ITALIA
L'Italia e l'immigrazione
In attesa di autorizzazione al largo di Pozzallo la nave danese Alexander Maersk con 110 migranti
La nave batte bandiera danese e, in attesa di ricevere l'autorizzazione a entrare nel porto, è stata rifornita di viveri e di beni di prima necessità. Il ministro Salvini: "Ong si scordino l'Italia". Guardia Costiera dirama nota alle navi: "Chiamare Tripoli per soccorsi"
Una nave cargo, la Alexander Maersk, battente bandiera danese, con a bordo un centinaio di migranti soccorsi nel Mediterraneo, è da ieri davanti al porto di Pozzallo. Secondo quanto si è appreso la nave è stata rifornita di viveri e di beni di prima necessità in attesa di ricevere l'autorizzazione a entrare nel porto.
Sulla nave ci sarebbero una parte dei migranti soccorsi dalla ong tedesca Lifeline. Dalla nave hanno riferito così le fasi del salvataggio: "Nel bel mezzo della notte abbiamo ricevuto un messaggio radio: gommone in pericolo. Non lontano da noi. Abbiamo offerto il nostro supporto ad Alexander Maersk, una grande nave porta container non effettivamente preparata per effettuare un salvataggio. Accettano per fortuna la nostra offerta. Ora siamo sul posto e il nostro equipaggio RHIB sta assistendo le persone mentre salgono a bordo su una scala di maglia da 5 metri".
I rhib sono gommoni a scafo semirigido che vengono utilizzati dalle navi di soccorso per raggiungere rapidamente i barconi dei migranti
Secondo Lifeline i migranti soccorsi dalla Maersk sono stati almeno per 30 ore a bordo del gommone con il quale sono partiti dalla Libia.
Il colosso della movimentazione di container Maersk afferma che la sua nave attende istruzioni dal Centro di coordinamento della Guardia costiera di Roma su dove sbarcare le persone soccorse in mare. Un portavoce della società, Mikkel Elbek Linnet, ha specificato che i migranti a bordo del cargo sono in totale 113 e che sono stati soccorsi in mare a Sud dell'Italia, ma non ha fornito dettagli sul salvataggio. "E' un antico codice di condotta", ha affermato Linnet, e ha aggiunto: "Non è la prima volta. Già altre due o tre volte negli anni recenti migranti sono stati raccolti" da navi della Maersk.
Sulla nave ci sarebbero una parte dei migranti soccorsi dalla ong tedesca Lifeline. Dalla nave hanno riferito così le fasi del salvataggio: "Nel bel mezzo della notte abbiamo ricevuto un messaggio radio: gommone in pericolo. Non lontano da noi. Abbiamo offerto il nostro supporto ad Alexander Maersk, una grande nave porta container non effettivamente preparata per effettuare un salvataggio. Accettano per fortuna la nostra offerta. Ora siamo sul posto e il nostro equipaggio RHIB sta assistendo le persone mentre salgono a bordo su una scala di maglia da 5 metri".
I rhib sono gommoni a scafo semirigido che vengono utilizzati dalle navi di soccorso per raggiungere rapidamente i barconi dei migranti
Secondo Lifeline i migranti soccorsi dalla Maersk sono stati almeno per 30 ore a bordo del gommone con il quale sono partiti dalla Libia.
Il colosso della movimentazione di container Maersk afferma che la sua nave attende istruzioni dal Centro di coordinamento della Guardia costiera di Roma su dove sbarcare le persone soccorse in mare. Un portavoce della società, Mikkel Elbek Linnet, ha specificato che i migranti a bordo del cargo sono in totale 113 e che sono stati soccorsi in mare a Sud dell'Italia, ma non ha fornito dettagli sul salvataggio. "E' un antico codice di condotta", ha affermato Linnet, e ha aggiunto: "Non è la prima volta. Già altre due o tre volte negli anni recenti migranti sono stati raccolti" da navi della Maersk.
Intanto il ministro dell'Interno Matteo Salvini continua a ribadire che "queste navi si possono scordare di raggiungere l'Italia". E in un altro post su Facebook racconta: "In questo momento le navi di due Ong (Open Arms, bandiera spagnola e Aquarius, bandiera di Gibilterra) sono nel Mediterraneo, in attesa di caricare immigrati".
Inoltre una nota dalla Guardia Costiera Italiana, chiede ai comandanti delle navi che si trovano nelle zone di mare Sar antistanti la Libia, ai sensi di una della Convenzione Solas (Safety of life at sea, firmata agli inizi del '900) di rivolgersi al Centro di Tripoli e alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso. Nel caso in cui si verifica un evento di 'distress', una richiesta di soccorso, nelle acque di Ricerca e soccorso della Libia, le autorità competenti sono quelle libiche e bisogna coordinarsi in primo luogo con loro. La Guardia costiera italiana scrive in un "messaggio circolare, di carattere tecnico-operativo" per tutte le navi che si trovano in zona libica nel momento in cui si verifica l'emergenza.
Il caso della Lifeline
La nave della omonima ONG tedesca è finita nel mirino del governo italiano, che dopo il soccorso ai migranti davanti alla Libia la tratta alla stregua di una nave pirata.
