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ITALIA

L'ingegnere era stato rapito

Morte Lo Porto, il precedente di Franco Lamolinara morto in un blitz inglese in Nigeria

L'8 marzo 2012 forze speciali inglese e nigeriano tentarono di liberare l'ostaggio italiano, sequestrato insieme ad un cittadino britannico. Il Governo italiano non venne avvisato

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La morte di Giovanni Lo Porto come conseguenza di un blitz militare non è la prima per un italiano. Anche Franco Lamolinara rimase ucciso a marzo del 2012 durante un blitz condotto in Nigeria da un commando delle unità speciali dell'esercito britannico (Sbs) insieme alle forze nigeriane nel tentativo di liberarlo dal gruppo islamico che lo aveva rapito il maggio precedente.

Nel corso del blitz morì anche l'altro ostaggio, il britannico Chris McManus. Il tentativo, tragicamente fallito, avvenne senza che l'Italia ne fosse al corrente e Roma chiese spiegazioni dettagliate sulla dinamica del blitz. A dare il la' all'operazione militare fuorno le autorità nigeriane con il forte sostegno e l'appoggio militare di Downing Street sull'onda di un'accelerazione imprevista degli eventi e nel timore di un imminente pericolo di vita per i due ingegneri.

Un raid avvenuto all'insaputa delle autorità italiane che sono state informate solo a cose fatte, come puntualizzò all'epoca una nota di Palazzo Chigi, e sul quale il premier Mario Monti chiese al presidente nigeriano di avere una ricostruzione dettagliata delle circostanze che portarono all'uccisione degli ostaggi. Fu il premier David Cameron a telefonare al presidente del Consiglio Mario Monti - che era in volo da Belgrado diretto a Roma - per comunicargli la tragica notizia.

''La finestra di opportunità per liberare Lamolinara e McManus stava chiudendosi'', si affrettò a spiegare Cameron a Monti precisando di aver autorizzato il blitz dopo aver ricevuto dai servizi segreti africani un video che dava indicazioni sul luogo della prigionia. ''Avevamo ragione di credere che le vite degli ostaggi fossero in imminente pericolo'', disse ancora Cameron, quasi a voler togliere qualsiasi dubbio sulla validità della decisione assunta senza consultare l'Italia.

Stando a quanto riferito dall'intelligence nigeriana quando le forze dell'esercito africano insieme alle unità dell'esercito britannico specializzate in operazione anfibie (tra le 16 e le 20, secondo il Daily Telegraph) hanno fecero irruzione in un'abitazione di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria, Lamolinara e McManus erano già morti. Poco dopo il presidente nigeriano Goodluck Jonathan annunciò l'arresto dei sequestratori-killer. Il luogo della prigionia non dista molto da Birnin Kebbi, capitale dello Stato di Kebbi, nell'estremo nord-ovest della Nigeria, vicino al confine del Niger, dove i due ingegneri erano stati rapiti il 12 maggio del 2011.

Lamolinara - 48 anni di Gattinara, in provincia di Vercelli, da 11 anni in Nigeria - e McManus furono colti di sorpresa da uomini armati che avevano fatto irruzione nella loro abitazione ferendo un tecnico nigeriano. Un altro ingegnere tedesco riuscì a scampare al sequestro scavalcando una rete metallica. Dei due rapiti - entrambi dipendenti della Stabilini Visinoni Limeted - si ebbe notizia per la prima volta in agosto quando i sequestratori inviarono un video all'ufficio della France Presse ad Abidjan. 
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