ITALIA
Le reazioni
Mafia Capitale, la Boldrini: "Sdegno totale. Bisogna fare quanto prima chiarezza"
Il procuratore nazionale anticorruzione: "Diamo atto alla Procura di Roma che sta ottenendo dei risultati clamorosi. Queste indagini - ha detto Cantone - dimostrano purtroppo la mafia c'è ancora"
E all'indomani dell'esplosione del 'caso Roma'. a parlare è anche il procuratore nazionale anticorruzione Raffaele Cantone: "Oggi le pagine dei giornali sono dedicate a una vicenda sintomatica del livello di corruzione in Italia, una vicenda molto inquietante che presenta uno spaccato che mette insieme pezzi di criminalità organizzata, di istituzioni e della politica bipartisan e pezzi di imprenditoria".
"Questa vicenda - ha aggiunto il magistrato a margine della presentazione dell'Indice di percezione della corruzione di Transparency International - dimostra però che c'è un pezzo di Paese che fa il proprio lavoro. Diamo atto alla Procura di Roma che sta ottenendo dei risultati clamorosi, per esempio smentendo il refrain secondo il quale non ci sarebbe la mafia a Roma. Queste indagini - ha concluso Cantone - dimostrano purtroppo la mafia c'e' ancora".
"Credo - ha aggiunto Cantone - che il procuratore capo di Roma abbia capito che la Capitale è il crocevia di presenze di organizzazioni mafiose esterne e la corruzione è diventata ormai lo strumento tipico utilizzato dalle organizzazioni mafiose come dice da tempo il procuratore nazionale antimafia. Il rapporto tra mafia e pubblica amministrazione è quindi collegato a un sistema di do ut des e purtroppo l'anello debole della catena è in parte la politica". Tornando sull'inchiesta romana, Cantone ha poi concluso: "Nella capitale si è sviluppata una criminalità autoctonache non èquella tipica della mafia, della camorra e della 'ndrangheta, ma che utilizza meccanismi di intimidazione non minori che vengono da soggetti che sanno utilizzare le armi e che le hanno ben utilizzate in passato".
Sulla vicenda 'Mafia Capitale' è voluto intervenire anche l'ex governatore del Lazio Francesco Storace, condannato per aver definito il Capo dello Stato "indegno", affidando il suo pensiere ad un cinguettio:
Leggo le cronache del merdaio e sono felice di chiamarmi Francesco Storace, condannato per una parola pic.twitter.com/iPYutiv13K
— Francesco Storace (@Storace) December 3, 2014