Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Jobs-Act-il-confronto-nel-Partito-democratico-Fassina-Direzione-bulgara-f1fa2733-04a6-4451-9088-c0c6cbcb2ca5.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Nazareno

Jobs Act, il confronto nel Partito democratico. Fassina: "Direzione bulgara"

Attesa per le parole del segretario Renzi sull'articolo 18

Condividi
L'attesa per la direzione del Pd al Nazareno si consuma con le riunioni della minoranza del Partito democratico. A meno di due ore dal confronto si è riunito il Coordinamento delle minoranze sulla legge di stabilità e sul jobs act, che vede tra gli altri presenti Stefano Fassina, Giuseppe Civati, Alfredo D'Attorre, Francesco Boccia. Ma anche i Giovani turchi, area di maggioranza che esprime il presidente del partito Matteo Orfini.

Le posizioni nel Pd
Per quanto riguarda i riformisti - contrari all'abolizione dell'articolo 18 - il deputato D’Attorre ha indicato una strategia d’attesa: “Prima ascoltiamo la relazione di Renzi". Si attendeva infatti di capire se dal segretario ci fosse qualche apertura o meno sulle richieste avanzate dalla minoranza sul Jobs Act. "Se la proposta resta così com'è, è inevitabile che votiamo contro", ha spiegato D'Attorre. Affondi invece nei confronti del premier da Civati e Fassina, con quest'ultimo che ha parlato di "direzione bulgara".

Resta così da un lato chi è orientato a votare no alla relazione del segretario se confermerà l'abolizione dell'art.18. Dall'altro chi fino all'ultimo spingerà per una ricomposizione e confida in margini di trattativa. Tentativi di mediazione sono stati fatti dal sottosegretario Graziano Delrio che aveva garantito sulle capacità del Pd di trovare la sintesi. Obiettivo che secondo il deputato dem Cesare Damiano deve essere perseguito proprio da Renzi in quanto segretario. 

Nessun accordo tra i sindacati
Camusso, Angeletti e Bonanni, accompagnato da Annamaria Furlan che gli succederà alla guida della Cisl, si sono incontrati in mattinata per un vertice durato oltre 3 ore. La leader della Cgil Susanna Camusso è tornata ad attaccare il premier: “Ha detto ieri sera una cosa che non era mai stata detta in questo Paese: il punto è la garanzia alle imprese della libertà di licenziare", confermando poi la manifestazione del suo sindacato a Roma il 25 ottobre. 

In attesa invece delle parole del premier la Uil che con il segretario Luigi Angeletti ha ribadito di voler aspettare che il governo dica formalmente che intenzioni ha “per modificare le regole sul lavoro e poter quindi dire se ci piace o no". Posizione simile a quella della Cisl che con il dimissionario Raffaele Bonanni aveva annunciato: "Sappiamo che tutto gira sul contratto a tutele crescenti e sulla rimodulazione dell'articolo 18. Se il contratto a tutele crescenti assorbe false partita iva, cocopro e gli associati in partecipazioni credo che la Cisl possa essere disponibile, diversamente è un contratto a tutele decrescenti". 




Condividi