ITALIA
Prossima udienza il 17 novembre
Mafia Capitale, via al processo. L'avvocato di Carminati: "Parlerà". Chiesto giudizio per Alemanno
Iniziato il processo a Roma: 46 imputati, centinaia di testimoni e migliaia di intercettazioni. L'ex sindaco è accusato di corruzione e illecito finanziamento
Roma
Con il rituale appello degli imputati da parte del presidente della decima sezione penale del tribunale Rosanna Ianniello ha preso il via a Roma il processo a “Mafia Capitale”. Si è alzato il sipario sull'atteso appuntamento processuale nell'aula più capiente del palazzo di giustizia di Roma, dove è approdata la madre di tutti i processi romani, l'associazione di stampo mafioso che, con peculiarità tutta sua (ben diversa dalle organizzazioni criminose tradizionali), ha operato a Roma e nel Lazio fino allo scorso anno corrompendo pubblici funzionari, amministratori di società ed esponenti politici e puntando ad alterare e ad aggiudicarsi appalti per centinaia di milioni di euro. Il tutto attraverso la forza di intimidazione che derivava dal vincolo associativo e la condizione di assoggettamento e di omertà e, secondo l'accusa, sotto la guida di Massimo Carminati.
Rinvio a giudizio per Alemanno
Tra i primi colpi ad effetto c’è la decisione della Procura di chiedere il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Le accuse contestate sono la corruzione e l'illecito finanziamento: avrebbe ricevuto somme di denaro, 125mila euro, in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Secondo l'accusa le somme percepite sarebbero state erogate da Salvatore Buzzi, ras delle cooperative, in accordo con Massimo Carminati. Il gup Nicola Di Grazia si pronuncerà sulla richiesta dei pm di piazzale Clodio l'11 dicembre prossimo. "Nella richiesta di rinvio a giudizio bisogna cogliere la notizia più importante e cioè che ogni accusa e ogni aggravante connessa all'associazione mafiosa nei miei confronti è completamente caduta", ha dichiarato Alemanno.
L'avvocato di Carminati: "Parlerà"
A dominare subito la scena è stata però la figura di Carminati, collegato in videoconferenza dal carcere di Parma dove si trova al 41 bis. Il suo avvocato Bruno Giosuè Naso annuncia: "Farò parlare Massimo Carminati, stavolta è intenzionato a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e credetemi... lo farà sicuramente". Il legale aggiunge: "Di tutta questa storia, a Carminati ha dato particolarmente fastidio il fatto che il suo nome sia stato accostato alle parole 'mafia' e 'droga'. Con la mafia non c'entra proprio nulla e la droga gli fa veramente schifo. E non parliamo delle armi che non sono mai state trovate".
Interventi anche in videoconferenza
C'è quindi già attesa per quello che, quando gli toccherà intervenire, Carminati potrà dire ai giudici, che dalle prossime udienze si sposteranno nell'aula bunker di Rebibbia, a partire dal 17 novembre. Potrà farlo anche in videoconferenza. Il tribunale ha infatti deciso che Carminati, Salvatore Buzzi, Riccardo Brugia e Fabrizio Franco Testa continueranno a seguire a distanza il processo di Mafia Capitale per tutta la sua durata. "Grazie alle nuove tecnologie, il sistema di videoconferenza - ha detto il presidente del collegio, Rosanna Ianniello - è una forma di partecipazione al dibattimento che non lede in alcun modo il diritto dell'imputato a seguire il processo e assicura anche i diritti di assistenza del suo difensore".
Odevaine: "Ho sbagliato, ma ho ammesso le mie responsabilità"
Presenti in aula invece l'imprenditore Daniele Pulcini e Luca Odevaine, che da due giorni ha ottenuto gli arresti domiciliari. "Ho fatto degli errori ma ho ammesso le mie responsabilità – ha detto Odevaine ai cronisti - Rimango sempre dalla parte delle istituzioni, per questo ho deciso di collaborare".
46 imputati e centinaia di testimoni
Il dibattimento si annuncia lungo e complesso: 46 imputati, centinaia di testimoni da convocare, migliaia le intercettazioni di cui sarà chiesta la trascrizione, udienze già calendarizzate almeno fino al prossimo luglio. Tra le istanze di costituzione di parte civile, quella del Campidoglio firmata dal neo commissario Tronca.
Rinvio a giudizio per Alemanno
Tra i primi colpi ad effetto c’è la decisione della Procura di chiedere il rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Le accuse contestate sono la corruzione e l'illecito finanziamento: avrebbe ricevuto somme di denaro, 125mila euro, in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Secondo l'accusa le somme percepite sarebbero state erogate da Salvatore Buzzi, ras delle cooperative, in accordo con Massimo Carminati. Il gup Nicola Di Grazia si pronuncerà sulla richiesta dei pm di piazzale Clodio l'11 dicembre prossimo. "Nella richiesta di rinvio a giudizio bisogna cogliere la notizia più importante e cioè che ogni accusa e ogni aggravante connessa all'associazione mafiosa nei miei confronti è completamente caduta", ha dichiarato Alemanno.
L'avvocato di Carminati: "Parlerà"
A dominare subito la scena è stata però la figura di Carminati, collegato in videoconferenza dal carcere di Parma dove si trova al 41 bis. Il suo avvocato Bruno Giosuè Naso annuncia: "Farò parlare Massimo Carminati, stavolta è intenzionato a difendersi in modo diverso dal solito perché vuole chiarire un sacco di cose e credetemi... lo farà sicuramente". Il legale aggiunge: "Di tutta questa storia, a Carminati ha dato particolarmente fastidio il fatto che il suo nome sia stato accostato alle parole 'mafia' e 'droga'. Con la mafia non c'entra proprio nulla e la droga gli fa veramente schifo. E non parliamo delle armi che non sono mai state trovate".
Interventi anche in videoconferenza
C'è quindi già attesa per quello che, quando gli toccherà intervenire, Carminati potrà dire ai giudici, che dalle prossime udienze si sposteranno nell'aula bunker di Rebibbia, a partire dal 17 novembre. Potrà farlo anche in videoconferenza. Il tribunale ha infatti deciso che Carminati, Salvatore Buzzi, Riccardo Brugia e Fabrizio Franco Testa continueranno a seguire a distanza il processo di Mafia Capitale per tutta la sua durata. "Grazie alle nuove tecnologie, il sistema di videoconferenza - ha detto il presidente del collegio, Rosanna Ianniello - è una forma di partecipazione al dibattimento che non lede in alcun modo il diritto dell'imputato a seguire il processo e assicura anche i diritti di assistenza del suo difensore".
Odevaine: "Ho sbagliato, ma ho ammesso le mie responsabilità"
Presenti in aula invece l'imprenditore Daniele Pulcini e Luca Odevaine, che da due giorni ha ottenuto gli arresti domiciliari. "Ho fatto degli errori ma ho ammesso le mie responsabilità – ha detto Odevaine ai cronisti - Rimango sempre dalla parte delle istituzioni, per questo ho deciso di collaborare".
46 imputati e centinaia di testimoni
Il dibattimento si annuncia lungo e complesso: 46 imputati, centinaia di testimoni da convocare, migliaia le intercettazioni di cui sarà chiesta la trascrizione, udienze già calendarizzate almeno fino al prossimo luglio. Tra le istanze di costituzione di parte civile, quella del Campidoglio firmata dal neo commissario Tronca.