ITALIA
Operazione antiterrorismo
Isis, smantellata cellula jihadista di reclutatori, operavano tra Italia e Balcani. Tre arresti
Arrestati due cittadini albanesi, zio e nipote, con l'accusa di reclutamento e un ventenne che sarebbe l'autore di un documento di propaganda diffuso sul web. Un giovane italo-tunisino, pronto a partire, è sotto sorveglianza speciale. Le indagini sono partite dall'arresto di Anas El Abboubi, poi scarcerato e partito per combattere in Siria con l'Isis. Avrebbe avuto contatti con gli arrestati
L'autoritá giudiziaria di Brescia ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di due cittadini albanesi, zio e nipote, il primo residente in Albania e l'altro in provincia di Torino e a carico di un 20enne cittadino italiano di origine marocchina, anch'egli residente in provincia di Torino.
Gli arresti
Per i due cittadini albanesi l'accusa è di reclutamento con finalità di terrorismo, nei confronti del ventenne italiano con genitori marocchini l'accusa è invece di apologia di delitti di terrorismo: gli si contesta di aver diffuso su Internet un documento di propaganda estremista islamica, il primo in lingua italiana. "Per la prima volta si è contestato il reato di arruolamento in Italia" hanno sottolineato gli inquirenti. "Se non fossimo intervenuti, riteniamo che a breve molti avrebbero potuto aderire a questa deriva" ha spiegato il dirigente della Digos di Brescia, Giovanni De Stavola.
Il "letterato" del Califfo
Il ventenne italiano di origine marocchina sarebbe l'autore del documento di propaganda dell'Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web. Il documento si intitola "Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare". La sua importanza - secondo gli investigatori - non risiede tanto nei contenuti, che ormai si ritrovano in molteplici testi o video diffusi dallo Stato Islamico tramite Internet, quanto piuttosto nel fatto che sia stato ideato per essere destinato specificatamente a un potenziale pubblico italiano o di lingua italiana. Le indagini hanno documentato che lo scritto è stato poi rilanciato da altri utenti, attraverso facebook o siti Internet, per consentirne la massima diffusione tra gli islamici che parlano italiano.
L'inchiesta nasce da Anas El Abboubi
C'e' Anas El Abboubi, un giovane marocchino che era residente nel bresciano, all'inizio dell'inchiesta di Brescia sull'Isis. Il giovane era stato arrestato nel 2013, poi scarcerato dal tribunale del riesame e subito partito per la Siria, passando dall'Albania, per comabattere tra le fila dell'Isis con il nome di battaglia di "Abu Rawaha l'italiano". Due degli arrestati lo avrebbero conosciuto quando era in Italia e avrebbero "raccolto il testimone"di reclutatori. Anche contro Al Abboubi la Procura di Brescia ha emesso un ordine di custodia, per "addestramento con finalità di terrorismo".
Italo-tunisino pronto a partire, per lui sorveglianza speciale
Un giovane italo-tunisino, "agganciato" da alcuni degli arrestati è stato sottoposto al regime di sorveglianza speciale, introdotto dal nuovo decreto antiterrorismo, e gli sono stati sospesi i documenti per l'espatrio. Il ragazzo, residente in provincia di Como, era minorenne quando è stato individuato attraverso internet dai due albanesi arrestati oggi. L'approccio sarebbe avvenuto subito dopo la partenza dall'Italia di Anas El Abboubi: all'inizio il giovane era titubante tanto che l'uomo arrestato in Albania sarebbe venuto appositamente in Italia per convincerlo ad aderire allo Stato Islamico.
Alfano:"Prevenzione funziona"
"È stata applicata per la prima volta la misura della sorveglianza speciale prevista dal decreto antiterrorismo non ancora convertito: significa che sta funzionando il sistema di prevenzione". Sono le parole del Ministro Alfano che si è congratulato per l'operazione svolta.
Isis: perquisite case 4 nordafricani anche nel Pistoiese
Le abitazioni di quattro nordafricani - tre a Pistoia e una in Valdinievole - sono state perquisite dalla Digos di Pistoia nell'ambito dell'operazione antiterrorismo della Procura di Brescia 'Balkan Connection', che nel nord Italia ha portato ad arresti a carico di una presunta cellula legata all'Isis. Sul territorio pistoiese le verifiche sono scattate per persone ritenute vicine a ambienti dell'islamismo radicale. Secondo quanto si è appreso non sarebbe stato rinvenuto materiale
compromettente e non sono stati effettuati sequestri.