ITALIA
I parenti delle vittime urlano: "Vergogna"
Processo Eternit, condanna annullata: "Reato prescritto fin dal primo grado"
La Corte di Cassazione decide l'annullamento della sentenza senza rinvio. Nel 2013 il magnate svizzero Stephan Schmidheiny era stato condannato a 18 anni di reclusione dalla Corte d'Appello di Torino per disastro doloso. Un suo portavoce: "Ora basta processi ingiustificati". Cancellati anche i risarcimenti per le vittime.
Roma
Condanna annullata senza rinvio perché il reato è estinto per prescrizione. Questo il verdetto pronunciato dalla prima sezione penale della Cassazione nell'ambito del processo Eternit. Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny non dovrà dunque scontare i 18 anni di reclusione per disastro doloso inflittigli dalla Corte di appello di Torino. Sono stati annullati anche i risarcimenti per le vittime.
"Prescrizione maturata prima della sentenza di primo grado"
Secondo la Corte, la prescrizione "è maturata prima della sentenza di primo grado", il 13 febbraio 2012. È stata quindi accolta la richiesta del sostituto pg di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello, per il quale era necessario dichiarare la prescrizione dei reati contestati. I fatti sui quali era chiamata a discutere la Cassazione riguardavano avvenimenti del giugno 1976: migliaia sono stati i morti per il tumore provocato dall'inalazione di polveri d'amianto.
I parenti delle vittime: "Vergogna"
La decisione della Prima sezione penale della Cassazione ha suscitato le proteste dei numerosi familiari delle vittime dell'amianto presenti nell'Aula magna. "Vergogna, vergogna" hanno detto in tanti, urlando subito dopo la lettura del verdetto.
Guariniello: "Non bisogna demordere"
Il pm di Torino Raffaele Guariniello, che in primo e secondo grado aveva ottenuto la condanna del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, ha commentato: "Non bisogna demordere. Non è un'assoluzione. Il reato c'è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi".
La difesa: "Non è una sconfitta della giustizia"
Per l'avvocato Franco Coppi, che ha difeso in Cassazione Stephan Schmidheiny, "non è una sconfitta della giustizia". "L'accusa che era stata formulata era di disastro ambientale doloso - ha dichiarato - Non si parlava dei morti e per quel tipo di reato sono trascorsi più di 30 anni e quindi la Cassazione ha semplicemente preso atto del fatto che a distanza di così tanti anni non si può condannare nessuno". Ad ogni modo, puntualizza il penalista, "la Cassazione non dice che l'amianto è inoffensivo".
Schmidheiny: ora basta processi ingiustificati
"La decisione della Suprema Corte conferma che il Processo Eternit, nei precedenti gradi di giudizio, si è svolto in violazione dei principi del giusto processo. Schmidheiny si aspetta che ora lo Stato italiano lo protegga da ulteriori processi ingiustificati e che archivi tutti i procedimenti in corso". Così un portavoce del magnate svizzero commenta la sentenza della Cassazione. "I giudici di Torino si sono visti costretti a trovare un colpevole" per la "tragedia sociale" dell'amianto. E nelle loro sentenze "costruiscono una vera e propria teoria del complotto", ha aggiunto.
Chiamparino: profonda indignazione
"Apprendo con sorpresa e disappunto della decisione della Corte di Cassazione di annullare, causa prescrizione del reato, la sentenza di condanna a Stephan Schmidheiny nel processo Eternit. Non può che destare profonda indignazione". Lo afferma il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.
Il sindaco di Casale Monferrato: "Dispiaciuta e amareggiata"
"Sono dispiaciuta e amareggiata, ma preferisco aspettare domani prima di aggiungere altro". Questo il primo commento di Concetta Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, uno dei centri più colpiti dalla tragedia della Eternit. "Domani mattina - aggiunge - riunirò la giunta comunale per decidere che cosa fare".
Annullati i risarcimenti
Con il verdetto pronunciato dalla Suprema Corte vengono annullati anche i risarcimenti disposti in appello a favore di centinaia di vittime dell'amianto. La Corte, infatti, ha sottolineato nel dispositivo letto in aula che la prescrizione del reato di disastro doloso è maturata prima della sentenza di primo grado, e ciò "travolge" tutte le statuizioni civili. In appello era stato riconosciuto un risarcimento di 30mila euro a favore di 938 parti offese.
Cassazione, per Inail perdita di 280 milioni di euro
"Per l'Inail i costi per le sole prestazioni ai lavoratori colpiti dalle patologie provocate
dall'amianto sono costate 280 milioni di euro che non si recupereranno più perché il verdetto della Cassazione ha demolito in radice questo processo". Lo ha detto l'avvocato generale dell'Inail Giuseppe Vella commentando il verdetto insieme all'avvocato Teresa Ottolini che ha difeso l'Inail in Cassazione.
