una delle 53 persone per le quali la Procura di Taranto ha chiesto al gup Wilma Gilli il rinvio a giudizio con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Il processo comincerà il 19 giugno prossimo. L'accusa scaturisce dalle conclusioni dell'inchiesta giudiziaria "Ambiente Svenduto" della Procura di Taranto che il 26 luglio del 2012 aveva portato al sequestro senza facoltà d'uso degli impianti dell'area a caldo del siderurgico e all'arresto ai domiciliari dello stesso Emilio Riva insieme ad altre persone. Riva è stato agli arresti domiciliari per un anno, sino al luglio scorso.