ITALIA
Roma
Processo per Mafia Capitale: 40 imputati alla sbarra. Il Comune si costituisce parte civile
Si parte con Giovanni Fiscon, ex direttore generale dell'Ama, che aveva richiesto il rito abbreviato, negato però dal gup. Tra tre giorni toccherà al clan di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Marino non è in aula, presente l'assessore alla Legalità Sabella. Quello sulla municipalizzata dell'immondizia rappresenta uno dei filoni più corposi della maxinchiesta
Roma
E' iniziato questa mattina, nell'Aula gup del Tribunale di Roma, il primo processo per Mafia Capitale: si tratta del procedimento che vede tra gli imputati anche l'ex direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon. All'udienza non è presente il sindaco dimissionario Ignazio Marino ma lo sostituisce, per la presentazione dell'istanza di parte civile, l'assessore alla Legalità Alfonso Sabella: "Il Comune di Roma si è costituito parte civile" ha annunciato l'assessore uscendo dal Tribunale. Fiscon è accusato di corruzione. E con lui al processo con altre accuse anche altre 4 persone.
Gup: "No rito abbreviato per Fiscon"
Finisce nel maxi-processo del 5 novembre prossimo la posizione dell'ex direttore generale di Ama Fiscon. Il gup Anna Criscuolo ha infatti bocciato la richiesta, avanzata dagli avvocati Salvatore e Federico Sciullo, di giudizio abbreviato condizionato all'audizione di una ventina di testimoni, in buona parte vecchi e nuovi dirigenti di Ama (come gli ex presidenti Daniela Valentini, Domenico Tudini, Giovanni Hermanin, Giorgio Benvenuti e l'attuale numero uno Daniele Fortini) oltre all'ex ad della stessa società municipalizzata dei rifiuti Franco Panzironi, all'ex sindaco Gianni Alemanno e al prefetto Goffredo Sottile, nella veste di commissario del governo per l'emergenza Rifiuti di Roma dal 2012 al gennaio del 2015. E cosi' il nome di Fiscon, accusato di corruzione aggravata dall'aver agevolato l'associazione di tipo mafioso, si unisce a quello degli oltre quaranta imputati che dovranno comparire davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale. L'udienza del gup Criscuolo sta proseguendo per l'esame degli abbreviati sollecitati da altri 4 imputati minori, e cioe' da Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, che rispondono di uno specifico episodio di usura, da Salvatori Emanuela, ex responsabile del coordinamento amministrativo per l'attuazione del Piano Nomadi, ed Emilio Gammuto, collaboratore di Salvatore Buzzi nella gestione delle cooperative, che sono accusati di corruzione.
Campidoglio parte civile al processo
Il gup di Roma ha ammesso il Comune di Roma e la Regione Lazio come parti civili nel primo processo di Mafia Capitale. Il giudice Anna Criscuolo ha dato il via libera anche per Sos Imprese-Libera, Cittadinanza Attiva e l'associazione Antimafia Antonino Caponnetto.
Il processo al clan Buzzi-Carminati
Comincia così con il processo per rito abbreviato all'ex direttore generale dell'Ama, Giovanni Fiscon, la maxinchiesta che ha terremotato i palazzi della politica capitolina passa dagli uffici della Procura alle aule del tribunale. Un primo appuntamento a cui, il sindaco dimissionario Ignazio Marino non prenderà più parte. Al suo posto ci sarà un rappresentante dell'Avvocatura capitolina a rinnovare ufficialmente la richiesta di costituzione di parte civile dell'amministrazione comunale. Tre giorni dopo inizierà il processo al clan di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.
Sabella: "Chiesto risarcimento danni"
La costituzione di parte civile è fatta "allo scopo di ottenere risarcimento dei danni morali, materiali e funzionali che sono quelli che mi preme di più perché sono le funzioni statutarie che Roma Capitale ha nei confronti dei propri cittadini. E questo è un obiettivo che dobbiamo raggiungere" ha spiegato l'assessore alla legalità del Campidoglio, Alfonso Sabella, lasciando gli uffici della cittadella giudiziaria della Capitale, in una pausa dell'udienza preliminare in cui sono imputati Fiscon ed altre 4 persone. In merito alla assenza del sindaco dimissionario Sabella ha aggiunto: "Ricordiamo che la costituzione di parte civile non è di Ignazio Marino, ma di Roma Capitale. Roma Capitale è rappresentata dall'assessore delegato dal sindaco, quindi non c'è nulla di strano nè di anomalo".
Pignatone: "Emerge corruzione generalizzata"
L'inchiesta Mafia Capitale "offre uno spaccato sull'usura finalizzata all'acquisizione di attività commerciali con l'obiettivo di inglobare gli imprenditori nell'associazione, nonché su una serie di altri reati specifici che si inseriscono in un quadro di associazione mafiosa e di corruzione generalizzata". Lo ha detto il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone.
Marino assente
Marino - che poco prima di firmare il 12 ottobre scorso le sue dimissioni aveva espresso la "ferma intenzione" di essere presente al processo - ha sempre rivendicato di "non ritenere adatto" Fiscon per il ruolo a cui fu riconfermato in Ama nel luglio 2014. E agli atti dell'inchiesta resta l'esplicito sms di Salvatore Buzzi: "Marino 0 Fiscon 2": il Ras delle coop si era mosso, secondo l'accusa, per "respingere l'offensiva del sindaco". E allora ci riuscì.
