POLITICA
Il premier nel libro di Vespa
Jobs act, Renzi: "Rivendico la scelta sull'articolo 18. I soldi ci sono"
Anticipazioni dell'intervista al presidente del Consiglio nel volume del giornalista
Renzi prosegue ricordando "a chi negli anni Novanta e anche nel 2006 diceva che le riforme vanno fatte "a saldi invariati", cioè senza tirare fuori un euro, che noi abbiamo stanziato un miliardo e mezzo. Piuttosto mi sarei aspettato maggiore solidarietà per la battaglia che stiamo conducendo in Europa. Alcuni di quelli che mi contestano furono determinanti nelle aule parlamentari quando sono state chiuse e ratificate le intese sul Fiscal Compact". Tra le altre riforme punta a quella della Pa: "Se nei prossimi otto mesi (fino a giugno 2015) facessimo la metà di quel che abbiamo fatto nei primi otto, avremmo vinto game, set e match. Fisco, giustizia, pubblica amministrazione, riforma costituzionale, legge elettorale. Avremmo cambiato definitivamente l'Italia".
Altro argomento affrontato dal premier nel volume di Vespa è il Qurinale. Per Renzi il dopo Giorgio Napolitano "non è un tema all'ordine del giorno, ma la successione a un gigante come Napolitano non è un problema di genere. Quando arriverà il momento i nostri parlamentari dovranno resistere alle campagne di comunicazione. Il voto per il capo dello Stato non è un concorso a premi". Alla domanda se la scelta avverrà d'accordo con il centrodestra, Renzi risponde che "sulle grandi scelte di quadro, istituzionali, è sempre auspicabile la più ampia convergenza possibile. Mi piace pensare che per scegliere il garante supremo delle istituzioni la prossima volta si spengano i telefonini e si accendano le antenne per capire quale figura serve davvero all'Italia". Sul rapporto con la Germania il presidente del Consiglio "Merkel ama l'Italia e mi chiamò a Berlino per conoscermi quando al governo c'era Enrico Letta. Lo informai dell'invito e lui mi diede il via libera. Oggi per ottenere i risultati che desideriamo dobbiamo cambiare l'Italia. Su questo punto la Cancelliera e io la pensiamo allo stesso modo e lei riconosce che l'Italia può aspirare a un ruolo di leadership continentale. Certo - aggiunge il premier - dobbiamo aggiustare molte cose e superare una pregiudiziale che in parte ci siamo costruiti da soli, ma che abbatteremo e distruggeremo".
Infine il capitolo elezioni. "Questo Parlamento ha davvero la grande occasione di riscrivere le regole del gioco dei prossimi anni. Elezioni anticipate? A me onverrebbe portare a casa il consenso fortissimo delle elezioni europee per individuare un gruppo dirigente più vicino e più fedele. Ma se vogliamo rispettare gli interessi degli italiani, non ha senso cambiare verso a 300 deputati, ma cambiare il Paese. Quindi no, niente elezioni anticipate".