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POLITICA

L'intervento a Montecitorio

Orlando: "Corruzione ha dimensioni intollerabili", contro il terrorismo "ineludibili nuove misure"

Il guardasigilli alla Camera presenta la relazione annuale sull'amministrazione della Giustizia.

Andrea Orlando
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"Il malfunzionamento del sistema giudiziario rappresenta, secondo chi ci guarda da fuori, uno dei più grandi macigni sulla strada della crescita". Ne è certo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che presentando alla Camera la relazione annuale sull'amministrazione della giustizia ha sottolineato che il suo auspicio è che "questa stagione possa dirsi chiusa”.

Giustizia che, secondo Orlando, "è stata terreno di un aspro scontro politico, che ha ostacolato le necessarie riforme e trasformato i problemi in mali cronici". Una pagina, questa, che "si può dire chiusa", ha detto il guardasigilli, il quale ha ribadito che "il metodo del dialogo è fondamentale".

Orlando ha voluto quindi ricordare anche la "straordinaria fonte di ispirazione" giunta dal presidente Giorgio Napolitano, "il cui lavoro e le cui indicazioni" possono continuare a essere un "incoraggiamento" per gli interventi di riforma. 

Negli ultimi mesi, ha sottolineato il ministro, "sono state affrontate le emergenze più gravi", dalle "carceri" al "processo e all'arretrato civile" ed anche il vicepresidente della Commissione Ue Katainen "ha riconosciuto la bontà della nostra riforma".

Orlando non ha eluso i temi più spinosi sul tavolo, a cominciare dalla responsabilità civile delle toghe: "Una riforma - ha sottolineato - che non ha una finalità punitiva" ma nasce "dall'esigenza di corresponsabilizzazione di chi ha causato il danno" e non intende "comprimere l'autonomia o la libertà del magistrato". 

Orlando ha poi parlato della diminuzione delle cause pendenti, “il cui numero è sceso, per la prima volta dal 2009, sotto la soglia dei 5 milioni". Le cause pendenti, al 30 giugno scorso, risultavano infatti essere 4 milioni e 898mila, "-6,7% dei fascicoli aperti alla stessa data dell'anno precedente", ha spiegato Orlando. Inevitabile poi un riferimento alla situazione carceraria: il ministro ha riferito che al 31 dicembre 2014 i detenuti nelle carceri italiani erano 53.623. Una situazione in miglioramento rispetto al 2013, quando nelle nelle case circondariali italiane erano detenute 62.536 persone (erano 66 mila quando è arrivata la condanna della corte di Giustizia europea). 

Dal Guardasigilli è poi arrivata una ferma difesa del reato di falso in bilancio, "un tema cruciale nel contrasto delle più gravi forme di criminalità economica e mi auguro sinceramente che il confronto parlamentare possa svilupparsi proficuamente, contribuendo alla ricerca di soluzioni equilibrate ed efficaci". Orlando ha poi spiegato la proposta dell'esecutivo in materia, già trasformata in emendamenti al testo in esame al Senato, che consiste nel "considerare le condotte di falsificazione come illecito di pericolo elevando le pene per garantire la deterrenza della sanzione e l'efficienza delle indagini". 

Nel suo intervento a Montecitorio, il ministro della Giustizia ha quindi sottolineato come siano "ineludibili" nuove misure nella lotta al terrorismo. "La crescente minaccia internazionale - ha detto Orlando - pone l'obbligo di una ricognizione sull'efficacia delle norme esistenti, è ineludibile introdurre nuove misure per rendere più efficace il modo di intervenire sui cosiddetti stranieri combattenti. Bisogna anche prevedere l'istituzione della Procura europea prevista dai trattati ed estenderla alla lotta contro la criminalità grave". 

Infine, la corruzione, che come ha ricordato il ministro, "ha raggiunto dimensioni intollerabili anche per il frequente suo intreccio con le organizzazione di tipo mafioso. Questo ha effetti devastanti sul piano economico e per i cittadini".
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