ITALIA
Coop sotto inchiesta
Ischia, il ruolo chiave di Simone: voleva un incontro con il generale Adinolfi
Intercettato anche il generale della Guardia di finanza. Il dirigente della Cpl Concordia arrestato nega le accuse: "Non l'ho mai conosciuto"
La paura delle intercettazioni
Simone, "per scongiurare il pericolo di essere monitorati, parla con Verrini della necessità di attivare il segretario del generale Adinolfi e poi lo stesso alto ufficiale, verosimilmente suggeritogli da qualcuno che è a conoscenza che il citato ufficiale si presta a tale tipologia di attività dietro remunerazione". Simone contatta anche tale Matteo Giuseppe Lopez, che i carabinieri scrivono essere "tenente colonnello dell'esercito in quiescenza" e "proprietario della Sigint, il cui stato di servizio non è noto ma che potrebbe conoscere Adinolfi". Il "contatto" per arrivare al generale, ipotizzano gli investigatori, potrebbe essere David Cocuzzoli, amico di Simone. L'8 gennaio del 2014 i due parlano al telefono e il dirigente della Cpl lo invita a cena.
L'interrogatorio dei pm
Cocuzzoli afferma che la compagna, che si chiama Bianca, sarà a cena dal generale. A quel punto, annotano i carabinieri, "Simone propone di organizzare un incontro tra Adinolfi e Casari". "La conferma che si tratti di Adinolfi - si legge - arriva dalla conversazione telefonica tra il predetto e la moglie Lilli il medesimo giorno, in cui la donna dice che sarà a cena con Bianca". Interrogato dai pm, Simone ha smentito di conoscere il generale. "Non l'ho mai conosciuto e non c'ho mai parlato - ha messo a verbale - escludo categoricamente di aver corrisposto alcunché all'Adinolfi in relazione alla bonifica". Non nega però di essersi attivato, quando la Cpl perse prima l'appalto per il Sant'Orsola di Bologna e poi quello per l'Agenzia spaziale italiana.
La ricostruzione dei carabinieri
Su queste vicende, ha raccontato, "compilai una sorta di appunto/dossier che volevo consegnare alla Gdf. Cocuzzoli, mio amico, mi disse che la sua compagna Bianca era amica del generale Adinolfi e che avrebbe potuto far arrivare quest'appunto al generale". Una ricostruzione, scrivono i carabinieri, "alquanto fantasiosa e inverosimile". La bonifica, comunque fu fatta: costò, dice sempre Simone, tremila euro alla Cpl e risultò negativa. "Fu determinata - ha messo a verbale - dal timore che la Cpl fosse destinataria di spionaggio industriale e ciò anche perché il presidente Casari era già stato spiato da Tavaroli".