"Il centro di coordinamento dei soccorsi di La Valletta ha rifiutato, con la nota ufficiale che pubblichiamo in calce, qualsiasi tipo di intervento, se non il soccorso mirato a pochi casi di prima emergenza". Lo scrive su Facebook il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli. Per Malta, "quello della nave Ong è un caso post-SAR, dunque non di imminente pericolo - prosegue Toninelli -. Assurdo, dato che stiamo parlando di una nave con un carico circa cinque volte superiore le proprie effettive capacità". "La Lifeline non sta navigando verso Nord, ma è ferma in acque SAR maltesi - spiega ancora Toninelli nel suo post -. E sta mettendo irresponsabilmente in pericolo tante vite umane. La sua presenza era stata segnalata alle autorità dell'Isola sia da Frontex che dalla Guardia Costiera italiana. I maltesi non hanno alcuna giustificazione per il loro atteggiamento". "È’ l’Europa che deve intervenire per rimediare alla disumanità di Malta, per salvare ora i migranti di Lifeline e in futuro per scongiurare le partenze dei barconi della morte.
Anche in sede Ue, sul tema non accetteremo soluzioni pre-confezionate che vanno a scapito dell'Italia.Teniamo alta la guardia. Presto vi darò altri aggiornamenti". Lo scrive su Facebook il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Danilo Toninelli. Ministro internio Malta: Toninelli stia ai fatti. competenza non è nostra "Danilo Toninelli dovrebbe stare ai fatti. Il soccorso è avvenuto nell'area di ricerca e soccorso della Libia, tra la Libia e Lampedusa. L'operazione è coordinata dall'Italia. Malta non è coinvolta", replica su Twitter il ministro dell'Interno di Malta, Michael Farrugia, Il messaggio di Farrugia è stato ritwittato dal premier Joseph Muscat. "C'è una notevole responsabilità anche da parte di Lifeline che è andata contro le regole internazionali, non seguendo le istruzioni di Roma", continua Farrugia, riferendosi al Comando Generale delle capitanerie di porto di Roma che coordina i soccorsi nella zona. E riguardo alla nave, scrive: "Adesso è ferma in acque internazionali, rischiando una situazione delicata. Dice di battere bandiera olandese. L'Olanda dice che ha semplicemente una registrazione come imbarcazione da diporto".
L'intervento del premier maltese
La "Lifeline ha violato le regole ignorando le direttive italiane nell'area di ricerca e soccorso davanti alla Libia. Dovrebbe spostarsi dalla sua posizione verso la sua destinazione originaria per prevenire escalation. Nonostante non abbia alcuna responsabilità Malta ha consegnato forniture umanitarie e le forze armate hanno soccorso una persona". Scrive il premier maltese Joseph Muscat su Twitter.
#Lifeline broke rules by ignoring #Italy directions in #Libya SRR.Should move from position towards their original destination to prevent escalation.Despite having no responsibility #Malta just provided humanitarian supplies & @Armed_Forces_MT carrying out medical evac of 1pax-JM
— Joseph Muscat (@JosephMuscat_JM) 23 giugno 2018
Le critiche della Cei
"A volte si ha la sensazione che i migranti siano un tema di 'distrazione di massa' rispetto ad altri problemi dell'Italia, dell'Europa e del mondo occidentale. Siamo così passati da un'indifferenza generale a un'ostilità diffusa, fino alla xenofobia. Oggi, attraverso una lettura semplificata, sembra che tutti i problemi delle società occidentali derivino dai migranti. Ma non è così. La crisi economica, morale e sociale ha radici profonde, che tocca le viscere della storia recente e passata".
Lo afferma il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), intervistato da 'La Stampa'. "Le vite umane vanno salvate tutte, senza se e senza ma. A partire dai bambini e dalle donne incinte", sottolinea il prelato secondo quella migratoria "è una grande questione internazionale, con mille implicazioni, che nasce nelle aree di crisi del pianeta e si sviluppa poi nei Paesi di transito dei flussi migratori. Vicende complesse di cui deve farsi carico, senza dubbio, la comunita' internazionale", rileva il cardinale.
Le priorita' secondo Bassetti sono la famiglia, da "mettere al primo posto, in modo propositivo e concreto, in ogni azione di governo" e "l'emergenza povertà'" che "riguarda prima di tutto i giovani. L'Italia è un Paese fragile che necessita sia della solidità delle istituzioni, che dell'unita' del popolo".
Lo afferma il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), intervistato da 'La Stampa'. "Le vite umane vanno salvate tutte, senza se e senza ma. A partire dai bambini e dalle donne incinte", sottolinea il prelato secondo quella migratoria "è una grande questione internazionale, con mille implicazioni, che nasce nelle aree di crisi del pianeta e si sviluppa poi nei Paesi di transito dei flussi migratori. Vicende complesse di cui deve farsi carico, senza dubbio, la comunita' internazionale", rileva il cardinale.
Le priorita' secondo Bassetti sono la famiglia, da "mettere al primo posto, in modo propositivo e concreto, in ogni azione di governo" e "l'emergenza povertà'" che "riguarda prima di tutto i giovani. L'Italia è un Paese fragile che necessita sia della solidità delle istituzioni, che dell'unita' del popolo".