POLITICA
Lavoro
Poletti, il voto prima del referendum sul jobs act
La Consulta esaminerà l'ammissibilità del referendum l'11 gennaio. I referendum sono stati proposti dalla Cgil, che ha raccolto oltre 3 milioni di firme a sostegno.
La Corte costituzionale ha annunciato che saminerà nella camera di consiglio dell'11 gennaio 2017, in aggiunta alle altre cause già fissate, l'ammissibilità delle richieste relative a tre referendum abrogativi tutte concernenti disposizioni in materia di lavoro, comprese misure presenti nel Jobs Act.
Le richieste sono già state dichiarate conformi a legge dall' Ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, con ordinanza depositata il 9 dicembre 2016.
A presentare le firme per i tre quesiti di referendum abrogativi era stata la Cgil. Le tre richieste di referendum abrogativo riguardano in primis le norme sui licenziamenti illegittimi, contenute nel Jobs act, e dunque sul superamento della tutela reale dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, sostituita con l'indennizzo economico. Inoltre, un quesito chiede di abrogare le norme sui "voucher" e il lavoro accessorio, mentre un altro è rivolto a cancellare la limitazione sulla responsabilità solidale in materia di appalti. La Cgil aveva avviato la sua raccolta di firme il 9 aprile scorso, per depositarle poi in Cassazione il primo luglio. Se la Consulta darà il suo via libera, il referendum si svolgerà, come prevede la legge, tra il 15 aprile e il 15 giugno.