ITALIA
In una frazione di Cellino Attanasio (Te)
Maltempo, in Abruzzo una famiglia con due bambini isolata da una settimana a causa di una frana
Nella fattoria Gioia vivono madre, padre e due figli di 10 e 6 anni che non possono andare a scuola. Per alcuni giorni è mancata anche l'acqua e agli animali è stata data neve sciolta
Teramo
Isolati totalmente da sette giorni ma in difficoltà da almeno ventuno, a causa del maltempo, con due bambini che non vanno a scuola da tre settimane. E' la disavventura che sta vivendo una famiglia di Cellino Attanasio, nel Teramano, proprietaria di una fattoria. Per quattro giorni, fino a domenica scorsa, è mancata anche l'acqua e, per non consumare le scorte di quella potabile, agli animali è stata fatta bere neve sciolta.
Il timore, racconta Maria Jose che vive nella fattoria insieme al marito Maurizio e ai due figli di 10 e 6 anni, era quello di essere "completamente abbandonati", ma "ora sembra che qualcosa si stia muovendo e la situazione potrebbe sbloccarsi". Dopo un sopralluogo, martedì, dei tecnici della Provincia di Teramo, anche l'assessore regionale all'agricoltura, Dino Pepe, si è interessato del caso. La Regione, attraverso il Genio Civile, effettuerà un sopralluogo. Ma come hanno spiegato i tecnici il fenomeno franoso è vasto e particolarmente pericoloso in quanto “giovane” e quindi in continua evoluzione: tutta la collina sta franando a valle e non si può ripristinare la strada se prima non si verifica come e con quali risorse, consistenti, risanare il versante.
La fattoria biologica 'Gioia' - una casa, un caseificio, un laboratorio di produzione, una stalla e un fienile, per un totale di 50 ettari - si trova in contrada Valviano, a circa otto chilometri dal centro abitato di Cellino. "Due le strade che ci collegano con l'esterno - spiega la donna - tre settimane fa è franata quella che ci consentiva di accompagnare i bimbi a scuola; poi, una settimana fa, si è creata una voragine nell'altra strada che consente di raggiungerci e siamo rimasti completamente isolati".
"Di volta in volta abbiamo costantemente informato il sindaco e il Comune ha fatto tutto il possibile, senza però riuscire a risolvere la situazione. Il primo cittadino, allora - riferisce ancora la donna - ha informato la Prefettura, ma la situazione è rimasta comunque invariata. Per quattro giorni siamo stati anche senz'acqua, le scorte di quella potabile stavano per finire e sarebbe stato impossibile raggiungerci, ma fortunatamente l' emergenza idrica è rientrata. Tornata l'acqua, è ripresa l' attività del caseificio, ma per il resto siamo fermi, anche perché non c'è modo di far uscire i nostri prodotti da qui".
La famiglia, domenica, ha lanciato un appello sul web per chiedere aiuto, attraverso un video su Youtube in cui Maria Jose, insieme ai due figli, lancia il suo grido d'allarme. E' stata anche lanciata una raccolta fondi online per consentire al Comune di disporre delle risorse necessarie per il ripristino delle strade.
