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ITALIA

Nell'aula bunker, 46 gli imputati

Mafia capitale, seconda udienza al via. Il processo riparte da Rebibbia

Nella prima udienza, durata quasi nove ore, sono state oltre cinquanta le richieste di costituzioni parte civile depositate. Botta e risposta a distanza tra accusa e difesa con il legale di Carminati, Giosuè Bruno Naso che ha definito il procedimento “un processetto” e il pm Giuseppe Cascini che ha criticato i toni usati dall'avvocato

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Da piazzale Clodio a Rebibbia. Riparte dall'aula bunker il maxi processo a Mafia Capitale che ha preso il via giovedì 5 novembre nell'aula Vittorio Occorsio del Tribunale di Roma. Presenti, davanti alla decima sezione penale del Tribunale presieduta da Rosanna Ianniello, tutti gli imputati ad eccezione di Massimo Carminati, del 'ras' delle cooperative Salvatore Buzzi e dell'ex Nar Roberto Brugia che saranno collegati in videoconferenza. Un provvedimento preso per motivi di sicurezza: Carminati, il presunto capo dell'organizzazione, resterà nel carcere di Parma dove è detenuto al regime del 41bis, Buzzi in quello di Tolmezzo e Brugia a Terni.

Nella prima udienza, durata quasi nove ore, sono state oltre cinquanta le richieste di costituzioni parte civile depositate. Nella lunga lista, che conta tra gli altri il Comune di Roma, la Regione Lazio, Ama e diversi esponenti politico, tra cui Riccardo Magi e i due grillini Roberta Lombardi e Marcello De Vito, ci sono anche un rifugiato politico pachistano di 23 anni e 37 nomadi di Castel romano che hanno chiesto al tribunale di Roma di costituirsi parte civile nel processo.

L'ammissione delle parti civili sarà decisa proprio nel corso della seconda udienza insieme all'ammissione delle liste di testimoni presentati da accusa e difesa. Lunghissima quella presentata dal legale di Salvatore Buzzi, Alessandro Diddi. La Procura ha citato oltre 70 testimoni, fra i quali l’ex deputato del Pdl Marco Milanese, arrestato tra l’altro per l’inchiesta sul Mose, e l’ex ad di Enav Guido Pugliesi. Nella lista testi c’è anche Odevaine, benché sia uno dei principali imputati. E poi Vito Tatò, dell’ispettorato generale del Mef, e Luigi Maggio, vicesegretario generale del Campidoglio. 

Al termine della prima udienza la Procura di Roma ha calato nuovi tasselli a sostegno delle proprie argomentazioni: 33 documenti depositati e ora al vaglio dei giudici.Tra questi le conclusioni della commissione di accesso della Prefettura di Roma, nominata dall'allora Prefetto Pecoraro e ancora il verbale dell'ultimo interrogatorio svolto lo scorso 19 ottobre da Luca Odevaine nel carcere di Terni. Depositate anche una serie di integrazioni ad intercettazioni che vanno ad unirsi alle centinaia già messe a disposizione dalla pubblica accusa. 
 
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