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POLITICA

La riforma

Rai: governo battuto al Senato. Martedì il voto in Vigilanza per il nuovo cda

L'articolo 4 prevedeva la delega al governo per la disciplina del finanziamento pubblico della Rai. A votare in favore della soppressione anche 19 senatori della minoranza dem e i verdiniani. Boschi: "Parte del Pd legata al passato, noi andiamo avanti". Lotti: "Una pugnalata alle spalle".  Si riparte oggi dalle 9.30 con le dichiarazioni di voto e il voto finale sul testo

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La riforma della Rai avrà con ogni probabilità il via libera del Senato oggi, ma sarà una vittoria a metà per il governo, battuto ieri su uno dei punti chiave del disegno di legge: la delega all'esecutivo sulla riforma del canone, che è stata soppressa, con il sì di FI, M5S e Lega e anche di 19 senatori della minoranza Dem e dei verdiniani. A pesare anche l'assenza di 11 senatori dem.

L'incidente arriva all'indomani della decisione di andare al rinnovo del cda con legge Gasparri, che Palazzo Chigi ha tentato fino all'ultimo di scongiurare. La Commissione di Vigilanza ha deciso di votare già martedì per l'elezione di sette dei nove membri del cda di competenza della bicamerale con un'accelerazione che ha scatenato lo protesta di M5S.

Pd, le reazioni
Noi andiamo avanti lo stesso" commenta il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi alla Festa dell'Unità Pd a Roma. "Credo che avere una parte del Pd che vota contro il Pd significa avere una parte del partito più ancorata a logiche di corrente che appartengono al passato che all' interesse dell'Italia". Anche Lorenzo Guerini che in un primo momento aveva minimizzato - "è fisiologico andare sotto su qualche emendamento" - in serata usa toni più duri.  "Credo non sia stata una buona pagina". Il presidente del Pd Matteo Orfini avverte che "se il dissenso diventa consuetudine" si finisce con "smontare il partito".

Ma le parole più dure arrivano in tardissima serata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti. Il voto di una parte del Pd è stata "una pugnalata alle spalle", usando un "metodo vigliacco".

M5S: grazie a Pd destino azienda è in mani Gasparri
"Il destino della Rai nelle mani di Gasparri". Lo scrive il blog di Beppe Grillo in un post nel quale i parlamentari M5S sottolineano che "il cda della Rai sarà rinnovato con la legge Gasparri" e che "a chiederlo con una lettera formale firmata dal ministro Padoan alla presidenza della commissione di Vigilanza è stato lo stesso governo.

Brunetta: "Verdiniani o non verdiniani la maggioranza non c'è"
Per Forza Italia quello del Senato non è solo un incidente. "Verdiniani o non verdiniani la maggioranza non c'è più. Good morning Vietnam-Senato", scrive su twitter Renato Brunetta.

 Il voto in aula
Nella mattinata di giovedì è stato approvato l'articolo 1 con 146 voti a favore, 50 contrari e 43 astenuti. L'articolo 2 sulle nuove regole della governance della tv pubblica, inizialmente accantonato a causa dell'ostruzionismo e dei troppi subemendamenti, è stato approvato in tarda serata con 149 voti favorevoli e 69 contrari. A passare è anche l'articolo 3, con le norme relative all'attività gestionale della Rai. Approvati alcuni emendamenti proposti dal Movimento 5 Stelle, ma riformulati nel corso della discussione, sulla trasparenza nel conferimento degli incarichi da parte dei vertici di Viale Mazzini.

Il governo va sotto invece sull'articolo 4 che prevedeva la delega al governo per la disciplina del finanziamento pubblico della Rai. L'emendamenti soppressivo è stato votato dalle opposizioni cui si sono aggiunti 19 senatori della minoranza dem e i verdiniani. È passato per 121 contro 118. A pesare è stata anche l'assenza di 11 parlamentari Pd.

In tarda serata è arrivata l'approvazione dell'art.6 con le disposizioni transitorie, chiudendo le votazioni su tutti gli articoli. Il via libera è arrivato su un emendamento interamente sostitutivo del testo, depositato dal governo, che contiene la norma che assegna al prossimo direttore generale, che sarà nominato con legge Gasparri, i poteri che la riforma attribuisce all'amministratore delegato dal momento dell'approvazione definitiva del ddl. 
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