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ITALIA

Palermo

Morte Lo Porto, il fratello: "Scuse di Obama? Grazie"

Secca risposta di uno dei fratelli nei confronti delle parole del presidente Usa

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"Obama ha chiesto scusa? Grazie". E' stata questa la risposta secca di uno dei fratelli di Giovanni Lo Porto, alle domande dei cronisti che gli chiedevano un commento alle scuse rivolte dal presidente degli Stati Uniti ai familiari degli ostaggi morti nel gennaio scorso in  seguito al raid aereo americano al confine tra Afghanistan e Pakistan. "Fiori non ne vogliamo, le ultime notizie su mio fratello le abbiamo avute stamattina dalla Farnesina che ha lavorato benissimo", ha aggiunto il fratello del cooperante ucciso. La madre di Lo Porto aveva chiesto invece di non essere intervistata ed essere lasciata sola.

Giovanni Lo Porto era "un amico che ha rischiato tutto per la dignità dell'uomo" ha raccontato Margherita Romanelli, coordinatrice Asia della Ong bolognese Gvc. In Pakistan era andato "perché c'era stato un terremoto, e poi un'alluvione e migliaia di famiglie disperse e disperate".  Romanelli, che ha seguito in prima linea la campagna di sensibilizzazione per arrivare alla liberazione di Giovanni, descrive Lo Porto come "un italiano tra milioni di pakistani, un giovane preparato, competente, consapevole, che insieme ad altri poteva fare qualcosa per aiutare tutta quella gente in difficoltà".

"Abbiamo seguito a lungo la vicenda di Giovanni, come amici e come colleghi, in maniera attiva attraverso petizioni e lettere alle istituzioni per oltre due anni - continua la cooperante - e abbiamo sempre creduto che sarebbe tornato a casa. Ora siamo senza voce, ma al momento giusto chiederemo di far luce sulle dinamiche della sua morte. A nome di tutto il Gvc ci stringiamo attorno al dolore della madre e dei familiari di Giovanni, e continueremo a ricordarlo per il suo sorriso, la sua umanità e il suo impegno per un mondo più giusto".
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