L'accusa
Il processo a Fiscon è di fatto la prima "verifica" per l'impianto accusatorio in vista del rito abbreviato richiesto dall'ex assessore comunale di Roma, Daniele Ozzimo, e fissato per il 26 di ottobre. Con lui davanti al giudice Alessandra Boffi sfileranno anche il consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari, Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, Paolo Solvi collaboratore dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone. Nei confronti degli imputati l'accusa della Procura di Roma è di corruzione. Nello stesso giorno il gup esaminerà la proposta di patteggiamento concordata dalla procura con quattro ex dirigenti della cooperativa "La Cascina". Sono Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita. Le pene concordate sulle quali dirà l'ultima parola il gup vanno da due anni e otto mesi per Ferrara a due anni e sei mesi di reclusione per gli altri tre.
Gup: "No rito abbreviato per Fiscon"
Finisce nel maxi-processo del 5 novembre prossimo la posizione dell'ex direttore generale di Ama Fiscon. Il gup Anna Criscuolo ha infatti bocciato la richiesta, avanzata dagli avvocati Salvatore e Federico Sciullo, di giudizio abbreviato condizionato all'audizione di una ventina di testimoni, in buona parte vecchi e nuovi dirigenti di Ama (come gli ex presidenti Daniela Valentini, Domenico Tudini, Giovanni Hermanin, Giorgio Benvenuti e l'attuale numero uno Daniele Fortini) oltre all'ex ad della stessa società municipalizzata dei rifiuti Franco Panzironi, all'ex sindaco Gianni Alemanno e al prefetto Goffredo Sottile, nella veste di commissario del governo per l'emergenza Rifiuti di Roma dal 2012 al gennaio del 2015. E cosi' il nome di Fiscon, accusato di corruzione aggravata dall'aver agevolato l'associazione di tipo mafioso, si unisce a quello degli oltre quaranta imputati che dovranno comparire davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale. L'udienza del gup Criscuolo sta proseguendo per l'esame degli abbreviati sollecitati da altri 4 imputati minori, e cioe' da Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, che rispondono di uno specifico episodio di usura, da Salvatori Emanuela, ex responsabile del coordinamento amministrativo per l'attuazione del Piano Nomadi, ed Emilio Gammuto, collaboratore di Salvatore Buzzi nella gestione delle cooperative, che sono accusati di corruzione.
Campidoglio parte civile al processo
Il gup di Roma ha ammesso il Comune di Roma e la Regione Lazio come parti civili nel primo processo di Mafia Capitale. Il giudice Anna Criscuolo ha dato il via libera anche per Sos Imprese-Libera, Cittadinanza Attiva e l'associazione Antimafia Antonino Caponnetto.
Il processo al clan Buzzi-Carminati
Comincia così con il processo per rito abbreviato all'ex direttore generale dell'Ama, Giovanni Fiscon, la maxinchiesta che ha terremotato i palazzi della politica capitolina passa dagli uffici della Procura alle aule del tribunale. Un primo appuntamento a cui, il sindaco dimissionario Ignazio Marino non prenderà più parte. Al suo posto ci sarà un rappresentante dell'Avvocatura capitolina a rinnovare ufficialmente la richiesta di costituzione di parte civile dell'amministrazione comunale. Tre giorni dopo inizierà il processo al clan di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati.
Sabella: "Chiesto risarcimento danni"
La costituzione di parte civile è fatta "allo scopo di ottenere risarcimento dei danni morali, materiali e funzionali che sono quelli che mi preme di più perché sono le funzioni statutarie che Roma Capitale ha nei confronti dei propri cittadini. E questo è un obiettivo che dobbiamo raggiungere" ha spiegato l'assessore alla legalità del Campidoglio, Alfonso Sabella, lasciando gli uffici della cittadella giudiziaria della Capitale, in una pausa dell'udienza preliminare in cui sono imputati Fiscon ed altre 4 persone. In merito alla assenza del sindaco dimissionario Sabella ha aggiunto: "Ricordiamo che la costituzione di parte civile non è di Ignazio Marino, ma di Roma Capitale. Roma Capitale è rappresentata dall'assessore delegato dal sindaco, quindi non c'è nulla di strano nè di anomalo".
Pignatone: "Emerge corruzione generalizzata"
L'inchiesta Mafia Capitale "offre uno spaccato sull'usura finalizzata all'acquisizione di attività commerciali con l'obiettivo di inglobare gli imprenditori nell'associazione, nonché su una serie di altri reati specifici che si inseriscono in un quadro di associazione mafiosa e di corruzione generalizzata". Lo ha detto il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone.
Marino assente
Marino - che poco prima di firmare il 12 ottobre scorso le sue dimissioni aveva espresso la "ferma intenzione" di essere presente al processo - ha sempre rivendicato di "non ritenere adatto" Fiscon per il ruolo a cui fu riconfermato in Ama nel luglio 2014. E agli atti dell'inchiesta resta l'esplicito sms di Salvatore Buzzi: "Marino 0 Fiscon 2": il Ras delle coop si era mosso, secondo l'accusa, per "respingere l'offensiva del sindaco". E allora ci riuscì.
L'accusa
Il processo a Fiscon è di fatto la prima "verifica" per l'impianto accusatorio in vista del rito abbreviato richiesto dall'ex assessore comunale di Roma, Daniele Ozzimo, e fissato per il 26 di ottobre. Con lui davanti al giudice Alessandra Boffi sfileranno anche il consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari, Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, Paolo Solvi collaboratore dell'ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone. Nei confronti degli imputati l'accusa della Procura di Roma è di corruzione. Nello stesso giorno il gup esaminerà la proposta di patteggiamento concordata dalla procura con quattro ex dirigenti della cooperativa "La Cascina". Sono Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina e Carmelo Parabita. Le pene concordate sulle quali dirà l'ultima parola il gup vanno da due anni e otto mesi per Ferrara a due anni e sei mesi di reclusione per gli altri tre.