La più grande causa al mondo sui danni da amianto
Il maxi-processo Eternit è stato la più grande causa mai intentata al mondo sul fenomeno dei danni alle persone e alle cose provocati dall'amianto. Le parti lese erano un migliaio, tra malati (soprattutto di mesotelioma), eredi dei defunti ed amministrazioni locali. Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny era stato ritenuto responsabile nei precedenti gradi di giudizio di disastro ambientale, con drammatiche conseguenze soprattutto per la salute degli operai, legato alle attività degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).
"Prescrizione maturata prima della sentenza di primo grado"
Secondo la Corte, la prescrizione "è maturata prima della sentenza di primo grado", il 13 febbraio 2012. È stata quindi accolta la richiesta del sostituto pg di Cassazione, Francesco Mauro Iacoviello, per il quale era necessario dichiarare la prescrizione dei reati contestati. I fatti sui quali era chiamata a discutere la Cassazione riguardavano avvenimenti del giugno 1976: migliaia sono stati i morti per il tumore provocato dall'inalazione di polveri d'amianto.
I parenti delle vittime: "Vergogna"
La decisione della Prima sezione penale della Cassazione ha suscitato le proteste dei numerosi familiari delle vittime dell'amianto presenti nell'Aula magna. "Vergogna, vergogna" hanno detto in tanti, urlando subito dopo la lettura del verdetto.
Guariniello: "Non bisogna demordere"
Il pm di Torino Raffaele Guariniello, che in primo e secondo grado aveva ottenuto la condanna del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, ha commentato: "Non bisogna demordere. Non è un'assoluzione. Il reato c'è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi".
La difesa: "Non è una sconfitta della giustizia"
Per l'avvocato Franco Coppi, che ha difeso in Cassazione Stephan Schmidheiny, "non è una sconfitta della giustizia". "L'accusa che era stata formulata era di disastro ambientale doloso - ha dichiarato - Non si parlava dei morti e per quel tipo di reato sono trascorsi più di 30 anni e quindi la Cassazione ha semplicemente preso atto del fatto che a distanza di così tanti anni non si può condannare nessuno". Ad ogni modo, puntualizza il penalista, "la Cassazione non dice che l'amianto è inoffensivo".
Schmidheiny: ora basta processi ingiustificati
"La decisione della Suprema Corte conferma che il Processo Eternit, nei precedenti gradi di giudizio, si è svolto in violazione dei principi del giusto processo. Schmidheiny si aspetta che ora lo Stato italiano lo protegga da ulteriori processi ingiustificati e che archivi tutti i procedimenti in corso". Così un portavoce del magnate svizzero commenta la sentenza della Cassazione. "I giudici di Torino si sono visti costretti a trovare un colpevole" per la "tragedia sociale" dell'amianto. E nelle loro sentenze "costruiscono una vera e propria teoria del complotto", ha aggiunto.
Chiamparino: profonda indignazione
"Apprendo con sorpresa e disappunto della decisione della Corte di Cassazione di annullare, causa prescrizione del reato, la sentenza di condanna a Stephan Schmidheiny nel processo Eternit. Non può che destare profonda indignazione". Lo afferma il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.
Il sindaco di Casale Monferrato: "Dispiaciuta e amareggiata"
"Sono dispiaciuta e amareggiata, ma preferisco aspettare domani prima di aggiungere altro". Questo il primo commento di Concetta Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, uno dei centri più colpiti dalla tragedia della Eternit. "Domani mattina - aggiunge - riunirò la giunta comunale per decidere che cosa fare".
Annullati i risarcimenti
Con il verdetto pronunciato dalla Suprema Corte vengono annullati anche i risarcimenti disposti in appello a favore di centinaia di vittime dell'amianto. La Corte, infatti, ha sottolineato nel dispositivo letto in aula che la prescrizione del reato di disastro doloso è maturata prima della sentenza di primo grado, e ciò "travolge" tutte le statuizioni civili. In appello era stato riconosciuto un risarcimento di 30mila euro a favore di 938 parti offese.
Cassazione, per Inail perdita di 280 milioni di euro
"Per l'Inail i costi per le sole prestazioni ai lavoratori colpiti dalle patologie provocate
dall'amianto sono costate 280 milioni di euro che non si recupereranno più perché il verdetto della Cassazione ha demolito in radice questo processo". Lo ha detto l'avvocato generale dell'Inail Giuseppe Vella commentando il verdetto insieme all'avvocato Teresa Ottolini che ha difeso l'Inail in Cassazione.
La più grande causa al mondo sui danni da amianto
Il maxi-processo Eternit è stato la più grande causa mai intentata al mondo sul fenomeno dei danni alle persone e alle cose provocati dall'amianto. Le parti lese erano un migliaio, tra malati (soprattutto di mesotelioma), eredi dei defunti ed amministrazioni locali. Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny era stato ritenuto responsabile nei precedenti gradi di giudizio di disastro ambientale, con drammatiche conseguenze soprattutto per la salute degli operai, legato alle attività degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).