Il testo dell'appello
Cari Amici, vi chiedo scusa in anticipo di inserirmi in questo modo nella vostra vita quotidiana, che sicuramente è stata anche problematica in questi giorni. Ma visto il rapporto che ci lega a voi, appunto, non soltanto commerciale, ma sopratutto con un’intesa di vedute comune, pensavo di avere l’obbligo di comunicarvi la nostra situazione, per cercare di lottare insieme per evitare la chiusura immediata della nostra attività. Come avrete intuito, siamo stati senza luce, ma abbiamo trovato un generatore; senz’acqua, ma ci siamo arrangiati con dei tubi e un pozzo e tanto risparmio, sia per gli animali che per noi (nel frattempo ci è stato chiesto di sgombrare la masseria per impossibilità di portare l’acqua, e ci è stato detto che se gli animali fossero morti di sete noi saremmo stati risarciti. No comment!). Finalmente, l’acqua è tornata stanotte. Abbiamo paura che il riallacio sia provvisorio (visto il disagio nelle città), e quindi stiamo facendo il formaggio, pulendo il caseificio e facendo scorte. Intanto, vada un sentito ringraziamento ai tecnici del Ruzzo che ricevono tante telefonate e sono veramente pochi e competenti. Ma il problema di base, che ha creato l’emergenza, sussiste: il Ruzzo ha offerto dei camion con l’acqua, la protezione civile si è offerta per portare delle bottiglie, ma la strada (che dalla provinciale porta alla masseria, ndr.) è sparita completamente. L’intervento richiesto è molto impegnativo, il Comune ha tante altre strade franate, ma non completamente bloccate, e non ha né mezzi né capacità tecnica o di personale per pensare solamente a noi, due pazzi che allevano animali e producono cibi sani in un territorio dove il rispetto e la cura dell’ambiente sono concetti troppo lontani. Per favore, se qualcuno può aiutare a sensibilizzare le autorità su questa problematica, dateci una mano. Noi siamo già in difficolta economica dopo: tre anni senza contributi per le coltivazioni biologiche sui terreni, mai nessun contributo per il biologico applicato all’allevamento (troppo pochi, ci dicono), l’anno scorso produzione zero di olio (non è previsto nessun risarcimento), produzione zero di miele (non è previsto nessun aiuto), danni ingenti ai terreni per le frane di novembre 2013 (non è previsto nessun aiuto). Adesso noi, e tanti altri agricoltori, abbiamo subìto di nuovo danni enormi alle colture, olivi distrutti, recinti per portare gli animali al pascolo distrutti e sappiamo di poter contare soltanto sulle nostre forze. Siamo disposti a provarci di nuovo, a lottare fino in fondo per portare avanti il nostro modo di vivere, ma non possiamo farcela senza una strada per vendere i formaggi e i capretti. Non possiamo vedere e, per colpa di questa nostra scelta di vita, i nostri figli sono privati dell’istruzione elementare (Marta fa la quinta, Marco la prima, non vanno a scuola da quasi un mese per causa frana, già prima della nevicata). Abbiamo girato un breve filmato fatto domenica, prima del ritorno dell’acqua. Non chiediamo elemosina, vogliamo soltanto poter vendere i nostri prodotti che facciamo con tanto lavoro, cura e passione. Grazie dell’attenzione, e speriamo di potere degustare di nuovo insieme i nostri caprini. Sarà un segno che c’è ancora speranza. Maria Jose, Fattoria Gioia
Il timore, racconta Maria Jose che vive nella fattoria insieme al marito Maurizio e ai due figli di 10 e 6 anni, era quello di essere "completamente abbandonati", ma "ora sembra che qualcosa si stia muovendo e la situazione potrebbe sbloccarsi". Dopo un sopralluogo, martedì, dei tecnici della Provincia di Teramo, anche l'assessore regionale all'agricoltura, Dino Pepe, si è interessato del caso. La Regione, attraverso il Genio Civile, effettuerà un sopralluogo. Ma come hanno spiegato i tecnici il fenomeno franoso è vasto e particolarmente pericoloso in quanto “giovane” e quindi in continua evoluzione: tutta la collina sta franando a valle e non si può ripristinare la strada se prima non si verifica come e con quali risorse, consistenti, risanare il versante.
La fattoria biologica 'Gioia' - una casa, un caseificio, un laboratorio di produzione, una stalla e un fienile, per un totale di 50 ettari - si trova in contrada Valviano, a circa otto chilometri dal centro abitato di Cellino. "Due le strade che ci collegano con l'esterno - spiega la donna - tre settimane fa è franata quella che ci consentiva di accompagnare i bimbi a scuola; poi, una settimana fa, si è creata una voragine nell'altra strada che consente di raggiungerci e siamo rimasti completamente isolati".
