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Parigi, tensione sul web: su Google Translate "ci rivedremo presto" diventa "Inchallah"
Giallo su una traduzione errata dall'italiano in tutte le altre lingue: minaccia o burla? Mountain View elimina il problema. Polemiche su Facebook per il Safety Check dopo gli attentati, mai usato per attacchi in altre località
Google corre ai ripari
Non è ancora chiaro se l'episodio sia opera di hacker o di burloni del web, ma ha indotto comunque l'azienda di Mountain View a correre ai ripari davanti a una traduzione sbagliata che non poteva passare inosservata. Una anomalia “piuttosto recente”, come confermato anche da un portavoce di Google Italia, e che quindi difficilmente è estranea alla tensione generata dagli attentati di Parigi.
Traduttore automatico
Google Translate è pur sempre un traduttore automatico, ricorda Google, e come tale non è perfetto. Però annovera anche l'elemento umano per “migliorare” le traduzioni offerte, con un sistema collaborativo che potrebbe essere stato sfruttato per provocare l'irruzione di “Inchallah”.
Web terreno di battaglia
L'episodio è sintomatico del fatto che il web è protagonista, a tutti gli effetti, anche nel teatro del terrore globale. L'opera di proselitismo online dello Stato Islamico è un fatto appurato, come pure sembrerebbe certo lo scambio di messaggi fra gli attentatori di Parigi sulla chat della PlayStation, un sistema col quale si sono potuti confondere nel mucchio. La cyberguerra dichiarata da Anonymous ai terroristi è un'altra evidenza.
Polemiche su Facebook
Sui social è virale la solidarietà digitale, a suon di hashtag e foto dei profili con i colori della bandiera francese, ma debuttano anche nuovi strumenti di utilità sociale. Uno è stato il Safety Check di Facebook, che per la prima volta è stato utilizzato per avere notizie delle persone colpite da un'emergenza diversa da un disastro naturale. Con tanto di polemiche - immancabili - di chi ha lamentato da parte del social un'attenzione in più rispetto per i morti europei rispetto ad altri, ad esempio a quelli degli attentati a Beirut appena il giorno prima. Critiche che hanno indotto lo stesso fondatore di Facebook a motivare la scelta, assicurando che l'opzione migliorerà.