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ITALIA

Criminalità organizzata

Matteo Messina Denaro, la Dia confisca beni alla sorella e al cognato del boss di mafia

"Prosegue l'ampia strategia di indebolimento della potenza economica e di isolamento del capomafia latitante", spiega la Direzione Investigativa Antimafia

L'identikit del boss Matteo Messina Denaro
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Roma Beni per una valore complessivo di alcune centinaia di migliaia di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) alla sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, 44 anni, ed al marito di quest'ultima, Vincenzo Panicola, anche lui di 44 anni, entrambi detenuti per associazione mafiosa.    

Il provvedimento di confisca segue il decreto di sequestro, emesso a carico di Panicola nel gennaio 2013, ed interessa beni e i capitali sociali delle ditte Vieffegi service, Vieffegi impianti e Soropa, un'auto e rapporti bancari per un valore di centinaia di migliaia di euro.

Spiega la Dia che con questa confisca, "prosegue l'ampia strategia di indebolimento della potenza economica e di isolamento del capomafia latitante". 

Attraverso la Vieffegi, Panicola prestava la sua attività di pulizia all'interno del Centro commerciale 'Belicitta" di Castelvetrano, appartenente al gruppo imprenditoriale 6Gdo dell'imprenditore Giuseppe Grigoli, condannato per concorso in associazione mafiosa e ritenuto prestanome del boss Matteo Messina Denaro.    

Vincenzo Panicola, figlio del defunto patriarca mafioso Vito, è detenuto perché ritenuto responsabile di associazione per delinquere di tipo mafioso e per avere curato, gestito la latitanza dei membri del mandamento, in particolare di Matteo Messina Denaro, attraverso il continuo scambio di messaggi e "pizzini" e per avere posto in essere azioni dirette al controllo delle attività economiche, degli appalti e dei servizi pubblici, anche attraverso estorsioni e incendi. 

Anna Patrizia Messina Denaro, ritenuta in contatto con il fratello latitante, per conto del quale smistava i suoi ordini, è stata arrestata dalla Dia nel dicembre scorso, nel corso dell'operazione 'Eden', con l'accusa di estorsione aggravata dal favoreggiamento di Cosa nostra.
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