"Di volta in volta abbiamo costantemente informato il sindaco e il Comune ha fatto tutto il possibile, senza però riuscire a risolvere la situazione. Il primo cittadino, allora - riferisce ancora la donna - ha informato la Prefettura, ma la situazione è rimasta comunque invariata. Per quattro giorni siamo stati anche senz'acqua, le scorte di quella potabile stavano per finire e sarebbe stato impossibile raggiungerci, ma fortunatamente l' emergenza idrica è rientrata. Tornata l'acqua, è ripresa l' attività del caseificio, ma per il resto siamo fermi, anche perché non c'è modo di far uscire i nostri prodotti da qui".
La famiglia, domenica, ha lanciato un appello sul web per chiedere aiuto, attraverso un video su Youtube in cui Maria Jose, insieme ai due figli, lancia il suo grido d'allarme. E' stata anche lanciata una raccolta fondi online per consentire al Comune di disporre delle risorse necessarie per il ripristino delle strade.
Il testo dell'appello
Cari Amici, vi chiedo scusa in anticipo di inserirmi in questo modo nella vostra vita quotidiana, che sicuramente è stata anche problematica in questi giorni. Ma visto il rapporto che ci lega a voi, appunto, non soltanto commerciale, ma sopratutto con un’intesa di vedute comune, pensavo di avere l’obbligo di comunicarvi la nostra situazione, per cercare di lottare insieme per evitare la chiusura immediata della nostra attività. Come avrete intuito, siamo stati senza luce, ma abbiamo trovato un generatore; senz’acqua, ma ci siamo arrangiati con dei tubi e un pozzo e tanto risparmio, sia per gli animali che per noi (nel frattempo ci è stato chiesto di sgombrare la masseria per impossibilità di portare l’acqua, e ci è stato detto che se gli animali fossero morti di sete noi saremmo stati risarciti. No comment!). Finalmente, l’acqua è tornata stanotte. Abbiamo paura che il riallacio sia provvisorio (visto il disagio nelle città), e quindi stiamo facendo il formaggio, pulendo il caseificio e facendo scorte. Intanto, vada un sentito ringraziamento ai tecnici del Ruzzo che ricevono tante telefonate e sono veramente pochi e competenti. Ma il problema di base, che ha creato l’emergenza, sussiste: il Ruzzo ha offerto dei camion con l’acqua, la protezione civile si è offerta per portare delle bottiglie, ma la strada (che dalla provinciale porta alla masseria, ndr.) è sparita completamente. L’intervento richiesto è molto impegnativo, il Comune ha tante altre strade franate, ma non completamente bloccate, e non ha né mezzi né capacità tecnica o di personale per pensare solamente a noi, due pazzi che allevano animali e producono cibi sani in un territorio dove il rispetto e la cura dell’ambiente sono concetti troppo lontani. Per favore, se qualcuno può aiutare a sensibilizzare le autorità su questa problematica, dateci una mano. Noi siamo già in difficolta economica dopo: tre anni senza contributi per le coltivazioni biologiche sui terreni, mai nessun contributo per il biologico applicato all’allevamento (troppo pochi, ci dicono), l’anno scorso produzione zero di olio (non è previsto nessun risarcimento), produzione zero di miele (non è previsto nessun aiuto), danni ingenti ai terreni per le frane di novembre 2013 (non è previsto nessun aiuto). Adesso noi, e tanti altri agricoltori, abbiamo subìto di nuovo danni enormi alle colture, olivi distrutti, recinti per portare gli animali al pascolo distrutti e sappiamo di poter contare soltanto sulle nostre forze. Siamo disposti a provarci di nuovo, a lottare fino in fondo per portare avanti il nostro modo di vivere, ma non possiamo farcela senza una strada per vendere i formaggi e i capretti. Non possiamo vedere e, per colpa di questa nostra scelta di vita, i nostri figli sono privati dell’istruzione elementare (Marta fa la quinta, Marco la prima, non vanno a scuola da quasi un mese per causa frana, già prima della nevicata). Abbiamo girato un breve filmato fatto domenica, prima del ritorno dell’acqua. Non chiediamo elemosina, vogliamo soltanto poter vendere i nostri prodotti che facciamo con tanto lavoro, cura e passione. Grazie dell’attenzione, e speriamo di potere degustare di nuovo insieme i nostri caprini. Sarà un segno che c’è ancora speranza. Maria Jose, Fattoria Gioia