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POLITICA

Roma

Manifestazione Fiom, Landini: "Renzi non cambia il paese, noi sì. Peggio di Berlusconi"

Il leader dei metalmeccanici della Cgil dal palco di Piazza del Popolo sfida governo e Confindustria. Poco Pd, tanta sinistra extraparlamentare e presenza quasi al completo di Sel. Abbraccio con la Camusso

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Contro la ricetta di Confindustria, contro la il Jobs Act del governo Renzi. La sfida arriva da Piazza del Popolo, dove Maurizio Landini, leader della Fiom, conclude con il suo intervento la manifestazione dei metalmeccanici.

All’esecutivo Landini rimprovera la mancanza di confronto, "in continuità con Monti e Letta e c'è un peggioramento rispetto a quando c'era Berlusconi". Una scelta che determina per la Fiom non il cambiamento del Paese ma “un processo di regressione”. In particolare Landini si scaglia contro quelli che definisce “spot elettorali, slide e balle raccontate”, la logica padronale del governo.

Il cambiamento invocato da Landini invece dovrebbe arrivare non dal dialogo con Confindustria ma “dal mondo del lavoro”, punto di partenza per “l'elemento di ripresa”. A prova di questo Landini ricorda la battaglia che il sindacato sta facendo contro il Jobs act: “Noi le cose che diciamo le manteniamo e le facciamo. Il 12 dicembre avevamo detto che non ci saremmo fermati anche se il governo metteva la fiducia e oggi siamo qui per dire che andiamo avanti finché non avremo cancellato le leggi che cancellano la dignità in questo paese". Per questo motivo, insiste Landini, "Lo Statuto dei lavoratori deve restare. Dobbiamo chiedere per i nuovi assunti: dopo un anno tutti devono avere lo statuto dei lavoratori e questa battaglia la dobbiamo fare noi che ancora lo abbiamo".
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