POLITICA
Accelerazione sulla riforma
Legge elettorale in aula alla Camera il 27 aprile. Tensioni nel Pd, ira di Forza Italia
Lunedì la direzione del Partito Democratico: la minoranza chiede modifiche al testo, ma i renziani non vogliono cambiamenti. Brunetta (FI): "Siamo alla soglia del colpo di Stato"
Roma
Matteo Renzi preme sull’acceleratore: il 27 aprile la legge elettorale approderà in aula alla Camera. Una tempistica che agita la minoranza del Pd, convinta che l’Italicum vada cambiato. Durissime le parole del capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, per il quale “siamo alla soglia del colpo di Stato”.
Tensione nel Pd
Per ora il premier non parla: dirà la sua lunedì, nella direzione convocata per definire la linea sulle riforme. Il capogruppo Roberto Speranza, che guida Area riformista, in mattinata è andato a Palazzo Chigi da Renzi a cercare una mediazione su alcune modifiche al testo dell'Italicum e provare a evitare una spaccatura interna al partito. L'incontro non sembra aver portato novità: i renziani spiegano che l'idea resta quella di approvare alla Camera in via definitiva l'Italicum, quindi senza cambiamenti. Perché di sedi di discussione – affermano - ce ne sono state numerose, diverse modifiche della minoranza Pd sono state accolte e il testo è stato concordato nella maggioranza di governo. Lunedì in direzione ci sarà un'altra occasione di discutere, spiegano: perciò sono ingiuste le parole di chi, come Stefano Fassina parla di una "prova di forza" per mettere all'angolo la minoranza. "Per Fassina & co. - dice Giachetti - democrazia sono gli accordicchi dei caminetti".
Lunedì le decisioni della direzione
La direzione indicherà lunedì una linea che, spiega Lorenzo Guerini, definirà "l'impianto" cui dovranno attenersi anche i gruppi. I deputati della maggioranza Pd concordano che si confermi l'ok all'Italicum senza modifiche, con buona pace delle richieste della minoranza. Non pensi la sinistra dem di invocare libertà di coscienza, avverte Matteo Orfini: "Non ci può essere sulla legge elettorale, che è un tema politico", dice.
Cuperlo: "Le sorprese possono esserci sempre"
"Sappiano tutti che una volta approvata questa legge si andrà presto a votare", avverte Pippo Civati. Una parte della minoranza però continua a sperare ci siano margini per concordare alcune modifiche: "Le sorprese possono esserci sempre. Si è dimesso un Papa...", dice Gianni Cuperlo. "Se Renzi pensa di usare la direzione come luogo semplicemente per contarsi anziché per un confronto faccia pure. Produrrà una divisione del partito sia in direzione che in Parlamento", avverte il bersaniano Alfredo D'Attorre.
Brunetta: "Siamo alla soglia del colpo di Stato"
Dall’opposizione insorge Renato Brunetta. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, "siamo alla soglia del colpo di Stato”. “Il Partito democratico, una maggioranza molto solitaria, con un silenzio molto eloquente di Ncd, ha imposto la calendarizzazione della riforma della legge elettorale”, attacca. "Questo è inaccettabile, questo vuol dire strumentalizzare una riforma fondamentale a fini elettorali. Hanno scritto: 'la legge elettorale come gli 80 euro'. Noi diciamo che questo è un golpe, che questo è un colpo di Stato, che questo è un ricatto all'intero Parlamento. Ci opporremo in tutti i modi a questo sbrego della democrazia realizzato da Renzi e dal suo partito, che è sempre più un monocolore al comando". "È inoltre inaccettabile – prosegue -la pressione del Partito democratico sulla presidente della Camera, Laura Boldrini. La sta mettendo spalle al muro, usando la forza dei numeri e costringendola a comportamenti che non sono nei suoi pensieri".
Tensione nel Pd
Per ora il premier non parla: dirà la sua lunedì, nella direzione convocata per definire la linea sulle riforme. Il capogruppo Roberto Speranza, che guida Area riformista, in mattinata è andato a Palazzo Chigi da Renzi a cercare una mediazione su alcune modifiche al testo dell'Italicum e provare a evitare una spaccatura interna al partito. L'incontro non sembra aver portato novità: i renziani spiegano che l'idea resta quella di approvare alla Camera in via definitiva l'Italicum, quindi senza cambiamenti. Perché di sedi di discussione – affermano - ce ne sono state numerose, diverse modifiche della minoranza Pd sono state accolte e il testo è stato concordato nella maggioranza di governo. Lunedì in direzione ci sarà un'altra occasione di discutere, spiegano: perciò sono ingiuste le parole di chi, come Stefano Fassina parla di una "prova di forza" per mettere all'angolo la minoranza. "Per Fassina & co. - dice Giachetti - democrazia sono gli accordicchi dei caminetti".
Lunedì le decisioni della direzione
La direzione indicherà lunedì una linea che, spiega Lorenzo Guerini, definirà "l'impianto" cui dovranno attenersi anche i gruppi. I deputati della maggioranza Pd concordano che si confermi l'ok all'Italicum senza modifiche, con buona pace delle richieste della minoranza. Non pensi la sinistra dem di invocare libertà di coscienza, avverte Matteo Orfini: "Non ci può essere sulla legge elettorale, che è un tema politico", dice.
Cuperlo: "Le sorprese possono esserci sempre"
"Sappiano tutti che una volta approvata questa legge si andrà presto a votare", avverte Pippo Civati. Una parte della minoranza però continua a sperare ci siano margini per concordare alcune modifiche: "Le sorprese possono esserci sempre. Si è dimesso un Papa...", dice Gianni Cuperlo. "Se Renzi pensa di usare la direzione come luogo semplicemente per contarsi anziché per un confronto faccia pure. Produrrà una divisione del partito sia in direzione che in Parlamento", avverte il bersaniano Alfredo D'Attorre.
Brunetta: "Siamo alla soglia del colpo di Stato"
Dall’opposizione insorge Renato Brunetta. Per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, "siamo alla soglia del colpo di Stato”. “Il Partito democratico, una maggioranza molto solitaria, con un silenzio molto eloquente di Ncd, ha imposto la calendarizzazione della riforma della legge elettorale”, attacca. "Questo è inaccettabile, questo vuol dire strumentalizzare una riforma fondamentale a fini elettorali. Hanno scritto: 'la legge elettorale come gli 80 euro'. Noi diciamo che questo è un golpe, che questo è un colpo di Stato, che questo è un ricatto all'intero Parlamento. Ci opporremo in tutti i modi a questo sbrego della democrazia realizzato da Renzi e dal suo partito, che è sempre più un monocolore al comando". "È inoltre inaccettabile – prosegue -la pressione del Partito democratico sulla presidente della Camera, Laura Boldrini. La sta mettendo spalle al muro, usando la forza dei numeri e costringendola a comportamenti che non sono nei suoi pensieri".