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ITALIA

Procedura d'infrazione già aperta sullo stabilimento

Bruxelles incalza Italia: l'Ilva è fuorilegge

Secondo fonti europee, la Commissione Ue è pronta a inviare a Roma una nuova messa in mora per violazione di alcune direttive sulle emissioni industriali 

Lo stabilimento dell'Ilva di Taranto
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Bruxelles L'Ilva ancora nel mirino dell'Ue. La Commissione europea incalza l'Italia per lo stabilimento siderurgico di Taranto. Nel quadro della procedura di infrazione già aperta, Bruxelles si appresta a inviare a Roma una nuova lettera di messa in mora per la violazione di alcuni articoli delle direttive sulle emissioni industriali e la Seveso, riferiscono fonti europee.

L'Ue solleva problemi sul mancato rispetto delle condizioni del permesso di operare e dei vincoli imposti dalla normativa europea che vorrebbe che gli impianti fossero utilizzati senza emissioni industriali significative. Ma anche perché, in caso di inadempienza, l'operatore è tenuto a prendere immediatamente le misure necessarie a ripristinare una situazione 'legale' nel minor tempo possibile. In merito alla direttiva Seveso, Bruxelles prefigura poi la violazione dell'articolo 5, che prevede che il rapporto sulla sicurezza sia riesaminato, e se necessario aggiornato periodicamente, almeno ogni cinque anni; un processo avviato nel 2008 ma che non risulta ancora concluso.

Richiesto procuratore speciale per Taranto
Intanto, la Procura di Taranto ha chiesto al giudice per le udienze preliminari la nomina di un procuratore speciale per la costituzione di parte civile del Comune di Taranto nel processo contro l'Ilva che parte il 19 giugno. Questo per superare la posizione di conflitto che c'è al momento tra il Comune e il sindaco di Taranto in merito alla vicenda giudiziaria. Le motivazioni sono diverse. La più importante riguarda il sindaco di Taranto, Ezio Stefano. Il primo cittadino della città pugliese è infatti tra i 53 soggetti - 50 persone fisiche e 3 giuridiche - per cui la Procura di Taranto ha chiesto al gup il rinvio a giudizio.

Lo statuto del Comune di Taranto prevede che sia il sindaco a decidere se l'ente da lui rappresentato debba costituirsi o meno parte civile in un procedimento penale. Ora il gup può accettare la richiesta della Procura e quindi procedere oppure porre il caso al prefetto di Taranto affinché nomini a sua volta un rappresentante legale che assicuri la costituzione di parte civile del Comune.
Il caso dell'incompatibilità del sindaco di Taranto era stato sollevato nei giorni scorsi, proprio con una lettera al prefetto, dal coportavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, che è anche consigliere comunale di Taranto per il movimento "Taranto Respira".
Nell'elenco delle persone per cui Procura ha chiesto il rinvio a giudizio ci sono, oltre al sindaco, che risponde di omissione di atti d'ufficio, anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, accusato di concussione per quelle che i giudici ritengono essere state sue pressioni sull'Arpa (Agenzia di protezione ambientale) affinché "ammorbidisse" i controlli sull'Ilva. Nell'elenco infine anche l'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro, l'ex assessore regionale alle Politiche giovanili, Nicola Fratoianni - oggi parlamentare di Sel ma all'epoca dei fatti braccio destro del governatore nell'esecutivo -, il direttore generale dell'Arpa Puglia,Giorgio Assennato. Questi ultimi tre accusati di favoreggiamento.
Per la Procura, avrebbero coperto Vendola e negato le sue pressioni pro-Ilva.
Il rinvio a giudizio è stato ovviamente chiesto anche per Emilio Riva e i figli Nicola e Fabio, proprietari dell'Ilva. Per loro l'accusa e' pesante: associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale.
L'udienza preliminare del 19 giugno non si terrà a Palazzo di Giustizia ma nella palestra del comando provinciale dei Vigili del Fuoco nella zona periferica di Taranto. Le aule giudiziarie si sono infatti rivelate inadatte per accogliere l'ampio numero di avvocati e rappresentanti delle parti in causa di un processo di primo grado, approdo di un'inchiesta che, tra la metà del 2012 e il 2013, ha registrato numerosi arresti e sequestri. 
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